Depardieu, da Cyrano a Rasputin

L'attore francese Gerard Depardieu sul set (Foto: Kinopoisk.ru)

L'attore francese Gerard Depardieu sul set (Foto: Kinopoisk.ru)

Esce nelle sale russe il film sul santone che sconvolse un impero al tramonto. Intervista a Gérard Depardieu che ha ottenuto di recente la cittadinanza russa

La fuga dalla Francia. L'accoglienza in Russia e l'amicizia con Putin. La vicenda di Gérard Depardieu ha occupato le cronache di mezza Europa. E ora l'attore francese è pronto per promuovere il suo nuovo lavoro, nel quale interpreta Rasputin, il santone mistico che riuscì a diventare l'eminenza grigia dell'impero zarista al tramonto. E sRasputin avrà successo al botteghino, Josee Dayan - il regista della versione francese -  e Depardieu hanno intenzione di continuare con la “serie russa”. In cantiere, trasposizioni della Figlia del capitano e dei Fratelli Karamazov.

Depardieu, come mai era tanto attratto dalla figura di Rasputin?

A un certo punto ho sentito di avere delle affinità con questo personaggio. Entrambe le mie nonne praticavano la magia e l’ipnosi. Mi è capitato spesso nella vita d’imbattermi in personaggi “alla Rasputin” in diversi paesi, situazioni e contesti, ma al tempo stesso quello di Rasputin è un personaggio autenticamente, intrinsecamente russo, un idealista, un uomo tutto d’un pezzo, vissuto in un’epoca tumultuosa in cui in Europa cadeva una monarchia dopo l’altra, si frantumavano le alleanze e gli stati si tradivano reciprocamente.

Depardieu russo accende il Web

Quali altri eroi russi trova affascinanti?

Quelli che riempiono tutte le pagine delle opere  Dostoevskij, Gogol e Chekhov. A esercitare un forte fascino su di me sono le figure di Porfirij Petrovich, di Karamazov padre e del principe Myshkin. 

Ritiene che una persona che è cresciuta ed è stata educata in  Europa sia in grado di interpretare il ruolo di un rozzo contadino russo?

Il problema non è tanto quello di interpretare un russo quanto quello di incarnare un personaggio storico. Come in ogni altra sfera artistica o sportiva dove a contare non sono tanto le nazionalità. L’origine di un attore è ininfluente sul ruolo a cui deve dare vita. Quando Vladimir Vysotskij veniva a cantare e a esibirsi in Francia, il pubblico non andava a vedere un russo. Gli spettatori erano lì per assistere a uno spettacolo e ascoltare delle canzoni.  

Lei ha viaggiato molto per la Russia e forse, dopo l’Europa, molti aspetti della Russia profonda le appaiono incomprensibili...

Mi piace trascorrere il mio tempo coi russi e conoscere gente nuova e amo anche molto la campagna dove tutto è semplice e informale. Anch’io sono nato in provincia, e tra l’altro, sono ormai 25 anni che vengo in Russia. In questa fase della mia vita ho sentito il bisogno di fermarmi qui più a lungo. È stato per me un immenso onore ricevere il passaporto russo di cui vado molto fiero. I media si sono dilungati anche troppo sull’argomento, ma le mie esigenze scaturivano da ragioni del tutto diverse.

Si è letto ripetute volte della sua intenzione di aprire un ristorante a Mosca. In che modo pensa di attrarre il pubblico dei clienti? 

A Parigi possiedo alcuni ristoranti. Non mi sono mai chiesto come dovrebbe essere un ristorante per piacere al pubblico. Mi sono limitato ad aprire un ristorante che offrisse una cucina di qualità, insieme a persone che mi piacevano. E i miei ristoranti sono sempre pieni. Se in Russia prenderò questa decisione, farò lo stesso. La cosa più importante sono i piatti e il personale. Per me è essenziale  che si possa capire che cosa c’è dentro un piatto: da dove provengono e le materie prime e come sono state utilizzate.  Non è tanto un discorso sull’impiego o meno di prodotti biologici, quanto di cibi sani: verdure, carne, vini. A interessarmi sono i piatti semplici della cucina tradizionale. In Russia mi piacerebbe lavorare con le carni: ho visto dei meravigliosi allevamenti qui, ma penso che i metodi di lavorazione e taglio delle carni potrebbero essere migliorati.

Il suo rapporto con Putin? 

Mi sono incontrato varie volte con Putin, quando era ancora primo ministro, e gli ho dato da leggere il copione del film chiedendogli di segnalare che cosa gli fosse piaciuto e che cosa no. Questo ci è stato di grande aiuto.  

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