Riccardo Cocciante (Foto: Michel Figuet /Boventoon BV)
In Russia lo chiamano Richard, non Riccardo, Cocciante, il nome con cui l’artista italo-francese nato a Saigon è conosciuto internazionalmente. Per i suoi estimatori sparsi in tutta la Federazione, più che per la sua attività di cantautore, è noto come l’autore di Notre Dame di Paris, l’opera popolare che l’ha reso una celebrità.
Non è un caso che le vicende di Esmeralda e Quasimodo, tratte dal romanzo di Victor Hugo, messe in musica da Cocciante siano state tradotte anche in russo. "Notre Dame de Paris è stato replicato molte volte in Russia, anche durante la recente tournée, conclusasi qualche mese fa, che ha visto l’opera on stage in tutta l’Asia", ha raccontato Riccardo Cocciante che ha inserito i provini da lui stesso eseguiti dei brani LunaDio ma quanto è ingiusto il mondo, tratti proprio da Notre Dame de Paris, in Memory Lane, l’ultimo dei cd contenuti nel quadruplo Sulle labbra e nel pensiero, "un’autobiografia in musica, perché io parlo e scrivo male", che esce in Italia il 28 maggio 2013.
"L’esordio in Russia di Notre Dame de Paris, che rimase on stage per due anni consecutivi, fu una rivoluzione – ricorda Cocciante -. Per dare una dimensione a questo fenomeno basti dire che la versione russa di Belle è conosciuta da Mosca fino all’ultimo paese della Siberia ed è stata reinterpretata da molti cantanti".
Adesso Riccardo Cocciante, che tornerà in Russia con Notre Dame de Paris alla fine del 2014, "forse – anticipa - con una versione francese", sta pensando al debutto nella Federazione di un’altra grande storia, quella degli amanti veronesi raccontata da Shakespeare e già rappresentata in Italia. "Mi piacerebbe portare in Russia Giulietta e Romeo in italiano – confessa l’artista – perché l’italiano e il francese sono delle lingue molto amate in quel Paese".
Tra i progetti di Cocciante c’è anche quello di un’opera musicale sulla vicenda dei Decabristi, i membri della società segreta esiliati in Siberia dallo zar Nicola I dopo il tentativo di colpo di Stato del 14 dicembre 1825, raccontata da Tolstoj nel romanzo Resurrezione. Un progetto di cui Cocciante parla ormai da alcuni anni e che conferma essere "ben riposto nei cassetti" nei quali fa maturare le sue idee.
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