Bajkal da sogno

Il Bajkal si estende per 636 chilometri, una distanza pari a quella tra Mosca e San Pietroburgo (Foto: Lori/LegionMedia)

Il Bajkal si estende per 636 chilometri, una distanza pari a quella tra Mosca e San Pietroburgo (Foto: Lori/LegionMedia)

Esplorando una delle sette meraviglie della Russia, patrimonio dell'Unesco, abitata da migliaia di specie vegetali e animali

Una barchetta di legno, come una culla, dondola sull’acqua. Sopra la testa soltanto il cielo azzurro e le ali delle rondini che sfiorano le nuvole.

Se sporgi la testa oltre il bordo vedi sotto di te 40 metri di acqua diafana come l'aria, ghiaccio a pezzi e un prisma di colori che si dilegua in una plumbea oscurità ricolma di pesci e piante rare. L'acqua del Bajkal è incredibile, come il lago: insolitamente pulita, molto ossigenata e con caratteristiche che la avvicinano a quella distillata. I siberiani la reputano curativa e per loro il lago altro non è che un mare d'acqua dolce.

Aggirarsi da queste parti d’inverno è come camminare su uno specchio ultraresistente. Durante il conflitto russo-giapponese del 1904 sul ghiaccio del Bajkal venne costruita una linea ferroviaria per il trasporto di 65 locomotive con 2.300 vagoni carichi; il ghiaccio tenne. In primavera i banchi di ghiaccio color turchese si rompono e si allontanano l’uno dall’altro, rivelando il tremolio delle acque. Per essere un vero e proprio mare gli manca soltanto il vento salato.

Il Bajkal è situato quasi al centro dell’Asia, alla latitudine di Mosca e di Londra. Il suo livello supera di 445 metri quello dell’oceano mondiale e il fondo del lago si trova quasi 1.200 metri più in basso del livello dell’oceano. Nella regione montuosa del Bajkal, circondata da ogni lato da alti crinali, il lago si estende per 636 chilometri, una distanza pari a quella tra Mosca e San Pietroburgo. Per superficie è paragonabile al Belgio, con una popolazione di 10 milioni di abitanti, numerose strade, centri industriali e città.

Il Bajkal è un intero mondo, diverso da tutti gli altri, abitato da migliaia di specie vegetali e animali, da pesci e microrganismi che non si vedono in nessun altro bacino d’acqua del globo terrestre, un microcosmo con un ritmo di vita, un ecosistema e delle tradizioni particolari.

L’acqua limpida si increspa. Il verchovik, un vento nordorientale che arriva sul lago dalla valle del fiume Angar, annuncia bel tempo. Se il verchovik soffia significa che a Sud del Bajkal ci sarà tempesta: onde alte quattro metri si infrangeranno sulle rocce e gli orsi bruni lasceranno le coste rocciose per nascondersi tra i pini della foresta.

Il timoniere dal viso rotondo scruta accigliato i rilievi verdeggianti. “Il Bajkal ha molte facce – fa un sospiro – in una volta sola non lo puoi afferrare tutto. Qualcuno se lo ricorda calmo e tranquillo, altri ne vedono soltanto i cavalloni bianchi delle onde e gli scogli di granito. Dipende dalla sorte. Da noi però si dice che se almeno una volta nella vita hai visto il Bajkal la sorte con te è già stata buona…”.

Lo scrittore russo Valentin Rasputin:

“Il Bajkal dovrebbe schiacciare una persona con la sua imponenza e le sue dimensioni – è tutto così grande, ampio, vasto e misterioso – e invece, al contrario, la innalza… In nessun altro luogo avrai la sensazione di una fusione e un’immersione nella natura così piena e desiderata…”

L’opinione ufficiale dei geofisici afferma che il Bajkal si sia formato 25-30 milioni di anni fa e sia il lago più antico del mondo. Si stende su un’enorme depressione, limitata dalle fratture della crosta terrestre, che continua ad allargarsi di circa 2 cm all’anno, in maniera simile al distacco del continente africano e sudamericano; ciononostante gli scienziati non hanno trovato alcun segno di invecchiamento del lago. Questo ha permesso di formulare l’ipotesi secondo cui il Bajkal sarebbe un oceano ai suoi albori. Se tutti i fiumi della terra si immettessero nel Bajkal ci vorrebbe un anno per riempirlo.

