Lo stile russo conquista il mondo della moda

Julia Roberts con un vestito rosso di Dolce&Gabbana al Festival internazionale del cinema di Toronto (Foto: AP)

Julia Roberts con un vestito rosso di Dolce&Gabbana al Festival internazionale del cinema di Toronto (Foto: AP)

Star del calibro di Julia Roberts e Lady Gaga e stilisti di fama globale, come gli italiani Dolce&Gabbana, iniziano ad ispirarsi a temi tradizionali della Federazione, mostrando un certo interesse per trame, tessuti e tagli

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L'attrice Julia Roberts con un vestito rosso di Dolce&Gabbana con richiami alla Russia, al Festival internazionale del cinema di Toronto 2013 (Foto: AP)

Al Festival internazionale del cinema di Toronto c’era una sorpresa ad aspettare critici ed esperti di moda. L’attrice Julia Roberts, nota per la sua passione per i tailleur pantalone e il colore nero, si è presentata alla prima del film “August: Osage County” sfoggiando un vestito rosso firmato Dolce&Gabbana. Il taglio dell’abito, il motivo di pizzo e l’acconciatura dell’attrice “con la riga in mezzo” hanno trasformato la diva hollywoodiana in un’autentica… bellezza russa!

È strano, ma è così: negli ultimi anni le star mondiali mostrano un grande interesse per lo stile “à la russe”.

“À la russe” significa silhouette femminili con gonne sfarzose (spesso maxilunghe) e il punto vita sottolineato, il colbacco (modello “Dottor Zhivago”) o il foulard in testa, stampe floreali, pizzi e ricami. È anche un modo di impiegare elementi dell’arte popolare russa: i tipici scialli di Pavlo-Padosk (grandi, di solito di lana, con disegni e colori vivaci e le frange) e le decorazioni di Khokhloma (un tipo di pittura con motivi vegetali che presenta una gamma cromatica fissa: nero-rosso-oro).

Lady Gaga “à la russe”

Nel 2012 Lady Gaga ha sorpreso tutti, presentandosi davanti al pubblico con gli abiti della collezione della stilista russo Ulyana Sergeenko, che per il mondo occidentale è già diventata la guru del russian style.

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Lady Gaga con uno dei vestiti della collezione di Ulyana Sergeenko autunno-inverno 2012/13 (Foto: Getty Images / Fotobank)

L’immagine della cantante ha provocato non poco scompiglio, critiche e frecciatine, della serie “la signora si è data all’esotico”.

Dal canto suo Ulyana Sergeenko, autrice del fashion brand Ulyana Sergeenko, di recente ha iniziato a essere ospite fissa alla Settimana della Moda di New York, Parigi, Milano e Mosca e in altri importanti appuntamenti mondani. Forse è proprio grazie a questa vistosa signorina, vestita con gonne lunghe e sfarzose, scialli e tacchi a spillo, che nel mondo si è formato uno stile russo riconoscibile e da adottare nella vita reale.

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Un lavoro della collezione autunno-inverno 2013 di Ulyana Sergeenko (Foto: Photoshot / Vostock-Photo)

Interesse altalenante

In Occidente l’interesse per la cultura russa e il vestire russo sono storicamente di carattere oscillante, ma non scompare mai per lungo tempo. Ogni nuovo scoppio di entusiasmo per la Russia è dovuto a stravolgimenti epocali nel Paese, sia che si tratti di una successione di principi ereditari, della guerra, della Rivoluzione o della perestrojka.

Nel Settecento lo zar riformista Pietro il Grande infiammò gli spiriti degli europei, poi, dopo la presa di Parigi nel 1814, fu la volta dei cosacchi e dei reggimenti ussari dell’esercito russo; quindi a cavallo tra Ottocento e Novecento arrivarono i “balli russi” in costume dell’aristocrazia russa, ai quali prendeva parte persino la famiglia imperiale.

L’interesse per il tema russo nell’Europa del XX secolo riprese slancio e vigore nel 1909, subito dopo la prima stagione dei balletti di Djagilev in Francia.

Il “Boris Godunov”, “La sagra della primavera”, “L’uccello di fuoco” e altri spettacoli di ambientazione russa furono realizzati dai migliori artisti dell’unione artistica d’avanguardia “Mir iskusstva” – L. Bakst, I. Bilibin, A. Benois, N. Rerich – ed ebbero un successo incredibile.

Due anni più tardi (nel 1911) il celebre stilista francese Paul Poiret, tornato da un viaggio in Russia, introdusse nella moda parigina i ricami ucraini e gli stivali alla cosacca. Dopo la rivoluzione d’ottobre invece, con il flusso emigratorio proveniente dall’ex impero russo verso la Francia, la Germania, gli Usa, la Gran Bretagna e altri Paesi, iniziò un’infatuazione generalizzata per tutto ciò che era russo.

Nell’immagine della donna europea alla moda si diffusero il “bavero boiaro”, gli ornamenti slavi, i “kokoshnik del Nord”, gli scialli con le nappe e molti altri elementi presenti nell’originale stile russo.

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La sfilata di Dolce&Gabbana del febbraio 2012 alla Settimana della Moda di Milano (Foto: Photoshot / Vostock-Photo)

Nella seconda metà del Novecento Yves Saint Laurent riaccese l’interesse per l’abbigliamento russo, creando la “Russian Collection” di cui facevano parte cappelli in pelliccia, stivali, gonne multistrato e camicie ricamate, preziose e insolite. Tuttavia il boom vero e proprio per lo stile russo è iniziato a metà degli anni Duemila quando hanno cominciato a uscire una dopo l’altra le collezioni di Roberto Cavalli e “Parigi-Mosca” di Lagerfeld per Chanel, la “linea russa” di Marras per Kenzo, le collezioni di John Galliano, Valentino e Dolce&Gabbana nello spirito “à la russe”.

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Dalla collezione primavera-estate 2013 di Dolce&Gabbana (Foto: Photoshot / Vostock-Photo)

L’abbondanza di motivi decorativi vegetali e dei più svariati “scialli da nonna”, i ricami fatto a mano e i pizzi, i colletti di pelliccia e i colbacchi, le gonne sfarzose con il punto vita sottolineato e i colletti castigati, le collane e gli orecchini massicci: tutto questo rappresenta oggi il biglietto da visita dello stile russo.

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La sfilata della collezione di Ulyana Sergeenko al Teatro Marigny il 3 luglio 2012 (Foto: Getty Images / Fotobank)

Lo stile “à la russe” è straordinariamente femminile e attraente nella sua sfarzosa eleganza. Lo si può notare con facilità sullo sfondo del minimalismo e dell’androginia che si sono imposti negli ultimi anni nel mondo della moda. Ma la donna, in ogni epoca, vuole essere donna. Ergo, i russi saranno sempre alla moda.

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