Aleksandr Shochin, presidente dell’Unione degli Industriali e degli Imprenditori (Foto: Itar Tass)
Una nuova ondata di crisi è inevitabile e la Russia si deve preparare ad affrontarla. A tale conclusione giungono sempre più spesso funzionari ed esperti russi. Con l’entrata della Federazione nel Wto, secondo Aleksandr Shochin, presidente dell’Unione degli Industriali e degli Imprenditori (Rspp), potrebbe verificarsi un significativo rallentamento dei tempi di crescita economica già in autunno 2012.
Il presidente è convinto che, per prepararsi all’inevitabile crisi, il governo debba rinunciare a forme “esotiche” di partecipazione economica. Shochin porta come esempio la decisione di privatizzare i pacchetti azionari statali nelle aziende Tek (Complesso industriale di combustibili ed energia, Ndr). Il governo ha lasciato intendere che, fino all’inizio del 2015, “Rosneftegaz” sarà l’investitore per le compagnie Tek, di cui si prevede la privatizzazione dei pacchetti azionari”. Vale a dire, sarà lo Stato a comprare gli attivi che ha intenzione di mettere in vendita. “Nelle condizioni attuali è assolutamente inopportuno sprecare i finanziamenti di bilancio per acquistare pacchetti azionari di un complesso di combustibili ed energia”, ha affermato Shochin, sottolineando che un simile utilizzo delle risorse del bilancio “è un lusso”.
Shochin è convinto che se si investiranno i dividendi provenienti dalle compagnie statali nello sviluppo di un settore reale, il “colpo” della crisi potrà essere attutito. Allo stesso tempo, Shochin ha evidenziato che si può salvare l’economia e i business nazionali soltanto riducendo le barriere amministrative e i pagamenti assicurativi, e alleggerendo la politica fiscale. Al momento si trovano nella zona di rischio prima di tutto l’agricoltura, l’industria del legno, tessile, meccanica e automobilistica. Per loro il governo deve cercare forme ottimali di sostegno. Con il capo del Rspp concorda Igor Nikolaev, direttore del Dipartimento di Analisi Strategica del Fbk. La nuova crisi, egli sostiene, si manifesterà gradualmente, e in questo momento è essenziale che il governo offra un sostegno mirato non soltanto ai grandi colossi, ma anche alle piccole imprese.
“Per ora vediamo le leve della pressione economica sotto forma di aumento dei pagamenti di assicurazione e previdenza sociale”, rileva Nikolaev, aggiungendo che con un tale carico potranno sopravvivere soltanto le grandi aziende.
“Il carico sociale è già cresciuto del 2-3 per cento e in prospettiva i pagamenti potrebbero crescere alla fine del 2012 fino al 15 per cento. Da un tale approccio al problema si può arrivare alla seguente conclusione: il governo ha assicurato se stesso contro la crisi, ma non le strutture economico-commerciali”, sostiene Nikolaev.
D’altra parte il capo delle Ferrovie russe, Vladimir Jakunin, afferma che le compagnie statali stanno già lavorando a dei programmi anticrisi. “Al momento parlano tutti con molta cautela di una seconda ondata di crisi, noi ne parlavamo già quattro anni fa. Appena però sono ricomparse le tendenze che oggi osserviamo, si è di nuovo messo in moto il gruppo anticrisi che ha iniziato a realizzare un programma preciso”, ha dichiarato Jakunin.
L’Alfa-bank prevede già un peggioramento sostanziale della situazione economica nazionale e l’impossibilità di evitarne le conseguenze. Lo si capisce prima di tutto dalla crescita del Pil. Se la Banca Mondiale conta sul fatto che la crescita del Pil raggiunga il 4 per cento, gli analisti non hanno già più dubbi che gli indici arriveranno a malapena al 3,2 per cento.
Secondo Natalia Orlova, la principale economista di Alfa-bank, l’unico modo per combattere la crisi è aumentare la competitività interna. La Orlova afferma che la nuova crisi richiede una minore ingerenza da parte del governo. “Abbiamo raggiunto una situazione in cui il mondo degli affari deve sopravvivere in modo autonomo, queste sono le condizioni stabilite dal governo. Tanto più che il bilancio statale è molto limitato e non c’è più alcun surplus di denaro, come c’era nel 2008”, ha concluso la Orlova.
L'articolo originale è stato pubblicato su Izvestia
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