Valerija Sinjushkina (Foto: Slava Petrakina)
Nel 2002 Valerija Sinjushkina,biondina venticinquenne, si è diplomata alla scuola di moda La Cambre di Bruxelles e ha presentato la collezione Omsk della sua tesi finale in Francia. All’International Festival of Fashion and Photography di Hyères la collezione ha poi vinto il premio Henri Bendel ed è stata acquistata dall’omonimo negozio che ha sede a New York.
All’epoca Valerija si era appena lasciata col suo fidanzato e la collezione rifletteva i suoi tormenti esistenziali; tormenti che era più facile sopportare in compagnia di ragazze allegre e divertenti, anche se immaginarie, che portavano da ogni Paese sempre qualche novità. Fu così che nacque la sua linea “Girls from Omsk”.
Le sue Girls sembrano immaginarie Lolite uscite dal romanzo di Nabokov che vivono nella città siberiana di Omsk e sognano di viaggiare, a bordo di una motocicletta con i loro fidanzati. Risale al 2007 la prima vera collezione ufficiale di Valerija in stile streetwear: jeans, t-shirt con stampe dai colori vivaci e giacche. Negli ultimi cinque anni le sue “ragazze” sono già state a Los Angeles, New York, Londra, Berlino, Mosca e in Messico.
Foto: Slava Petrakina
Dall’ultimo viaggio a Parigi, nell’inverno 2010, le girls sono tornate più femminili e il loro stile streetwear si è trasformato in casual fashion: “Abbiamo cominciato a confezionare i nostri capi con materiali più di qualità e ci siamo messi a produrre abiti eleganti, ma anticonvenzionali e con un tocco di humour”.
“Abbiamo abbandonato le Girls per diventare semplicemente Omsk Belgium, perché i ragazzi possano vestire con noi con maggior comfort - continua Valerija -. E inoltre la nostra collezione è destinata a un pubblico dai 25 ai 40 anni”.
Valerija è la stilista, mente e motore dell’azienda, ma in questa impresa non è sola. Fin dall’inizio è stata affiancata nel suo progetto da Philippe Koeune:“Philippe è il mio partner fidato. Non abbiamo né sponsor, né angeli custodi perciò dobbiamo contare solo su noi stessi e sulla nostra disciplina”. Philippe, che è anche designer grafico e ha disegnato la collezione maschile, ha seguito un corso di business management che ora gli è d’aiuto per risolvere i problemi commerciali dell’azienda. A collaborare di tanto in tanto come designer grafico con il marchio russo-belga è anche Irina Kikina, designer tessile a Londra per varie griffes.
Foto: Slava Petrakina
“Siamo presenti in negozi multibrand in molti Paesi: Belgio, Francia, Giappone, Russia, Spagna, Hong Kong, ecc., ma ora ci sembra più conveniente incrementare la vendita on line, anziché pensare a un brand store”, spiega Valerija.
A detta di Philippe, che si occupa degli aspetti commerciali del marchio, attualmente la vendita on line garantisce il 25 per cento dei ricavi, ma la società conta su un potenziamento di questo settore.
Valerija e Philippe vivono in Belgio. Che c’entrano quindi la Russia e la città siberiana di Omsk? Il padre di Valerija, Valerij Sinjushkin è originario di Omsk, ma Valerija è stata laggiù solo una volta, mentre va spesso a Mosca.
Alla fine degli anni ’70 il padre di Valerija lavorava come rappresentante dell’Aeroflot in Svizzera ed è lì che Valerija è nata. Dopo aver lavorato a Montreal, nel ’92 si è trasferito a Bruxelles dove Valerija ha potuto frequentare la scuola di moda.
“In questa scuola si viene formati per lavorare per le più importanti maison e le griffes più esclusive come Balenciaga, Martin Margiela, Jean-Paul Gaultier. Anch’io ho lavorato per una grande azienda produttrice di jeans, ma ho capito che per carattere sono insofferente alla gerarchia e ho sentito il bisogno di esprimere la mia visione del mondo nelle mie creazioni”.
Le radici russe di Valerija trovano incarnazione anche in un’altra linea della griffe: Omsk Icons. Per questa linea vengono selezionati personaggi del mondo della cultura e della storia russa che finiscono stampati su t-shirt e tolstovki, le tipiche camicie alla Tolstoj col laccio alla vita. Sono già stati immortalati come “icone” lo scrittore Anton Cechov, il poeta Vladimir Majakovskij, il musicista Viktor Tsoy, Vladimir Vysotskij e per questa stagione anche Lev Tolstoj.
“Cerchiamo di non annoiare la gente con la nostra storia. Forse a qualcuno non interesserà sapere chi è il muzhik con la barba riprodotto sulla t-shirt, ma per noi è un piacere spiegare per quale motivo abbiamo scelto certe stampe. C’è chi reagisce con scetticismo dicendo che la nostra è una scelta snob e intellettualistica, o chi, invece, è assolutamente indifferente a ciò che indossa, ma noi ci sforziamo di proporre qualcosa di nuovo non solo sul piano visivo, ma anche intellettuale. Dopo tutto siamo un marchio europeo che vanta radici russe”, conclude la giovane stilista.
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