Lyudmila Saraskina (Foto: Anna Artemeva / Novaya Gazeta)
L'origine delle Memorie del Sottosuolo. La Russia del XIX secolo. Il male oscuro del nichilismo come tratto che avrebbe segnato l'epoca. Della grandezza di Dostoevskij si è sempre increduli. Perchè, ancora oggi, il genio della Letteratura russa continua a sussurrarci ipotesi sul senso di ciò che viviamo. Risposte enigmatiche che arrivano da profondità abissali: quelle del male, del cinismo. Dal sentirsi stranieri in patria.
Avevamo chiesto ai nostri lettori di porre domande su Dostoevskij. Tanti i quesiti che ci sono pervenuti in redazione. Lyudmila Saraskina ha risposto ai più ricorrenti e ai più interessanti.
In che cosa consiste la visione peculiare che Dostoevskij aveva della religione? Quale delle sue opere rivela più chiaramente il suo credo religioso? (Brice Jordan)
La particolarità della visione religiosa di Dostoevsij è che la sua fede passò attraverso il grande crogiolo del dubbio. Le sue convinzioni religiose sono espresse chiaramente nel romanzo "I fratelli Karamazov".
Indovina chi? Letteratura a occhi aperti |
Vorrei conoscere la relazione di Dostoevskij con il cristianesimo. (Érika Batista)
Era ortodosso e sentiva un grande amore per Cristo.
Qual era il rapporto di Dostoevskij con il cattolicesimo? Nelle sue opere emerge un’attitudine critica nei confronti di questa dottrina. (Paula Almarat)
Conobbe, durante il carcere, dei detenuti polacchi che erano cattolici. Il loro atteggiamento arrogante nei confronti del resto dei prigionieri ortodossi lo infastidiva. Più tardi, scrisse parole molto critiche su Papa Pio IX.
Dostoevskij lesse i Padri della Chiesa? Fu in qualche modo influenzato da Giovanni Crisostomo? (Euthimios Nikrer)
Certo che li lesse. Sia i Padri della Chiesa che Giovanni Crisostomo. Riguardo al teologo bizantino, lo citò più volte nelle sue opere, conosceva la sua Liturgia e citava la sua “Omelia per la Pasqua”: “Morte! Dov’è il tuo pungiglione?”
C’è chi pensa che nel romanzo “Delitto e castigo” avesse predetto la venuta dell’Anticristo? (Carli Vera Navamuel)
Non ho mai sentito questa versione e non so chi possa “pensare” ciò. In “Delitto e castigo”, lo scrittore non parla della venuta dell'Anticristo, bensì della comparsa di persone che avrebbero risolto questioni di giustizia con il “sangue sulla coscienza”. Che è quello che è successo in Russia.
Il racconto “Il sogno di un uomo ridicolo” ha una valenza religiosa o è più umanitaria? (Dmitriy Groesbeck)
La fede di Dostoevskij era caratterizzata da una forte componente umanitaria. Pertanto si può dire che ne “Il sogno di un uomo ridicolo” la sfera religiosa e quella umanitaria siano inseparabili.
Ne “L’Idiota” si possono rintracciare dei motivi autobiografici? (Dion)
Senza dubbio. Ma non letteralmente, bensì indirettamente, in maniera frammentaria.
Che correlazione intercorre tra Raskolnikov e il proprio “io” di Dostoevskij? (Vinícius Ramos Pires)
Dostoevskij capiva perfettamente le ragioni e gli impulsi di Raskolnikov, ma non li sperimentò mai.
Indovina chi? Letteratura a occhi aperti |
Trasse spunto dalla propria esperienza personale per le sue opere? Soffriva di qualche malattia mentale? Ebbe dei problemi con la legge?
Certo che si ispirò, come ogni scrittore del resto. Non soffriva di nessuna malattia psichica, era mentalmente sano. In gioventù, soffrì di forti tensioni nervose e temeva la letargia. Per quanto riguarda la legge, nel 1849, fu arrestato, processato e condannato a morte per la partecipazione a una società segreta con scopi sovversivi. La pena capitale venne poi commutata in quattro anni ai lavori forzati e 6 anni di servizio nell’esercito. Fu rilasciato nel 1859.
Quale fu la causa della sua epilessia? (Robert Focht)
Sicuramente i lavori forzati e la prigionia nella fortezza di Omsk (1850–1854).
Quali autori erano fonte di ispirazione per Dostoevskij in gioventù? (Nicole G. Landry)
Era un grande appassionato di Karamazin, Pushkin, Shakespeare, Schiller e Goethe.
Oltre a George Sand, a cui dedicò uno scritto dopo la morte, e Puskin, uno degli scrittori e pensatori più ammirati, chi influenzò il suo lavoro? (Mônica Colacique)
Shakespeare, Schiller, Balzac, Goethe, Hoffmann e Hugo.
Si dedicò mai allo studio della psicologia clinica?
Allo studio vero e proprio no. Ma comprendeva molte cose in maniera intuitiva.
A San Pietroburgo sulle orme di Raskolnikov |
Quali momenti della sua vita influenzarono di più la sua produzione letteraria?
