(Foto per gentile concessione di Piero Bosco)
Da Alba (Cuneo) all’isola di San Lorenzo, in nome di Giacomo Bove. Il viaggio condotto ad agosto 2012 da Piero Bosco, guida polare piemontese lanciatasi sulle orme dell’illustre esploratore e conterraneo ottocentesco, ha riportato la Chukotka sulle mappe italiane.
A distanza di 135 anni dall’impresa della baleniera Vega, grazie a cui venne trovato il passaggio a Nord-Est fra Oceano Artico e Pacifico, sono stati infatti individuati i punti d’approdo della prima spedizione che studiò i territori dell’estremo Artico siberiano, aprendo la strada a future collaborazioni fra Italia e Russia.
Ad attivarsi immediatamente è stata l’Associazione Giacomo Bove di Maranzana, che per bocca della sua presidente Maria Teresa Scarrone ha dichiarato di voler “apporre una targa commemorativa nella baia Penkingnei, dove la Vega sostò per ben tre giorni e condusse alcune delle ricerche scientifiche più importanti sull’area, oltre a promuovere la Chukotka attraverso mostre tematiche, incontri pubblici ed eventuali iniziative di scambi bilaterali”.
Nata nel 2004 per preservare la memoria dei viaggi di Bove, il cui nome è celebrato anche in Patagonia (1880-1883) e nel bacino del Congo (1885), la piccola associazione di Maranzana (in provincia di Cuneo) dispone di buona parte del materiale documentaristico raccolto in Chukotka, a partire dagli studi idrografici commissionati all’esploratore italiano, per arrivare al preziosissimo archivio fotografico che fece scoprire in Occidente usi e costumi dei chukcki e degli eskimo. “Già due anni fa avevamo tentato di allestire alcuni memoriali attraverso la spedizione nell’Artico del pronipote di Amundsen – ha ricordato Maria Teresa Scarrone – ma è stato impossibile raggiungere la Chukotka via terra, per via degli acquitrini che hanno bloccato i camion all’altezza degli Urali. Grazie alla grande esperienza di Bosco, invece, ora sarà più semplice muoversi per le località indicate nel diario di Bove, nel quale si fa riferimento anche ad alcune isole all’altezza di Dikson già battezzate con nomi italiani. Ridando valore ai legami storici fra Italia e Russia, auspichiamo s’intensifichino i flussi turistici fra i nostri due Paesi. A Maranzana aspettiamo tutti a braccia aperte, per far conoscere la bellezza agreste del Monferrato e la bontà dei nostri vini”
Ad esser stato accolto con insospettabile calore, per ora, è stato però Piero Bosco, non nuovo a questi viaggi di frontiera. Ecco la sua testimonianza.
Da 15 anni
viaggia agli antipodi del mondo: ad aprile 2012 è stato in missione nella Terra del
Fuoco con gli alpini italiani. Ad agosto in Chukotka con un gruppo di dodici
appassionati di Artico. Cosa le ha lasciato l’ultima impresa?
Ho iniziato
a esplorare le zone artiche per passione, ma ora mi propongo come guida per chi
voglia calarsi direttamente nella vita degli abitanti locali, senza
intermediazioni.
Non a caso nelle due settimane trascorse in Chukotka siamo stati sempre
ospitati nei rifugi d’emergenza dei cacciatori di balene della costa o nelle
tende dagli allevatori di renne dell’entroterra. Proprio la necessità
d’inventarsi ogni giorno un modo per scampare alle condizioni estreme
dell’ambiente è la lezione più edificante lasciataci dalla Chukotka: non
importa chi tu sia o da dove venga, è il lavoro che affratella. Per permetterci
di proseguire nel viaggio, un intero villaggio ha sacrificato tutta la notte
per far ripartire il nostro cingolato.
Nel suo
curriculum appaiono già due viaggi all’attivo in Chukotka. Il primo nel 2003,
in barca lungo la costa artica settentrionale. Il secondo nel 2008, in
elicottero verso l’isola di Wrangler, su invito del governo. Che Chukotka ha
trovato ogni volta?
Grazie al
governatorato di Roman Abramovich, dal 2000 al 2008, la regione si è
letteralmente trasformata da gelida periferia del mondo a una delle repubbliche
socialmente meglio organizzate. Basti pensare che, ogni anno, il governo offre
ai bimbi vacanze gratuite sul Mar Nero. Stando alle rilevazioni di Bove,
l’habitat locale sta però cambiando: per la prima volta nella storia, l’estate
scorsa non è stato possibile avvistare alcun tricheco sull’isola di
Arakamchechen, nota per essere il loro punto prediletto di riproduzione.
In che modo
il viaggio di Bove è stato d’ispirazione e come potrà rafforzare i legami fra
Italia e Russia?
Innanzitutto
la rotta della Vega nello Stretto di Bering ha sancito le nostre stesse tappe,
raccolte fra Provideniya, Novoye Chaplino, la baia di Sekliuk e lo stretto di
Senyavina, presso cui vorremmo apporre una targa commemorativa già nell'estate 2013. Dall’altra abbiamo vissuto in mare le stesse sensazioni
raccontate nei diari, soprattutto quando siamo rimasti alla deriva durante
tutta una notte, impiegando ben una settimana per raggiungere Provideniya da
Anadyr a causa del maltempo. Le sue osservazioni ci hanno fra l’altro guidato
nel riconoscimento degli animali, dalle colorate Alche alle Pulcinelle dai
Ciuffi, affascinando persino alcuni rappresentanti governativi del Territorio
di Krasnoyarsk, incontrati durante il viaggio. Con loro, vista la contiguità
territoriale rispetto alla Chukotka, è appunto scaturita l’idea di ripristinare
un percorso storico nell’Artico russo.
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