La maga del sapone

“L'annuncio pubblicitario era ‘Zero rubli, zero copechi’, poi al resto ci ha pensato il passaparola, anche se in realtà il brand manager del prodotto sono io”, confessa Dmitri Serov, marito di Cristina. “L’obiettivo della nostra attività non è poterci permettere in futuro di comprare uno yacht per noi e per i nostri nipoti. Io lo considero un prodotto valido e onesto. La gente inizierà ad apprezzarlo, e nel giro dieci-venti anni entrerà finalmente sul mercato”

“L'annuncio pubblicitario era ‘Zero rubli, zero copechi’, poi al resto ci ha pensato il passaparola, anche se in realtà il brand manager del prodotto sono io”, confessa Dmitri Serov, marito di Cristina. “L’obiettivo della nostra attività non è poterci permettere in futuro di comprare uno yacht per noi e per i nostri nipoti. Io lo considero un prodotto valido e onesto. La gente inizierà ad apprezzarlo, e nel giro dieci-venti anni entrerà finalmente sul mercato”

Mikhail Mordasov
Nel villaggio di Medoveevka, Cristina Suderevskaja produce fino a quattro tonnellate di saponette a base di calendula e latte di capra. Un business bio che piace anche agli stranieri
Nella cucina di Cristina Suderevskaja, produttrice di saponi, tutto ha un aspetto invitante e appetitoso. In una vasca di acciaio inox gorgogliano olio d’oliva e olio di girasole, mentre in una casseruola si sciolgono a fuoco lento pezzetti di cocco e di palma. Latte di capra, miele, uova, infuso di ortica, eucalipto essiccato, boccioli di rosa e cesti ricolmi di erbe di bosco appena raccolte, per non parlare dell’arsenale di ampolle e bottiglie contenenti oli essenziali e cosmetici
Gli ingredienti usati per produrre le saponette non sono un grande mistero: la ricetta dettagliata con gli ingredienti e la corrispettiva quantità in grammi compare su dei fogli di carta appesi alle mensole in legno di castagno. Eppure, riuscire a riprodurre la ricetta della casa è praticamente impossibile
Tre anni fa Cristina, assieme al marito Dmitri e alla figlioletta, si è trasferita da Mosca nel piccolo villaggio di montagna di Medoveevka, a dieci chilometri da Krasnaya Polyana. Nel piccolo centro ci sono diversi problemi con la rete telefonica e l’energia elettrica, in inverno la neve filtra attraverso le assi del tetto e d'estate gli alberi di mele attraggono puntualmente gli orsi, eppure l’aria e l’acqua sono pulite e i boschi e i prati sono pieni di piante che compaiono nella lista rossa dell’Iucn (l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura)
“Capisco che per molti è un po’ difficile credere che io produca sul serio saponi a base di latte di capra, succo di carota fresca o decotto di calendula. Perché perdere tempo con stravaganti ingredienti naturali, quando sul mercato esistono coloranti a basso costo, aromi artificiali e surrogati di ogni genere? - afferma Cristina -. La gente è scettica nei confronti dei nostri prodotti. Vogliono prima ricevere dei campioni e poi al massimo tornano l’anno successivo per acquistarli. La differenza tra un sapone fatto in casa e uno prodotto industrialmente è evidente”
Inutile dire che tutti i numerosi amici e parenti di Cristina utilizzano le sue saponette e shampoo fatti in casa. Tutte le novità vengono testate prima sui membri della famiglia, comprese la figlia maggiore Milana e la più piccola Vlada, che non ha ancora compiuto due anni
A Medoveevka si utilizzano ancora le antiche tecniche di produzione dei saponi: si mescola una miscela di grassi vegetali con una soluzione acquosa di soda caustica (idrossido di sodio), che a seguito di una reazione chimica si trasforma in sapone. Fintantoché la saponetta è allo stato liquido, vengono aggiunti una serie di ingredienti come olio, decotti, latte, miele e così via
La stragrande maggioranza dei produttori di “saponette fatte a mano” non perdono troppo tempo con le reazioni chimiche e utilizzano invece una base già pronta per saponi, che viene venduta sotto forma di granuli trasparenti. Queste basi per saponette di produzione industriale contengono un’enorme quantità di componenti poco indicati, tra cui alcuni metalli pesanti
Quando su un bancone vedete una saponetta fatta a mano, liscia, trasparente e soprattutto lucida allora state sicuri che è stata prodotta con una base già pronta. Una saponetta, prodotta “da zero”, invece, ha un colore biancastro, un aspetto più rustico e una consistenza più densa
Cristina si dedica alla produzione di saponi ormai da sei anni. Ha iniziato con alcuni pezzetti per sé e per gli amici. Ora produce circa quattro tonnellate di prodotti all'anno tra saponi, shampoo, gel, balsami, scrub e creme, che vengono venduti con il marchio “Krasnopolyanskoe mylo” (il sapone di Krasnaya Polyana) in centri termali, spa di lusso e negozi specializzati in cosmetica naturale. I saponi di Medoveevka vengono ordinati anche da clienti privati, sia russi che stranieri
Cristina continua a considerare il suo lavoro un “hobby” e non una vera e propria attività commerciale. Tutti i proventi derivanti dalle vendite, così come gran parte dei guadagni del marito, vengono investiti per sviluppare ulteriormente il progetto: le materie prime, la carta d’imballaggio, le bottiglie e i vasetti, il lavoro del grafico, la stampa dei cataloghi e la preparazione delle etichette.
Nel villaggio di Medoveevka, Cristina Suderevskaja produce fino a quattro tonnellate di saponette a base di calendula e latte di capra. Un business bio che piace anche agli stranieri

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