L'esposizione, organizzata nel Museo Storico di Stato della capitale russa, punta i riflettori sulla dinastia imperiale dei Romanov (Foto: Ruslan Sukhushin)
Al Museo Storico di Stato di Mosca, con l'accompagnamento musicale di un'orchestra militare di fiati, è stata inaugurata la mostra "I Romanov. Ritratto di una dinastia" (visitabile fino al 30 gennaio 2014). L'esposizione coincide con il 400mo anniversario della famiglia imperiale che resse le sorti della Russia.
Come spiega il curatore della mostra Evgenij Lukjanov, l'obiettivo principale è quello di far sapere come oltre a monarchi molto famosi come Pietro il Grande, Caterina la Grande e Nicola II, nella casata imperiale vi fossero anche altre personalità interessanti. Tra di loro vi furono anche degli artisti di talento, come la Gran Principessa Maria Fedorovna, consorte di Pavel I, che realizzò con le proprie mani le incisioni su pietra e su vetro dei ritratti dei membri della sua famiglia (queste opere sono esposte in un'apposita vetrina). Oppure si pensi all'attore, poeta e traduttore Gran Principe Konstantin Konstantinovich: in una fotografia del 1899, successivamente colorata, è raffigurato nelle vesti di Amleto, personaggio che egli interpretava nel teatro dell'Ermitage con il permesso dell'imperatore.
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Vi furono anche personalità dal destino insolito; prendiamo, ad esempio, quello della Gran Principessina Anna Pavlovna: eccola in un'incisione di un artista occidentale mentre incede solennemente sotto il braccio del consorte, il Principe d'Orange. Quando divenne regina d'Olanda, la principessa russa fu talmente benvoluta dal popolo che in suo onore fu addirittura dato il nome di Anna Paulowna a una città dei Paesi Bassi.
La mostra non ha solo un contenuto storico, ma anche artistico. Il percorso si sviluppa in ordine cronologico e la mostra illustra la storia del genere ritrattistico in Russia, dai primi ritratti degli anni 1670-1680, con le figure degli zar Mikhail Feedorovich e Aleksei Mikhailovich, fino alle fotografie del periodo prerivoluzionario. Tra gli autori compaiono nomi di spicco: un ritratto ufficiale di Nicola II dipinto da Ilia Repin; un busto di marmo raffigurante Aleksandra Fedorovna, realizzato da Mark Antokolskij.
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Ed ecco un'acquaforte di Ivan Kramskoj che ritrae l'erede al trono Aleksandr Aleksandrovich, il futuro zar Alessandro III, realizzata dall'artista sulla base del ritratto a olio da lui stesso dipinto.
Kramskoj chiamava le proprie stampe "biglietti di banca": le incisioni delle effigi dei monarchi da sempre venivano pubblicate in grandi tirature, erano apprezzate dal pubblico e rappresentavano una buona fonte di introiti per gli artisti.
In un acquerello del pittore di corte Mikhail Zichi è raffigurato un ricevimento tenuto al Palazzo d'Inverno il 5 aprile 1866, il giorno dopo il fallito attentato di Dmitri Karakozov. Da quel momento in Russia ebbe inizio l'epoca del terrorismo, ma nel disegno giunto fino a noi l'imperatore riceve gli auguri di quanti si congratulavano con lui per essersi miracolosamente salvato.
Nella sala successiva c'è una piccola fotografia in bianco e nero: è ancora Alessandro II, che tiene sulle ginocchia il figlioletto. Ai suoi piedi è accoccolato il cane preferito dell'imperatore, Milord, a tal punto affezionato al suo padrone che quando egli partì alla volta di Parigi per visitare l'Esposizione mondiale del 1867, il cane non resse alla separazione e ne morì.
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