La notte polare di Murmansk

Una cartolina da Murmansk nella notte polare (Foto: Alamy/Legion Media)

Una cartolina da Murmansk nella notte polare (Foto: Alamy/Legion Media)

Come sopravvivere in assenza di luce solare nella città russa oltre il Circolo polare artico più popolata al mondo

In Russia il numero di città oltre il Circolo polare artico tocca quasi la trentina. Il più grande centro abitato di quelle zone è Murmansk che è diventata l’ultima città fondata nell’Impero russo: nel 2016 compirà 100 anni. Ora ci vivono 307.000 persone.

“Sono stato a Murmansk tre giorni e tre notti”, dicono i soldati che hanno prestato servizio per tre anni oltre il Circolo polare. Qui l’anno si divide tra notte polare e sole di mezzanotte, quando il sole non va oltre l’orizzonte e per giorni interi vaga nel cielo senza meta.

Le stagioni a Murmansk, in generale, sono un concetto relativo. La colpa è della corrente del Golfo e del vicino Artico. A dicembre, se le temperature sono sopra lo zero, si può tranquillamente sentire la pioggia che picchietta sul tetto, mentre le nevicate a giugno e persino a luglio non sorprendono nessuno.La notte polare è uno dei fenomeni più deprimenti che ci sia: a Murmansk la totale assenza di luce si registra dal 3 dicembre all’11 gennaio, quando il momento di massima luminosità è al crepuscolo e il sole non compare proprio in cielo.

In questa città il concetto di dress code non esiste: a maggio di giorno si può incontrare una ragazza con la pelliccia di visone e gli stivali per mano a un ragazzo in maglietta, pantaloncini e sandali. Il mattino era inverno e dopo pranzo è estate, tutto qua.

Nell’estate del 1942 Murmansk venne praticamente rasa al suolo: il sole di mezzanotte che non tramontava diventò la maledizione della città. I caccia nazisti bruciarono tre quarti della città costruita in legno. Negli anni della guerra, Murmansk subì 792 incursioni aeree e 185.000 bombe, occupando il secondo posto dopo Stalingrado per intensità di bombardamenti.

“Edifici distrutti dalle bombe, sfregiati dal fuoco… Bisogna essere russi per rimanere qui. Se questa pace un giorno o l’altro dovesse arrivare, che venga presto tra la gente di Murmansk: se la sono meritata”, scriveva nel 1942 il giornalista americano Dave Marlowe nella rivista Harper’s magazine.

La capitale polare venne premiata due volte: nel 1982 con l’ordine della Guerra patriottica di I grado e tre anni dopo le venne aggiunto il titolo di “Città-eroe”.

“Nessuno ama la notte polare, quando è buio si vorrebbe dormire tutto il tempo. D’altra parte quando c’è il sole di mezzanotte non ti addormenti fino al mattino. Comunque pian piano ci si abitua. L’uomo riesce ad abituarsi a tutto…”, racconta Tatjana, direttrice della scuola n. 7 nel villaggio di Korzunovo, regione di Murmansk.

L’11 gennaio alla latitudine di Murmansk finisce la notte polare e nell’ultima domenica del mese la città ricorre la Festa del sole con concerti sulle piazze cittadine, celebrazioni popolari e ovviamente bliny.

Murmansk rappresenta le “porte marittime della Russia sull’Artico”; è una città di pescatori e marinai. Tuttavia, all’inizio, quando venne costruito un grandissimo porto, non bastavano i pescatori. La mancanza venne subito colmata: negli anni Venti del XX secolo, dopo una bella passeggiata serale di venerdì, ci si poteva ritrovare il mattino dopo in mare a bordo di un peschereccio: un nostromo e 3 marinai con  la carriola venivano spediti per le bettole locali e caricavano insegnanti, meccanici e rappresentanti di quasi ogni altra professione che avevano alzato il gomito. Dopo avergli fatto passare la sbronza li mettevano a lavorare.

Il principale fornitore di tali “quadri” era Shangai, uno dei quartieri della città abitato da cinesi. Per quanto possa sembrare strano i primi abitanti di Murmansk furono proprio i cinesi. Commerciavano il samogon (vodka di bassa qualità fatta in casa, ndr), la chanzha (vodka di origine cinese, ndr) e giocavano d’azzardo; il tutto, unito alla sconsideratezza dei costumi e all’impeto dell’anima russa, trasformò una giovane città di porto in una Cape Town oltre l’Artico.

Murmansk era nata in condizioni difficili, sostanzialmente dalla guerra e per la guerra. Durante il primo conflitto mondiale la Russia aveva pesantemente bisogno di rifornimenti di carichi alleati: l’unica soluzione era costruire un porto nel Golfo di Kolsk e una ferrovia che ci arrivasse da San Pietroburgo. La ferrovia fu costruita in un anno dai prigionieri tedeschi e austriaci, dai profughi dei governatorati occidentali e dai cinesi.

“La notte polare attirava prima di tutto con i rubli, - dice Oleg, capitano di un piccolo peschereccio. - Il coefficiente polare, l’aumento che pagavano per il lavoro in condizioni difficili, costringeva a farsi piacere l’oscurità senza fine. Ora non ti accorgi quasi più degli aumenti, ma anche all’oscurità ci si abitua in qualche modo…”.

Secondo le stime dei medici, la notte polare mette l’organismo a dura prova a causa della mancanza di ultravioletti e vitamine. Molti abitanti del Nord in quel periodo sperimentano uno stato di abbattimento e sonnolenza.

Durante la notte polare nelle scuole di Murmansk il ritmo è più tranquillo: in alcuni istituti scolastici le lezioni iniziano dopo il solito orario e sono ridotte.  Negli asili si organizzano procedure per irrobustire gli scolari e si danno loro le vitamine.

“Il sole di mezzanotte però è una favola. Non paghiamo l’elettricità, - osserva orgoglioso Vitalij, un tassista sulla piazza principale. - Solo che tutto quello che risparmiamo di giorno, ce lo freghiamo per l’elettricità nella notte polare…”.

Dopo il primo giorno trascorso in questo luogo capisci che vivere a Murmansk significa essere amanti dell’estremo. “Siamo seduti su una polveriera”, constata allegramente Andrej, un murmanskiano doc. “Vicino c’è la base della flotta del Nord, la Severomorsk, le basi dei sottomarini atomici, dentro il perimetro della città c’è la base dei rompighiaccio atomici, la stazione elettrica nucleare di Poljarnye zori, e in più il bacino idrico di Tulomsk che può mandare la città a mollo!”.

Grazie a Murmansk la Russia ha la prima piattaforma petrolifera resistente al ghiaccio del mondo, la prima imbarcazione sottomarina al mondo con un impianto nucleare energetico, l’unica flotta al mondo di rompighiacci atomici e l’unica direttiva di trasporto al mondo continuamente in funzione lungo l’Artico.

Murmansk è percepita in primo luogo come un importante porto strategico e un anello fondamentale del sistema di trasporto. La città è importante per il Paese sotto tutti i punti di vista. E al di là di tutto, per i 307.000 abitanti è in primo luogo un luogo familiare, con le sue notti polari e il vento forte, i versanti coperti di ghiaccio e gli stipendi del Nord.

La chiamano teneramente “Monamourmansk” e il suo profilo urbano poco accattivante è compensato con gli interessi dalla natura circostante: la tundra, le montagne, la tajga, i fiordi e il mare. E alzando la testa a guardare il cielo è possibile vedere quella che è forse l’unica meraviglia della notte polare: l’aurora boreale. 

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie