La fuga di Tolstoj verso la morte

In “Fuga dal Paradiso” Pavel Basinskij ripercorre l’intera vita dello scrittore, partendo dal famoso abbandono di Jasnaja Poljana e della moglia Sof’ja
 
La copertina del libro

Dopo “La vita con mio padre” di Aleksandra Tolstaja, la casa editrice Castelvecchi pubblica un nuovo interessante volume dedicato al grande scrittore russo: “Fuga dal paradiso. La vita di Lev Tolstoj” di Pavel Basinskij (Collana Le Navi, pag. 544, 35 euro). In quasi seicento pagine l’autore ripercorre l’intera esistenza di Lev Tolstoj basandosi su una ricca quantità di documenti e materiale memorialistico.

Il punto di partenza di tutto è la fuga dell’autore di "Anna Karenina" e "Guerra e Pace" dalla sua tenuta di Jasnaja Poljana avvenuta la notte tra il 27 e il 28 ottobre 1910, proprio dieci giorni prima della sua morte. Quella notte “il conte ottantaduenne scappò di casa in gran segreto e, in compagnia del medico personale Makovickij, si dileguò in direzione ignota.”

Trattandosi di “uno scrittore e pensatore di fama internazionale”, quanto accadde quella notte divenne subito di dominio pubblico e non rimase un semplice affare di famiglia. 

La fuga dello scrittore dalla tenuta di Jasnaja Poljana e dalla moglie Sof’ja, alla quale lasciò una lettera d’addio, scatenarono una serie di supposizioni e pettegolezzi che ovviamente i giornali dell’epoca non poterono non approfondire e “in un attimo la notizia di questo fatto scandaloso fece il giro della Russia e del mondo intero.”

Quello che l’opera di Pavel Basinskij apporta di nuovo nella storia, a molti già di per sè già nota, dello scrittore russo, sono i collegamenti e gli intrecci tra opera letteraria, vita reale e testimonianze. Il filo conduttore che, dalla prima all’ultima pagina, accompagna il lettore nella scoperta e nella conoscenza della vita di Lev Tolstoj è la ricerca della vera motivazione che lo spinse quella notte ad abbandonare la famiglia e gli affetti più cari in punto di morte.


La ricerca di quell’angoscia, di quel turbamento che, probabilmente, fanno della fuga da Jasnaja Poljana un epilogo non così inspiegabile e imprevedibile. Per percorrere questo viaggio a ritroso Basinskij riparte proprio da quella tenuta di famiglia che Lev Tostoj ereditò e che all’inizio era per lui un vero e proprio paradiso, un rifugio, “una terra promessa dove tornare ogni volta per affrontare le difficoltà e le tentazioni del momento”.

In Fuga dal paradiso, tutta l’opera e la vita di Tolstoj diventa un metro di giudizio, una chiave per svelare molti dei comportamenti tolstoiani nei quali la fuga si svela essere un motivo ricorrente, e non un caso isolato. Oltre ad essere in qualche modo “fuggito” dall’Università abbandonandola nel 1847, Tolstoj lasciò anche la guerra nel 1855 e la redazione del “Contemporaneo”, solo per citare alcuni episodi di fuga che hanno anticipato la sua fuga più celebre e nota. Ma la fuga è presente anche nell’opera letteraria tolstoiana: una fra tutte quella di Anna Karenina dal marito.

Come precisa l’autore, “Tolstoj non abbandonò Jasnaja Poljana solo per dissidi familiari e per il desiderio di andare incontro a un’esistenza più semplice. Uno dei motivi della sua uscita di scena o fuga era rappresentata dal diavolo della gloria terrena, da quel sentimento di amore-odio troppo esasperato che nutrivano nei suoi confronti le persone, e per il quale e da cui desiderava liberarsi trasformandosi in un comune vecchietto”. 

Il “pretesto” della fuga diventa comunque per Pavel Basinskij un punto di riferimento per la sua ricca e dettagliata opera che apre le porte all’esistenza del grande Lev Tolstoj.

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