Depardieu divide i russi

La cittadinanza russa concessa all'attore Gérard Depardieu ha sollevato un vespaio di polemiche anche in Russia (Foto: PhotoXpress)

La cittadinanza russa concessa all'attore Gérard Depardieu ha sollevato un vespaio di polemiche anche in Russia (Foto: PhotoXpress)

Acceso dibattito sulla stampa del Paese, dopo che il Presidente Putin ha concesso la cittadinanza all'attore francese in fuga da Parigi

Per iniziare il 2013 in bellezza, il Presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto presidenziale per concedere la cittadinanza russa all'attore francese Gérard Depardieu, in cerca di asilo. Questo atto ha acceso un dibattito sulla stampa russa.

Il figlio del reggimento
Aleksandr Minkin, Moskovskij Komsomolets, 3.01.2013
Si può annunciare questa notizia sotto diversi aspetti:
1. Il Presidente della Federazione Russa ha concesso la cittadinanza russa all'ex cittadino francese per meriti per la patria.
2. Un evasore fiscale francese ha ottenuto l'asilo economico in Russia.
3. Un cattivo attore molto scortese ha beneficiato della benevolenza di un attore un po' più bravo.

Ma tre giorni dopo l'entrata in vigore di una legge cannibale (che vieta gli americani di adottare bambini russi, ndr), c'è un altro atto legislativo che si impone. La Duma, il Consiglio della Federazione (la Camera alta del Parlamento, ndr), l'Amministrazione presidenziale: c'è un reggimento agli ordini di Putin. Vietano l'adozione di bimbi bisognosi, ma hanno adottato tutti insieme un tipo in buona salute. Ciò rende Depardieu figlio del reggimento. Forse qualcuno gli spiegherà che non era il momento giusto per adottarlo. Ha saputo delle nostre nuove leggi così severe? O non ha nulla a che fare con gli orfani del suo nuovo Paese, se il denaro non conta? 

Per la gioia delle babushke
Vadim Levental, Izvestia
L'indignazione di Depardieu è comprensibile. Mentre nel 2012, secondo Bloomberg, le 100 persone più ricche del mondo hanno visto le loro fortune aumentare di 184 miliardi di euro, Depardieu dovrebbe condividere con i poveri francesi milioni di euro.

Il problema è che Depardieu deve essere l'unico contribuente onesto perché ha davvero avuto paura di fronte alla prospettiva di dover pagare 750.000 per ogni milioni di euro. Si tratta di un artista.

Per il nuovo anno, il Presidente non ha tanto fatto un regalo a Depardieu, quanto piuttosto a tutte le babushke follemente innamorate del cattivo ragazzo romantico di venti, trenta anni. Sono le babushke, è la Russia. Ora esse si accontentano: prima l'hanno difeso, ora è un po' di noi.

Il caso di Depardieu è davvero esemplare e tutto il dibattito su questo argomento è una mancanza di gusto monumentale. Ma una cosa rimane incomprensibile: di anno in anno, il mondo sta peggiorando, ma i Paesi più ricchi del mondo stanno diventando più ricchi ogni anno...

Depardieu divide i russi
Artur Solomonov, Novaïa Gazeta, 04.01.2013
La concessione della cittadinanza russa a Depardieu ha provocato nell'opinione pubblica due sentimenti simultanei e violenti. Il primo: l'attore ha ottenuto la nostra cittadinanza, subito dopo la promulgazione di una legge bastarda (che vieta l'adozione di bambini russi da parte degli americani, ndr). Questo significa che è lui stesso un bastardo. Un cannibale e un idiota. In più è grande. Si tratta di un francese che ha bevuto tutto il suo talento, che non era poi più di tanto.

Il secondo: gloria alla nostra grande patria, il grande Gerard è con noi. La Russia scambierebbe volentieri tutti gli attivisti dell'opposizione con un attore francese. È un bene per il clima degli investimenti. Questa storia è fantastica. Depardieu ha ottenuto la cittadinanza russa, a nome del benessere finanziario. Ma il paradosso è che in Russia a cercare benessere finanziario deve essere Gérard Depardieu. Chi non è Gérard non lo troverà.

Depardieu è stato a lungo un attore in declino. Si poteva vedere nei festival disertati anche da stelle russe. E, contrariamente a quello che cerchiamo, non c'è nulla di simbolico nel suo desiderio di salvare la sua fortuna da una tassa che considera ingiusta.

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