Letteratura, quando l'omosessualità non è un tabù

Il primo Festival della poesia lirica dell’amore lesbico venne organizzato da due poetesse di San Pietroburgo nel 2007 (Foto: Itar-Tass)

Il primo Festival della poesia lirica dell’amore lesbico venne organizzato da due poetesse di San Pietroburgo nel 2007 (Foto: Itar-Tass)

Dai divieti imposti durante il periodo Sovietico alla rinascita delle produzioni lesbiche degli anni Duemila: ecco come si è evoluta in Russia la storia dei libri firmati da autori gay

Fin dai tempi più antichi l’omosessualità è sempre stata presente nella prosa e nella poesia. Sia nella Grecia sia nella Cina dell’antichità, per tradizione le relazioni gay e lesbiche sono sempre esistite accanto a quelle eterosessuali, e ciò si rifletteva nella letteratura. Si pensi a Socrate o a Saffo in Grecia, per esempio, o a un classico romanzo cinese del XVII secolo intitolato “La prugna nel vaso d’oro”. Nel XIX secolo anche la società russa era tollerante nei confronti delle relazioni tra individui dello stesso sesso. Sergei Uvarov, amico di Goethe e Alexander von Humboldt, ministro della Pubblica istruzione, non nascose i suoi rapporti  romantici con giovani uomini, e non lo fece neppure Filipp Vigel, amico di Aleksandr Pushkin e prolifico scrittore.

La situazione è cambiata all’inizio del XX secolo, quando l’opinione pubblica cambiò atteggiamento nei confronti degli omosessuali. Il poeta e principe Konstantin Romanov, il famoso impresario teatrale Sergei Diaghilev, il celebre poeta Mikhail Kuzmin hanno dovuto tenere sempre nascosto il loro orientamento sessuale per timore di una condanna pubblica. Mikhail Kuzmin è stato uno dei primi scrittori russi ad aver apertamente inserito temi omosessuali nelle sue opere, provocando reazioni di sdegno nel pubblico. Il suo romanzo “Ali” scatenò un’ondata di biasimo tra i lettori di San Pietroburgo, che non tennero in conto l’importanza reale dell’opera, elogiata dal grande poeta Aleksandr Blok. Molto tempo dopo, il poeta sovietico Evgeny Evtusenko avrebbe definito Kuzmin “il primo dissidente sessuale”.

All’inizio del XX secolo gli atti omosessuali furono considerati crimini nell’Impero Russo, ma di rado furono veramente emesse condanne. Nell’Unione Sovietica la sodomia fu dichiarata un crimine nel 1934 (clausola 121 del Codice Penale). Da allora, molti autori e artisti russi furono condannati e mandati ai lavori forzati: tuttavia, la motivazione ufficiale della detenzione non era la loro omosessualità, ma la loro attività sociale contro lo Stato. Ciò accadde per esempio al poeta Gennady Trifonov, che trascorse quattro anni in una colonia penale. D’altro canto alcuni scrittori e attori fecero di tutto per restare in libertà e vivere nell’Unione Sovietica, nascondendo le loro preferenze sessuali: tra di loro, per esempio, Evgeny Kharitonov, attore e regista, esponente di spicco della cultura omosessuale russa degli anni Settanta. Kharitonov ha vissuto costantemente sotto la sorveglianza del Kgb, come molti altri scrittori e poeti underground. Ed è stata questa collocazione al di fuori della legge, in particolare, ad aver reso la letteratura omosessuale parte del più ampio campo della letteratura censurata della Russia sovietica.

Il classico modo di distribuzione della letteratura censurata era tramite il samizdat, la pubblicazione in proprio, e i primi almanacchi a pubblicare prosa e poesia omosessuale - Mitin Zhurnal (edito da Dmitri Volchek) e Vavilon (edito da Dmitri Kuzmin) – iniziarono proprio con edizioni samizdat rispettivamente nel 1984 e nel 1989, passando a versioni stampate regolarmente all’inizio degli anni Novanta. Entrambe furono considerate almanacchi underground, che non si concentravano sulla poesia o sulla prosa omosessuale, ma le contestualizzavano rispetto al processo letterario contemporaneo.

Nel 1993 la famigerata clausola 121 fu abrogata, e l’orientamento sessuale alternativo fu rimosso dall’elenco dei crimini. Ciò rese più sicura la pubblicazione della letteratura omosessuale e nel 1993 Dmitri Kuzmin fondò la casa editrice “Argo-Risk”, con la quale avrebbe pubblicato il suo Vavilon e Risk, una rivista letteraria omosessuale che uscì per la prima volta nel 1995. La tiratura dei libri editi da “Argo-Risk” fu di sole mille copie circa. La casa editrice è sempre stata un’azienda senza utili, sostenuta dai risparmi privati del direttore.

