Ricordando la battaglia di Stalingrado

Un momento della battaglia di Stalingrado, ricostruita il 19 novembre 2012 (Foto: Itar-Tass)

Un momento della battaglia di Stalingrado, ricostruita il 19 novembre 2012 (Foto: Itar-Tass)

Al Mamaev Kurgan di Volgograd è partita un'iniziativa che rende immortali, 70 anni dopo i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale, 17.000 caduti sovietici, rimasti finora sconosciuti

Il 19 novembre 2012, nel 70° anniversario dell'inizio della controffensiva delle truppe sovietiche nei pressi di Stalingrado, al cimitero-memoriale di guerra del Mamaev Kurganè stata inaugurata l'inedita iniziativa "Restituite al soldato il suo nome": l'affissione di 1.500 targhe memoriali con i nomi di 17.000 difensori della città, finora ignoti.

I loro nomi sono stati individuati nel corso degli ultimi tre anni, grazie all'enorme lavoro di indagine svolto dalla sezione ricerche del complesso museale "La battaglia di Stalingrado". Sono gli eroi che riposano sulla collina più importante della Russia, nella Piccola e nella Grande fossa comune.  

La Piccola fossa comune è situata sul pendio Sud del kurgàn (collina che ospitava un'antica sepoltura a tumulo, ndr). È una sepoltura degli anni 1948-49 in cui si trovano i soldati caduti proprio lì, 102 metri sopra il livello del mare. Si tratta di 1.500 combattenti, che per lo più servivano nella 284ma divisione, uno dei cui compiti era quello di mantenere il possesso della collina e non scivolare verso il Volga. Nella Grande fossa comune, subito sotto la scultura della Madre Patria, riposano le spoglie di 34.500 soldati e ufficiali sovietici caduti nella difesa di Stalingrado. Furono trasportati qui durante i lavori di ricostruzione della città devastata. Molte persone prima d'ora non sapevano dove fossero sepolti i loro cari.

"Per 67 anni la nostra famiglia ha cercato dove fosse sepolto il fratello maggiore di mio padre, Aleksandr Micheevic Tsirjulnikov, - racconta un abitante del villaggio Kumylzhenskaja della regione di Volgograd, Aleksej Tsirjulnikov. - Era il comandante di un reparto di carristi, morì eroicamente, dopo aver distrutto cinque punti di fuoco del nemico e ucciso più di 300 soldati di Hitler.  Fu decorato dopo la morte con la Stella Rossa. Mia nonna ricevette un avviso dov'era scritto che era stato sepolto nel quartiere Voroshilov a Volgograd. Ma la via indicata in quella lettera non esiste più da molto tempo. I collaboratori del museo hanno stabilito che i suoi resti furono trasportati al Mamaev Kurgan. Ora abbiamo scoperto che il tumulo tanto caro alla nostra famiglia, quello che abbiamo cercato per così tanto tempo, è la collina più importante della Russia".     

Il nome di Aleksandr Tsirjulnikov è inciso sul muro del cimitero-memoriale di guerra. Il nome di Nikifor Fedorovich Izraztsov è invece tra quelli che verranno incisi sul muro prossimamente, con altri 17.000 combattenti. Anche la sua tomba è stata cercata per decenni dai parenti, ma solo di recente si è potuto stabilire che era sepolto nel kurgàn.  

"L'affissione delle targhe è un momento molto commovente, - dice il pronipote del caduto Aleksandr Izraztsov. - La nostra famiglia aveva perso ogni speranza di ritrovare la tomba del mio prozio. Combatteva nella 49ma divisione fucilieri, morì nel 1942 a Stalingrado, ma non abbiamo mai saputo dove fosse la sua tomba.  Siamo molto grati ai ricercatori".

"Quando ho saputo quanti nomi di soldati della Wermacht sono stati resi immortali e quanti di caduti sovietici, sono rimasto scioccato, - dice il direttore del complesso museale "La battaglia di Stalingrado" Aleksej Vasin -. Nel cimitero dove sono sepolti i soldati tedeschi caduti nelle battaglie per la presa di Stalingrado, nel villaggio Rossoshki della regione di Volgograd, sono scolpiti nel granito 117.000 nomi dei nostri ex nemici. Il numero di soldati dell'Armata Rossa caduti nella battaglia di Stalingrado e immortalati non arriva a 15.000. Credo che questa situazione sia un'offesa alla memoria dei soldati sovietici caduti e anche a noi che ne siamo gli eredi. È necessario porvi rimedio con un lavoro mirato. Il lavoro di ricerca scientifica presso la direzione del Mamaev Kurgan è stato costante, e vi hanno partecipato dipendenti del museo e volontari". 

Gorgonij Michajlovich Podjakov, un veterano della Grande Guerra Patriottica (il nome dato alla Seconda Guerra Mondiale in Russia, ndr) originario della regione di Vologda, che partecipò alla battaglia di Stalingrado, insieme alla direzione del Mamaev Kurgan ha ricostruito i nomi di oltre 3.000 suoi compaesani caduti negli scontri per la presa di Stalingrado.  

Un vero balzo in avanti nel lavoro di ricerca è stato compiuto nel 2009, quando presso il museo è stata creata una sezione per la ricerca.  Nel frattempo si stava già rapidamente ampliando la banca dati generale di "Memorial". Questo progetto del Ministero della Difesa, unico nel suo genere e mai visto in nessun altro Paese del mondo, volto a numerare i documenti di archivio e a creare un sistema informativo globale su Internet, ha fornito nuove possibilità alla ricerca. I 17.000 nomi dei soldati sepolti al Mamaev Kurgansono il risultato di tre anni di lavoro dei collaboratori del museo. 

Ma una cosa è stabilire il nome dei caduti, altro è renderli immortali. E anche questo non è stato facile. Il cimitero memoriale di guerra del Mamaev Kurganfu fondato nel 1995. Furono radunate qui per la sepoltura le spoglie dei combattenti che i ricercatori avevano trovato nel territorio della regione di Volgograd. Al memoriale c'è un muro lungo 100 metri su cui sono affisse le targhe con i nomi dei soldati dell'Armata Rossa sepolti nel kurgàn. Diciotto anni fa, quando il cimitero fu aperto, sul muro erano scritti circa 6.500 nomi di caduti sovietici. Poi però il lavoro venne tralasciato per molti anni. Fu ripreso nel 2011, e sul muro comparvero 430 nuovi nomi; poi, nell'agosto 2012 se ne aggiunsero altri 216. L'idea di perpetuare il ricordo di ben 17.000 soldati e ufficiali in una sola volta non ha precedenti, non solo nella storia della Russia post-sovietica, ma anche in quella dell'Urss.  

"L'importanza di questa iniziativa è enorme, - dichiara il direttore del complesso museale "La battaglia di Stalingrado" Aleksej Vasin. - L'affissione delle targhe è stata finanziata dal Ministero della Cultura della Russia. Abbiamo trovato comprensione, le nostre ragioni sono state ascoltate, e il lavoro, che si trovava a un punto morto, è ripartito".   

L'affissione di 1.500 targhe memoriali costerà al bilancio statale 10 milioni di rubli (poco più di 300.000 dollari). I lavori di installazione saranno conclusi entro il 2 febbraio 2013, per il 70° anniversario della vittoria della battaglia di Stalingrado.   

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