Cosacchi ai confini del Sud

Il governatore di Krasnodar ha proposto di costituire una speciale brigata di cosacchi per il controllo dei confini allo scopo di frenare l'immigrazione dal Caucaso del Nord (Foto: Itar-Tass)

Il governatore di Krasnodar ha proposto di costituire una speciale brigata di cosacchi per il controllo dei confini allo scopo di frenare l'immigrazione dal Caucaso del Nord (Foto: Itar-Tass)

Iniziativa del governatore della regione di Krasnodar per il controllo dell'immigrazione che ha suscitato non poche polemiche

Nella regione di Krasnodar (che in Russia viene spesso chiamata Kuban) verranno organizzate squadre cosacche speciali (le druzhina Ndr) per contrastare le migrazioni nella regione degli abitanti del Caucaso del Nord. Lo ha annunciato il 3 agosto 2012 Aleksandr Tkachev, governatore della regione di Krasnodar, durante una seduta del collegio allargato del Ministero degli Interni per la regione.

“Non c’è altra soluzione, metteremo pressioni, porteremo ordine, chiederemo i documenti e ci occuperemo di politica migratoria (da dove arrivano, perché ecc…)”, ha dichiarato il capo di Kuban. Secondo il governatore è indispensabile proteggere a qualsiasi costo il rapporto che c’è nella regione tra la popolazione russa e i rappresentanti degli altri popoli. Il capo della regione è particolarmente infastidito da armeni, algerini e daghestani.

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Secondo il progetto del governatore i membri delle druzhina avranno il diritto di interrompere le violazioni della legge e richiedere i documenti e potranno consegnare alla polizia i trasgressori, oltre a ispezionare gli esercizi pubblici adibiti allo spettacolo e al divertimento. Chi farà parte delle pattuglie indosserà la divisa cosacca, ma non potrà avere con sé armi bianche.

Per dimostrare la necessità di un tale passo il governatore ha deciso di fare un parallelo con i recenti fatti dei Balcani. Egli ritiene che, se cambiasse la composizione nazionale, nella regione di Krasnodar potrebbe ripetersi il destino del Kosovo.

Tra i media russi l’affermazione di Tkachev ha subito fatto grande scalpore: di rado si sentono funzionari di così alto livello permettersi di fare ragionamenti simili. Secondo il parere di una serie di analisti l’uscita populista del governatore rappresenta un tentativo di rafforzare le sue posizioni nella regione – visibilmente indebolite dopo la devastante inondazione di Krymsk –, e di distogliere l’attenzione della gente dall’incompetenza dei poteri locali e regionali nel prevenire la catastrofe e cancellarne le conseguenze. Tanto più che nelle regioni meridionali della Russia esistono già tensioni etniche, e Kuban è famosa anche per le sue tendenze autonomistiche.

Anche i cosacchi non hanno accolto la proposta di Tkachev in modo univoco. Secondo Igor Logvinenko, atamano del Terek dell’esercito dell’Unione dei cosacchi in Russia, richiamare l’attenzione sulle azioni illegali è necessario “a titolo di parità” – in modo uguale per tutti – senza tener conto della nazionalità, della regione o da dove arrivi una persona. “C’è una Costituzione, c’è una legge davanti alla quale tutti devono essere uguali. Ritengo che il governatore della regione di Krasnodar dove, tra l’altro, convivono i rappresentanti di 120 nazionalità, dovrebbe comportarsi più correttamente”, ha affermato Logvinenko.

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I rappresentanti delle diaspore cosacche hanno accolto con indignazione la dichiarazione del governatore: sono convinti che l’iniziativa del signor Tkachev possa portare a scontri interetnici. Secondo Alija Totorkulova, presidente del presidium del congresso russo dei popoli del Caucaso, la decisione del governatore potrebbe prima di tutto rivoltarsi contro gli abitanti del Daghestan, dell’Inguscezia e della Karachaj-Circassia che lavorano nei cantieri olimpici per i Giochi invernali del 2014.


Le dichiarazioni di Tkachev appaiono particolarmente inappropriate proprio ora, sullo sfondo delle Olimpiadi di Londra, dove alcune medaglie d’oro della Russia sono state conquistate dai rappresentanti delle popolazioni caucasiche. Arsen Galstjan, cittadino di Krasnodar, che ha portato alla Russia il primo oro, si era a suo tempo trasferito dall’Armenia a Kuban, mentre i campioni olimpici Mansur Isaev e Tagir Chajbulaev sono nativi del Daghestan.

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