Film sovietici... in 3D

Una scena tratta dal film "Terra di gioventù", realizzata con una speciale tecnica che produceva un effetto tridimensionale (Foto: www.moscowfilmfestival.ru)

Una scena tratta dal film "Terra di gioventù", realizzata con una speciale tecnica che produceva un effetto tridimensionale (Foto: www.moscowfilmfestival.ru)

Grazie a una speciale tecnica, già negli anni Quaranta in Unione Sovietica venivano prodotte pellicole tridimensionali, riviste e restaurate oggi da alcuni esperti

Mentre al giorno d'oggi nel mondo spopola la moda dei film in 3D, la Russia rispolvera dai propri archivi una serie di film sovietici, realizzati negli anni Quaranta, basati su uno stesso principio di illusione ottica tridimensionale.

Si tratta ovviamente di lungometraggi realizzati con una tecnica ben diversa rispetto a quella impiegata adesso, sviluppata dall’inventore sovietico Semion Ivanov. L’illusione della profondità veniva data da una speciale griglia: gli occhi degli spettatori, guardando le immagini attraverso questa griglia, erano in grado di percepire contemporaneamente due fotogrammi distinti.

Due appassionati russi, Nikolai Maiorov e Nikolai Kotovsky, hanno accuratamente restaurato alcuni film sovietici realizzati tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta: lavori che sono stati poi digitalizzati e presentati in occasione dell’ultima edizione del Festival Internazionale del Cinema di Mosca.

“Siamo abituati a credere che il cinema in 3D arrivi dagli Stati Uniti. In realtà non è del tutto vero”, ha spiegato Maiorov. Nonostante fosse ben diverso da come ce lo potremmo immaginare oggi, il primo film in 3D venne proiettato per la prima volta nel 1911 a San Pietroburgo, quattro anni prima del lancio di un progetto simile negli Stati Uniti.

Le proiezioni pubbliche di film in 3D iniziarono in Unione Sovietica nel 1941, con “Concerto” e “Terra di gioventù”. Anche il film a colori “Nei viali del parco” (1952), girato nel 1952 all'interno del Parco Gorky a Mosca, è stato realizzato con una tecnologia che produce un’immagine nitida, che sembra girata di recente. Il lavoro degli esperti russi comunque non è ancora terminato, e prevede il restauro di altri classici del periodo sovietico

L'articolo originale è stato pubblicato su Russia Today

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