La notte in cui morì il menestrello dell'Urss

Il cantautore russo Vladimir Vysotskij (Foto: PhotoXpress)

Il cantautore russo Vladimir Vysotskij (Foto: PhotoXpress)

Lo amavano tutti. E se oggi si lanciasse un concorso dal titolo "Il cantautore più amato", nessun dubbio. Vincerebbe con un notevole vantaggio il poeta, cantante e attore Vladimir Vysotskij

La sera del 25 luglio 1980 stavo tornando a Mosca da Odessa. Camminando per la stazione mentre andavo a prendere il mio treno, tutt'a un tratto ebbi la sensazione che fosse successo qualcosa di molto brutto. Le persone bisbigliavano qualcosa tra loro come di nascosto. C'era un'atmosfera spiacevole, opprimente. "Che sia scoppiata una guerra?" pensai, e mi avvicinai a un capannello di uomini che discutevano sottovoce di qualcosa: sembravano molto tesi. "È successo qualcosa?". "Alla radio Voice of America hanno appena annunciato che a Mosca è morto Vysotskij".

In Russia tutti lo amavano, e lo amano ancora oggi. Abbiamo avuto dei grandi poeti, cantanti, compositori, ma Vysotskij è unico nel suo genere, è un poeta popolare con la chitarra in mano. È a tal punto uno del popolo che lo sentiamo come un amico, un fratello, un padre... Le sue canzoni parlano di qualunque cosa, e sono scritte per tutti: la guerra, lo sport, la medicina, la situazione internazionale, la fantascienza, l'alcolismo, la storia, i viaggi, l'aviazione, la religione: e siamo ancora lontani dall'elenco completo dei suoi temi. 

Vladimir Vysotskij: "Incendi"

Tutto ciò è cantato in prima persona. Molti russi in quegli anni credevano davvero di combattere insieme a Vysotskij, di andare in avanscoperta, di volare su un caccia, di estrarre l'oro, di trovarsi in ospedale o in prigione con lui. Tipicamente russo nell'aspetto, nella mentalità, nel carattere. Un uomo che non conosce limiti ed è pronto ad andare fino in fondo. Se ama, ama fino alla morte. Se va in guerra, combatte fino alla vittoria. Se beve, beve fino al delirium tremens.   

Vladimir Vysotskij:
un Amleto con la chitarra

Lo stile di Vysotskij affonda le sue radici nelle romanze della tradizione russa, nelle canzoni degli zingari, in quelle popolari e della mala. Talvolta Vysotskij ricorda gli chansonnier francesi come Georges Brassens. I suoi testi si fondono con un'energia travolgente e con un timbro di voce roco, unico nel suo genere. Le sue prime canzoni, in cui prevalevano i temi della "mala", cominciò a scriverle nei primi anni '60. Proprio in quegli anni in URSS cominciavano ad arrivare i magnetofoni a bobina. Le canzoni di Vysotskij venivano registrate nei concerti clandestini e nelle case private e poi passavano di mano in mano. In pochi anni il cantautore divenne famoso in tutto il paese, senza che le sue canzoni fossero mai state trasmesse alla radio.

La qualità delle registrazioni era pessima; a ogni copia successiva aumentavano il crepitio e le distorsioni.  Ma la voce roca di Vysotskij e la sua chitarra, non di rado scordata, arrivavano al cuore degli ascoltatori nonostante tutti i difetti dell'audio. Per molti esse erano come una boccata d'aria fresca.  

Vladimir Vysotskij:"Un bravo delinquente" (Un tempo sì che la vita...)

Nel 1979 riuscii ad andare a un suo concerto. All'epoca ero uno studente dell'Istituto tecnico  superiore Bauman a Mosca. Ed ecco che un giorno nella nostra facoltà corse la voce che nel Palazzo della Cultura del nostro istituto si sarebbe esibito Vysotskij in persona. Non venne affisso alcun manifesto, e non si parlò nemmeno di mettere in vendita i biglietti alla cassa. Tutti avevano capito che il concerto non sarebbe stato ufficiale. I posti erano tutti occupati, gli studenti e il personale dell'istituto si stringevano per riuscire a stare in due su una poltrona, la gente stava in piedi nei passaggi e lungo le pareti della sala. 

Cos'è rimasto di Vysotskij?

Sul palcoscenico vuoto c'erano due microfoni, uno per la voce e uno per la chitarra. Quando Vysotskij comparve da dietro le quinte la sala esplose in un'ovazione. Il cantautore indossava un dolcevita beige e dei pantaloni marroni; si avvicinò al microfono ed esordì con una canzone allora poco conosciuta, "Gli incendi". Poi salutò il pubblico e chiese di accendere le luci in sala per poter vedere i volti degli ascoltatori. L'invisibile muro che separava la scena dalla sala si dissolse. Vysotskij cantò "Cara trasmissione..." e "Compagni scienziati". Il pubblico lo trattenne a lungo, egli dovette tornare più volte in scena per i bis.

Vladimir Vysotskij : "Lettera alla redazione"

Come accade a tutte le star, anche a proposito di Vysotskij giravano molte voci. C'erano e ci sono ancora oggi molte persone che lo invidiavano e gli erano ostili. Si diceva che non a caso Vysotskij godeva di enormi privilegi in URSS, che molte cose gli venivano perdonate.  È di pochi giorni fa la notizia che il figlio di Vysotskij, Nikita, ha vinto la causa intentata contro gli editori di un libro in cui suo padre venne ritratto come un agente del KGB, un narcotrafficante e un terrorista. Le discussioni intorno al personaggio di Vysotskij non si placano.

Dal giorno della sua morte sono passati più di trent'anni, ma Vysotskij non è mai stato dimenticato. Di tanto in tanto continuano a riemergere sue registrazioni inedite. Vengono pubblicate le memorie di amici e contemporanei del cantautore. È apparsa persino una serie di album intitolata "Vysotskij. Nuove sonorità", in cui con l'aiuto di tecnologie d'avanguardia la voce di Vysotskij è stata inserita in un nuovo arrangiamento dal ritmo moderno.

Il 25 gennaio di ogni anno, per il compleanno di Vysotskij, i canali televisivi russi trasmettono i film in cui l'attore recitò e vari programmi dedicati a lui.  Per chi volesse tracciare un parallelo tra Vysotskij e gli interpreti di altri paesi, come ad esempio Bob Dylan o Charles Aznavour, ci tengo a sottolineare che Vysotskij è un fenomeno prettamente russo, e che è impossibile trovare un Vysotskij giapponese o americano, benché egli abbia moltissimi imitatori e ammiratori nei più impensati angoli del mondo. 

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