Come ha sottolineato Kuzmin nella prefazione al primo numero di Risk, “questa non è una rivista sugli omosessuali o per gli omosessuali. Noi trattiamo la situazione culturale contemporanea, vista da un’ottica specifica, ed è tutto molto vagamente connesso alle pratiche sessuali di chiunque”. Kuzmin, non solo scrittore e critico, ma anche imprenditore letterario, ha creato intorno a Vavilon e Risk una comunità di autori, molti dei quali erano illustri scrittori omosessuali della nuova generazione, Aleksandr Ilyanen, Vadim Kalinin, Aleksandr Ignashevich, Yaroslav Mogutin, Ksenia Marchenkova e altri. All’inizio degli anni Zero, tuttavia, entrambe le riviste cessarono le pubblicazioni. Risk era arrivata a quattro numeri (l’ultimo uscito nel 2002) e Vavilon ha chiuso nel 2003 dopo dieci numeri.

Con la fine degli anni Zero si è assistito a un germogliare della vita letteraria russa, con numerosi festival e letture organizzate in diverse città russe, da Mosca e San Pietroburgo a Ekaterinburg e Kaliningrad. Nel 2007 le poetesse di San Pietroburgo Nastya Denisova e Nadia Dyagileva, hanno organizzato il primo Festival della poesia lirica dell’amore lesbico (Flll, Festival of Lesbian Love Lyric poetry), organizzato in una singola giornata in un club di San Pietroburgo il 26 maggio 2007. Prima del festival le organizzatrici avevano postato un messaggio su Internet incoraggiando le poetesse lesbiche a presentare le loro composizioni. Nastya Denisova ricorda che “sono arrivate parecchie lettere, molte di più di quelle che erano state previste, e sono state scelte poetesse di diverse città e addirittura dall’estero”.

“Non avevamo un budget a disposizione – prosegue Nastya Denisova -, così non abbiamo potuto pagare le spese di viaggio e alcuni di loro non hanno potuto partecipare al festival. A loro nome Nadia o io salivamo sul palco a leggere le loro composizioni, così che anche le loro voci potessero essere udite”. Il secondo festival si è tenuto poco dopo, il 30 ottobre 2007 e ha attirato un numero considerevole di appassionati di poesia. In seguito al successo ottenuto, nel 2008 la casa editrice “Kvir” ha pubblicato una raccolta di poesie sull’amore lesbico intitolata “Le Lyu Li”, che ha avuto una tiratura di mille copie. Il libro contiene una raccolta di opere di 30 poetesse lesbiche, tra le quali Nastya Afanasyeva (insignita del premio letterario “Russian Premium”, 2006), Alla Gorbunova (insignita del premio “Debut” nel 2005), Tatiana Moseeva, Faina Grimberg e altre ancora, tra le quali poetesse dilettanti per le quali la pubblicazione delle loro opere nella raccolta ha rappresentato una novità.

Il terzo e ultimo festival della poesia dell’amore lesbico si è svolto il 31 maggio 2008 a San Pietroburgo. Dopo di allora il festival non è più stato organizzato in quanto, secondo le organizzatrici, “non sono state trovate altre autrici interessanti, così abbiamo deciso di sospendere il festival per un paio d’anni”. Come ha detto Denisova di recente, “sulla scia della maggiore ostilità nei confronti delle minoranze sessuali da parte dal governo russo, è diventato difficile e perfino pericoloso organizzare eventi del genere”.

Dmitri Kuzmin, che ammette anch’egli una battuta d’arresto nell’odierna produzione letteraria omosessuale in Russia, ritiene che la causa di questa situazione sia da far risalire alla comunità omosessuale stessa, molto poco organizzata, nella quale gli intellettuali non rivestono alcun ruolo, tanto che nessuna opera letteraria compare nell’elenco delle letture irrinunciabili. D’altro canto, molti autori omosessuali continuano con successo la loro carriera letteraria, e molti di loro sono stati insigniti del prestigioso premio letterario Andrei Belyj: Dmitry Kuzmin (2002), Aleksandr Ilyanen (2007), Nikolai Kononov (2009), e altri come Linor Goralik e Alexei Purin, sono regolarmente pubblicati sui periodici russi.

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