Renata Litvinova: Il Paradiso è in Sicilia

L'attrice, regista e sceneggiatrice russa, ospite d'onore al Taormina Film Fest: "Voi italiani non vi rendete conto di dove vivete. Porterò via da qui la registrazione di qualche scorcio per il mio prossimo lavoro"

Ampia e lunga gonna nera in tessuto goffrato, camicia bianca, un filo di diamanti al collo, occhiali da sole con vetri sulla tonalità del marrone che, da vera diva, non ha mai tolto per tutta la durata della “TaoClass” a lei dedicata. Si è presentata così, Renata Litvinova, icona russa del cinema, alla lezione di cinema organizzata al Taormina Film Fest, al termine della proiezione di Rita's last fairytale, il suo ultimo lavoro inserito nel Focus Russia della rassegna, che la vede nella doppia veste di regista e attrice.

Il film è una riflessione poetica e surreale sulla morte. "Non divido il mondo in vivi e morti perché siamo tutti futuri morti. Smarrendo la paura della morte penso di aver capito la lezione della vita. Del resto a me non interessa rappresentare la realtà della vita che scorre – ammette Renata  Litvinova, che ricorda moltissime le dive del cinema in bianco e nero -. Mi interessa la versione autoriale del cinema, la fantasia che prende vita. I miei film rappresentano la mia visione personale delle cose".

Foto: Francesco Malavolta
L'attrice russa Renata Litvinova
al Taormina Film Fest
(Foto: Francesco Malavolta) 

Lei è sceneggiatrice, attrice, regista. Come riassumerebbe la sua biografia per il pubblico italiano che non la conosce?

Ho sempre adorato scrivere storie, ma non ero mai soddisfatta di come poi erano realizzate al cinema. Nel frattempo, lavorando come attrice per grandi registi russi ho appreso il loro lavoro. Così ho deciso di diventare regista per controllare personalmente tutti i passaggi delle mie storie. Il mio, però, è un caso più unico che raro, perché i miei film me li produco da sola investendo ciò che guadagno facendo la testimonial di prodotti di bellezza. Mi piace essere completamente libera. Sono una solitaria che si riconosce in una parola chiave: ossessione.

I suoi sono film di nicchia. Le piacerebbe che avessero una distribuzione in Italia?

Chiedo a lei: Il pubblico italiano è pronto per questa ricercatezza? Detto questo, sarei molto felice che il mio cinema potesse trovare posto nelle sale d’essai.

Lei dirige se stessa come altri grandi del cinema…

È stato frutto del caso. Recitare in un mio film mi pareva un atto di superbia, così per Rita’s last fairytale avevo contattato un’altra attrice che, però, ha dato forfait all’ultimo momento. Quindi mi sono arresa al destino. Penso a quando avevo 19 anni e ho avuto la possibilità di essere scritturata a Hollywood. Non sono mai partita, mi chiedo ancora perché. Forse se fossi andata, non sarei diventata questa solitaria ossessionata e non avrei fatto questi film.

Qual è il suo rapporto col cinema russo del passato? Quale il legame con i registi contemporanei?

Da Kira Muratova e Alexei Balabanov ho appreso la professionalità. La prima mi ha insegnato anche l'audacia e la forza di conservare me stessa. La nuova generazione di registi, invece, è “dislessica” in fatto di cinema, si rifà al videoclip e non conosce il vero linguaggio di questa arte.

Cos'è per lei Taormina, la Sicilia e l'Italia?

Essere qui in Sicilia per me è un grande lusso, dimentico ogni dieta. Voi italiani non vi rendete conto di dove vivete. Se fossi italiana avrei fatto tesoro di ogni secondo di vita in questa terra. Penso che il paradiso dovrebbe essere in Sicilia. Poi amo il modo in cui i registi italiani filmano le donne. Nessuno sa farlo meglio. Penso a Fellini, ad Antonioni, a Visconti.

Il consumismo, secondo lei, ha cambiato l’anima russa?

Molti dei russi che viaggiano all'estero sono ricchi della prima generazione. Spesso mi vergogno per come spendono il loro danaro. Sembrano gabbiani che gridano per esigere qualcosa. Non esistono più i mecenati di un tempo.

C'è un regista italiano dalla quale le piacerebbe essere diretta?

Non ho più ambizioni d’attrice. Voglio realizzare il mio cinema.

Quale attore o attrice italiana vorrebbe dirigere sul set?

Isabella Rossellini. Amo molto anche le attrici francesi, mi piacerebbe dirigere Fanny Ardant.

Ha mai pensato di ambientare in Italia una delle sue storie?

Ho portato con me la mia macchina da presa per filmare qualche scorcio di Taormina da inserire nel mio prossimo progetto di video-art.

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