Vignetta di Dmitri Divin
Cosa fare se il bambino si dedica alla lettura? Come dottore, spesso mi viene posta questa domanda. Proverò a dare una risposta.
Per cominciare: cos'è che deve farvi insospettire? Gli indizi sono ben noti: il bambino esce di meno a giocare, comincia a prendere voti migliori a scuola, a cercare la solitudine con un libro, nella sua stanza o magari nel bagno... Se gli si domanda a cosa gli serve il libro, il bambino appare turbato, fugge il vostro sguardo, adduce goffe spiegazioni: "È finita la carta igienica", "Mi serve da mettere sotto un piedino dell'armadio", "Volevamo fare a librate con Petr...".
La situazione è particolarmente allarmante quando più bambini si dedicano alla lettura insieme, si raccolgono in gruppo, discutono di ciò che hanno letto. Molti credono che questo vizio ce l'abbiano solo i maschi, ma, ahimè, non è così! Anche tra le bambine è altrettanto frequente cominciare a leggere fin dalla più tenera età, l'età dell'innocenza.
Che fare dunque, se il vostro bambino legge? Innanzitutto, non dovete spaventarvi! Per mezzo di sondaggi anonimi i medici hanno stabilito che il 99 per cento delle persone in un qualche momento della loro vita si è dedicata alla lettura; il restante un per cento ha rimosso il ricordo di questo fatto. I bambini sono attratti da tutto ciò che è per loro nuovo e sconosciuto, perciò è inevitabile che arrivi un momento in cui si interessino a un libro, lo prendano in mano e comincino a studiarlo.
In secondo luogo, non bisogna spaventare i bambini! Se entrando nella stanza di vostro figlio lo trovate sdraiato e intento a leggere, fate finta di niente. Non servono nemmeno le frasi-spauracchio dei tempi medievali: "Guarda che diventi cieco", "Ti tagli le dita con la carta", "Il midollo spinale ti si rinsecchirà, mentre ti si svilupperà il cervello", "A forza di girare le pagine ti verranno i calli alle mani".
Certo, è vero, la lettura danneggia la vista e ci si può tagliare con la carta. Ma la cosa non è poi così tragica! L'interesse per la lettura nell'età infantile è naturale. Cercate di distrarre l'attenzione del bambino con altre attività, sport, lavori di casa, videogiochi, o anche avviandolo a bere birra (molti lo ritengono un sistema rischioso, ma la birra è un ottimo mezzo per distogliere dalla lettura). Si possono mostrare al bambino dei fumetti, che contengono pochissime parole e molte immagini: è un buon metodo per dirottare gradualmente il suo interesse.
In terzo luogo, rivolgetevi a uno specialista per avere aiuto. Noi consigliamo di rifilare di soppiatto al bambino un libro di Lev Tolstoj, Fedor Dostoevskij o Maksim Gorky. I classici sono uno dei metodi più collaudati per suscitare nel bambino una sana repulsione per la lettura. Ma lo specialista potrà consigliarvi anche altri titoli particolarmente indicati.
In quarto luogo, parlate apertamente con vostro figlio. Ditegli che comprendete il suo interesse per la lettura, che anche voi ci siete passati e che prima o poi anche lui riuscirà a liberarsi della sua cattiva abitudine. La comprensione e la concordia in famiglia sono la chiave del successo.
In quinto luogo, ricordate che il processo di guarigione sarà lungo e che le ricadute saranno inevitabili. Durante il servizio militare o trovandosi senza computer e senza televisore, dopo un litigio con il fidanzato o la fidanzata, i vostri figli possono tornare a essere attratti dai libri. Si sa di casi in cui persone anche di età venerabile, trovandosi ad affrontare un momento difficile della loro vita, si sono date alla lettura incessante e incontrollata.
Comunque, quanto prima comincerete a lottare contro questo vizio, tanto maggiori saranno le probabilità che i vostri figli gettino via il libro e non lo prendano mai più in mano!
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