Traduzioni, un premio per l'Italia

Al Congresso dei Traduttori di Mosca, lo slavista Alessandro Niero è stato premiato per la sua nuova versione dell’opera del poeta russo Dmitri Prigov, “Trentatré testi”. Primo posto per l’inglese John Elsworth

Foto:Elena Pochetova

“Mi occupo dell’opera di Belij da una vita, molti anni fa feci il primo tentativo di traduzione del romanzo "Pietroburgo", ma non mi riuscì. Fu un disastro. Era molto difficile trovare uno stile inglese adatto. Così lasciai perdere. Poi, dopo molti anni, capii che bisognava reinventarlo, costruirlo”. L’inglese John Elsworth, professore emerito presso l’Università di Manchester, ha ottenuto il premio “Read Russia” per la miglior traduzione di un’opera letteraria russa in un’altra lingua nella sezione “Letteratura russa del XX secolo”, durante il secondo Congresso dei Traduttori di Letteratura Russa di Mosca. Il romanzo di Andrei Belij “Pietroburgo” nella sua traduzione è uscito a tiratura limitata presso la casa editrice "Pushkin Press".

“Belij non diventerà mai uno scrittore popolare - ha spiegato Elsworth a Russia Oggi -. Chiunque si occupi della sua opera lo sa. È curioso però, lo sanno tutti, che Vladimir Nabokov negli anni Sessanta definì “Pietroburgo” una delle quattro opere somme del Novecento. I lettori inglesi conoscono questa massima, ma non il romanzo. E le traduzioni finora esistenti non erano, a quanto pare, sufficientemente convincenti da attirare l’attenzione della grande cerchia dei lettori o almeno di una cerchia un po’ più ampia. Valeva quindi la pena fare ancora un tentativo”.

Per la sezione “Poesia” il premio è stato assegnato ad Alessandro Niero (Italia). Al concorso ha presentato la traduzione del libro “Trentatré testi” (casa editrice “Terra Ferma”) di uno dei fondatori del concettualismo moscovita, il poeta e pittore Dmitri Prigov. Niero è autore dell’antologia “Otto poeti russi”, vincitrice del premio del Ministero italiano per i beni e le attività culturali (2006) per la traduzione e la diffusione della poesia russa contemporanea. Attualmente Alessandro Niero insegna letteratura russa presso l’Università di Bologna.

Migliore traduttore della sezione “Letteratura russa contemporanea” è stata nominata Hélène Henry-Safier (Francia) per la traduzione del libro di Dmitri Bykov “Pasternak” (casa editrice “Fayard”).

Hélène Henry-Safier insegna storia della poesia russa alla Sorbona e tiene seminari di teoria e pratica della traduzione letteraria. Si è occupata e ha tradotto la poesia russa del Novecento (Pasternak, Mandelshtam, Annenskij, Nabokov, Achmatova, oltre a Brodskij, Rubinshtejn e Shvarc). È Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere (2005).

Nella sezione, che si può a buon diritto considerare la più importante del concorso, “Letteratura russa del XIX secolo”, è stato riconosciuto come miglior traduttore lo spagnolo Victor Gallego Ballestero che ha tradotto “Anna Karenina” di Lev Tolstoj (casa editrice “Alba”).

Victor Gallego Ballestero si è laureato all’Istituto Statale di Lingua Russa  Pushkin, è uno specialista della letteratura russa dell’Ottocento. Ha tradotto in spagnolo i racconti di Chechov e Tolstoj, i poemi di Pushkin e le povest di Turgenev, il “Diario di uno scrittore” di Dostoevskij, “Mirgorod” e “Il cappotto” di Gogol. Ha dedicato gli ultimi due anni alla traduzione di “Anna Karenina”.

Ciascun traduttore ha ricevuto una medaglia di ricordo, un diploma e un premio in denaro di cinquemila euro. Le case editrici che hanno pubblicato i libri nelle traduzioni dei vincitori del concorso riceveranno una somma di tremila euro per la traduzione di un’altra opera di letteratura russa, secondo l’accordo con il fondatore del premio, l’associazione no profit “Istituto del traduttore”, sotto l’egida dell’Agenzia Federale per la Stampa e le Comunicazioni di Massa.

Il suo direttore, Mikhail Seslavinskij, che ha consegnato il premio a Victor Gallego Ballestero per la traduzione di “Anna Karenina” di Tolstoj, in un breve intervento ha definito l’attività della sua agenzia “una lotta continua con il Ministero delle finanze” e ha rassicurato il pubblico, dicendo che in fondo non gli serve poi tanto: giusto un paio di carri armati calcolati in premi letterari.

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