Le dimensioni eccezionali e le caratteristiche uniche di questo lago-mare hanno ispirato decine di scrittori, pittori, registi e poeti russi. “Il Bajkal dovrebbe schiacciare una persona con la sua imponenza e le sue dimensioni – è tutto così grande, ampio, vasto e misterioso – e invece, al contrario, la innalza… In nessun altro luogo avrai la sensazione di una fusione e un’immersione nella natura così piena e desiderata…” ha scritto tra i suoi appunti sul Bajkal lo scrittore russo Valentin Rasputin.

Anton Chechov, Nikolaj Rerich, James Cameron, la lista delle personalità artistiche che si sono fatte ispirare dal Bajkal è molto più lunga. Cameron non cercava soltanto l’ispirazione, ma anche il fondamento scientifico per le riprese di “Titanic” e “Avatar”. L’ultimo volta si era immerso sul fondo del lago nel minisommergibile “Mir-1”, accompagnato da un gruppo della spedizione di ricerca scientifica “Miry na Bajkale” (Mondi sul Bajkal Ndr), al cui interno sono già state condotte 52 immersioni profonde.

Il lago non attira soltanto l’attenzione di registi e scrittori, ma, in primo luogo, dei ricercatori; a cavallo tra i due secoli sul lago è stato installato un telescopio per neutrini unico nel suo genere e a marzo 2013 gli scienziati stanno pensando di avviare una stazione abissale di ricerca, i cui dati permetteranno di prevedere i terremoti con più di quarantotto ore di anticipo. L’area del Bajkal, chiamata dai ricercatori “zona del Rift di Bajkal”, fa parte dei territori ad alta sismicità: a Irkutsk e nelle città della Buriazia situate vicino al lago si osservano regolarmente forti terremoti il cui epicentro si colloca nella regione del Bajkal.

Il fatto

Nel 1996 il Bajkal è stato incluso nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco e nel 2008 su votazione popolare è stato decretato una delle sette meraviglie della Russia

Il Bajkal è imprevedibile, sul lago il tempo cambia ogni ora e nonostante ciò il Pribajkale (la regione della Siberia orientale attigua all’area occidentale del lago Bajkal, ndr) occupa il secondo posto sulla terra, dopo la California, per numero complessivo di ore di luce solare. Nel paesino di Goloustnoe, per esempio, il sole splende per 2583 ore all’anno.

Il Bajkal è un posto incredibile, dove le leggende dei buriati convivono con i riti dei vecchi credenti, i telescopi ad alta tecnologia studiano i pesci preistorici, i vulcani sottomarini sono attivi, la luce del sole inonda le coste e il vento del nord porta sul lago tempeste di dimensioni oceaniche. L’acqua del Bajkal potrebbe dare da bere a un numero di persone dieci milioni di volte superiore a quello che oggi abita il pianeta e per circumnavigare il lago occorrono quattro mesi a piedi, camminando ogni giorno. Nel 1996 il Bajkal è stato incluso nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco e nel 2008 su votazione popolare è stato decretato una delle sette meraviglie della Russia. 

La barchetta si avvicina alla sponda rocciosa. Per uscire bisogna saltare nell’acqua gelata e aiutare la guida a trascinare la barca sulla ghiaia piana. Tra questi boschi si aggira il mosco, il cervo più piccolo del mondo. È difficile pensare che sul Bajkal esista qualcosa che non sia “il più”. Forse soltanto il cielo, così azzurro, senza nemmeno una nuvoletta, sembra essere identico per tutti. A Sud presto inizierà una tempesta, ma sulla riva settentrionale nessuno lo verrà a sapere.

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