Popkov tra sogno e realtà

"I costruttori di Bratsk", di Viktor Popkov (Foto: ufficio stampa)

"I costruttori di Bratsk", di Viktor Popkov (Foto: ufficio stampa)

L’arte si fa vita, morte e destino nelle opere di uno dei più acclamati pittori russi del secondo Novecento, che resteranno esposte a Venezia fino al 27 aprile 2014

Il primo incontro tra alcuni suoi quadri e il pubblico europeo risale all’inizio degli anni Sessanta. A quel periodo, cioè, in cui fanno capolino nuove tendenze, a margine di una lunga parentesi artistica passata alla storia sotto il nome di Realismo Socialista.

In questo turbine di nuove sperimentazioni e giovani correnti, emerge il nome di Viktor Popkov, i cui dipinti, a tratti “anarchici” e “ribelli”, che tradiscono un'impercettibile influenza degli impressionisti francesi, iniziano a essere richiesti nelle principali esposizioni che in quegli anni rendono omaggio all’arte sovietica.

Premiato a Parigi nel 1966, Popkov inizia a essere conosciuto anche in Italia, dove trova spazio alla Biennale di Venezia. Ma è solo oggi, a 40 anni dalla sua morte, che le sue opere tornano in Laguna, mostrando con inaspettata forza l’originale percorso artistico che ha segnato la breve vita del pittore. Fino al 27 aprile 2014, infatti, Ca’ Foscari Esposizioni accoglie la prima grande mostra antologica, intitolata “Sogno e realtà. Viktor Popkov 1932-1974”, che proseguirà poi in Gran Bretagna, nella Somerset House di Londra, dal 22 maggio al 24 giugno 2014.


La professoressa Silvia Burini dello Csar e Andrey Filatov (Foto: ufficio stampa)

Quarantacinque le tele esposte, ordinate secondo il naturale ciclo dell’esistenza: la vita, il destino, la morte. Non un percorso cronologico, quindi, ma un viaggio artistico, ordinato secondo temi insoliti per l’epoca, che il pittore sembra voler camuffare sotto i soggetti più tipici del Realismo Socialista. La mostra conduce per mano lo spettatore in un passato non troppo remoto, dove “I costruttori di Bratsk”, forse il più noto dei suoi quadri, testimonia il tramonto di quegli “eroi positivi” che venivano fino a poco prima proiettati verso il grande futuro comunista. 

Gli organizzatori

La mostra è organizzata dal Centro museale espositivo di Stato “Rosizo”, in collaborazione con la galleria Tretjakovskaja di Mosca, il museo di Stato russo di San Pietroburgo e il Centro sulle Arti della Russia (Csar) di Ca’ Foscari, ed è sostenuta dal Filatov Family Art Fund

Oltre ai paesaggi, ai ritratti e alle scene di vita quotidiana, sorprende in Popkov l’interesse per la morte, che egli trasporta sulla tela attraverso raffigurazioni di funerali e veglie funebri, studiate da prospettive straordinarie. 

I dipinti sono completati dalle fotografie di Igor Palmin, che aiutano a ricostruire il contesto storico e culturale di quel periodo, e da originali supporti multimediali.

Un lavoro di studio, quindi, pensato per ricostruire il percorso espressivo di Popkov e l’evolversi della scena artistica del secondo Novecento, dove vengono alla luce “nuove ipotesi di periodizzazione” e di “partizione interna”, lontane da quella “consolidata tradizione storiografica e museografica”. 

Gli accostamenti, le contiguità e le divergenze che emergono da questo contesto - ovvero da quello che precede l’affermarsi dell’arte concettuale - suggeriscono la necessità di un ulteriore approfondimento, e lo studio critico di alcuni nodi dello sviluppo artistico di questa parentesi storica. 

Sede e orari

Ca’ Foscari Esposizioni - Dorsoduro 3246, Venezia
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18, tranne il martedì
Ingresso libero


"All’allestimento di questa esposizione, che si inserisce nel programma dell’Anno del Turismo italo russo, hanno partecipato moltissimi musei russi - ha spiegato la professoressa Silvia Burini, del Centro sulle Arti della Russia, curatrice della mostra insieme a Giuseppe Barbieri e Matteo Bertelé -. Non si tratta comunque solo di una mostra dedicata a uno dei più grandi pittori del Novecento, ma è un progetto scientifico, di più ampio respiro: la nostra università, insieme alle istituzioni russe di primissimo livello, sta cercando di portare avanti un nuovo tipo di sguardo sull’arte russa di questo periodo. Esiste infatti un secondo Novecento, non solo quello del Modernismo, che spesso l’Occidente non conosce. La mostra è stata allestita non sulla base di un criterio cronologico, che sarebbe risultato complesso vista la breve vita dell’artista, bensì sulla base di stanze tematiche. Ogni stanza è legata a un concetto. Da qui la vita, la morte, il sogno. Una sfida importante per il Centro sulle Arti della Russia (Csar), che quest’anno compie tre anni e vanta collaborazioni molto importanti”

)

Prima fra tutte, la collaborazione con la storica Galleria Tretjakovskaja di Mosca, che a Venezia ha portato diverse tele: “La mostra conta circa quattordici quadri provenienti dalla Tretjakovskaja - ha fatto sapere il professor Giuseppe Barbieri -. Si tratta di una collaborazione importante, che, insieme al contributo apportato dagli altri principali musei russi, ha reso possibile la realizzazione della prima rassegna organica dedicata a Popkov, a 40 anni dalla sua morte”.

Rena Lavery, Managing Director del Filatov Family Art Fund che ha partecipato all’organizzazione, ha definito la mostra “un evento unico”. “La vita, il destino e la morte sono i temi principali del pittore, che egli ha affrontato in diversi lavori della sua carriera artistica. Il risultato è un’esposizione particolare, dalla quale traspare un grande amore non solo nei confronti del pittore, ma nei confronti della Russia in genere, e di tutta la produzione artistica di questo Paese".

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