L’infanzia, la partecipazione al circolo Petrashevski e il carcere.
Conobbe delle donne decabriste durante il suo esilio in Siberia?
Sì, nel carcere di transito di Tobolsk e di Omsk. Era in contatto con la moglie del decabrista Fonvizin, N.D. Fonvizina.
Visitò mai la Francia, che cosa pensava di questo Paese, della cultura francese e soprattutto della letteratura?
Visitò più volte la Francia, conosceva molto bene la letteratura francese, quanto quella russa, e ne seguiva tutte le novità.
Qual era il suo rapporto con Turgenev? (Cristiano Alves)
Un rapporto complicato, polemico, a volte ostile, a causa di divergenze di opinioni.
Guarì dal gioco d'azzardo o continuò a giocare fino all’ultimo? (Gala Kalashnikova)
Si guarì. Durante la stesura del romanzo “I demoni”, esattamente nel 1871, fu quando giocò per l’ultima volta. Il gioco d'azzardo occupò in tutto 10 anni della sua vita.
Amava sua moglie?
Si sposò due volte. La prima moglie morì giovane di tubercolosi, con la seconda condivise 14 anni e l’amò molto.
Dostoevskij si ispirò a qualcuno quando descrisse lo starec Zosima de “I fratelli Karamazov” o questo personaggio è il frutto della fantasia dell’autore?
Si tratta di una figura collettiva che incarna i monaci di Optina e allo stesso tempo il cristiano ideale.
Con quali opere è meglio iniziare per avvicinarsi a Dostoevskij? (Juan N Xoconostle)
Sarebbe meglio cominciare con la sua prima opera, “Povera gente”, e poi continuare.
Quali sono le opere di Dostoevskij più lette in Russia? (KZ Long)
Stando alle statistiche: “Delitto e castigo”, “I demoni” e “L’idiota”.
C’è qualche opera che venne censurata prima della pubblicazione?
Ne “I demoni”, la censura tolse un intero capitolo “Da Tichon”. In seguito, questo capitolo venne più volte stampato separatamente.
Fra tutte le sue opere, qual è quella che Dostoevskij amava di più? (Rita S.)
Quella che stava scrivendo in quel momento.
Si sa qual era il finale pensato per il romanzo “Netochka Nezvanova”? (Débora Mestre)
Si ipotizza che alla fine Netochka Nezvanova diventi una cantante e attrice, ma non esistono prove dirette.
Che cosa voleva dire e trasmettere con il romanzo “I demoni”? (Jorge Pavlyuchenko Romero)
Voleva mostrare quanto pericolosa e tentatrice fosse la rivoluzione e mettere in guardia la società da questa pericolosità.
Lyudmila Saraskina. Dottoressa in filologia, storica letteraria studiosa della vita e dell’opera di Fedor Dostoevskij e Alexander Solzhenitsyn, autrice di oltre dieci libri, vincitrice di numerosi premi letterari russi, tra cui “Il libro dell’anno” (2008) e “Il grande libro” (2008). Professore invitato presso varie università in Danimarca, Stati Uniti e Polonia, ha tenuto conferenze in diverse scuole in Germania e in Giappone.
Come mai i personaggi dei suoi romanzi sono caratterizzati da stati mentali estremi, alcuni sull’orlo del suicidio. Da dove deriva tutta questa mestizia?
Dostoevskij riteneva che, in questi stati limite, l’individuo rivelasse meglio la sua vera natura.
Che impatto ebbero problemi e le questioni sociali nella creazione dei suoi personaggi?
Le questioni sociali ebbero un’influenza dominante sullo scrittore. Dostoevskij ne era ossessionato.
Ho sentito dire che lo scrittore aveva pensato a un seguito per "I fratelli Karamazov", che però non vide mai la luce? Si sa qualcosa di più a riguardo? (Paula Almarat)
Sì è proprio così. Esistono versioni indirette secondo cui Alexey Karamazov, alla fine, uccide lo zar e si unisce alla rivoluzione.
Attualmente sto leggendo "La concezione di Dostoevskij" di Nikolai Berdyaev. Crede che Berdyaev abbia interpretato bene le idee di Dostoevskij? (Paula Almarat)
Fu un interprete molto interessante delle idee, ma non approfondì molto i suoi testi.
Nelle "Memorie dal sottosuolo", che cosa intende l’autore con l’espressione “l'homme de la nature et de la vérité”? (Alexis Medina)
Si tratta dell’uomo naturale, figlio della natura, che ha una percezione molto limitata della giustizia.
Mi sembra che le idee principali di Dostoevskij emergano meglio nei dialoghi dei suoi personaggi, piuttosto che nei monologhi. Si tratta di una scelta consapevole dello scrittore?
Sì. Dostoevskij riteneva che nei dialoghi i caratteri dei personaggi emergessero con maggior intensità, quasi come nell’arte drammatica. Il suo obiettivo era scrivere scene non parole.
Perché bisogna leggere le opere di Dostoevskij?
Perché sono la miglior scuola per conoscere e analizzare se stessi.
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