Il folklore dell'elektrichka

Attesa sulla banchina, per salire sull'elektrichka

Attesa sulla banchina, per salire sull'elektrichka

TASS
Mosca vista dal basso di un'italiana. I post

2 agosto 2012

È un carnevale ambulante. Una fiera su rotaia dove sfilano le chincaglie più curiose sbandierate da strilloni per tutti i gusti. L'elektrichka non è un semplice treno. È un palcoscenico mobile dove si intervallano figure folkloristiche che solo in questo angolo di mondo si possono incontrare. Da dietro le quinte delle porte scorrevoli dei vagoni, spesso arrugginite e scassate dal tempo, entrano uno alla volta personaggi che sembrano sbucati dal libro “Mosca-Petushki” di Venedikt Erofeev.

Babushke con il fazzoletto in testa passano tra i viaggiatori offrendo erbe aromatiche appena raccolte dal cortile della propria dacia, o pomodori sott'olio e cetrioli in salamoia. Signori con gli arti amputati in divisa militare vendono custodie per passaporti e porta tessere per le carte studentesche. Uomini col colbacco promuovono vecchie radioline e scatole di fiammiferi, dondolando in piedi al ritmo di questo trenino che scorre pesante sulle rotaie.

La gente guarda disinteressata fuori dal finestrino, seduta su scomodi sedili con le assi di legno, mentre ogni tanto qualcuno si avvicina ai venditori contrattando il prezzo di vecchi libri venduti insieme a collezioni di francobolli.

La sfilata prosegue così, lungo tutto il tragitto, mentre dei ragazzi, vestiti con giubbini di pelle scura, continuano a fare avanti e indietro per i vagoni, nel tentativo di sfuggire al controllore. Scenette da “guardie  e ladri”, che si concludono con una fuga a gambe levate dei passeggeri senza biglietto, non appena si arriva a destinazione e si aprono le porte del treno. Salvo ritrovarsi poi bloccati davanti ai tornelli delle uscite, sui quali bisognerebbe passare una seconda volta il biglietto già obliterato.

Niente pericolo, comunque: per i pendolari abusivi la soluzione c’è sempre. Ed è così che li vedo saltare giù dai binari, zigzagare in mezzo alle carrozze ferme e arrampicarsi sopra il muretto che delimita la stazione. Avviandosi a passo svelto verso la via di fuga più vicina. 

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