Vladimir Antoschenkov è da diversi anni a capo del dipartimento di urbanistica e progettazione dello spazio urbano della Facoltà di Architettura dell’Università di San Pietroburgo, città divenuta protagonista assoluta della sua mostra. "Negli Anni Ottanta, mi divertivo a scattare foto in un modo davvero particolare – racconta il fotografo -. Prendevo una cartina e percorrevo in lungo e in largo le strade della città, quartiere dopo quartiere, e mi intrufolavo nei giardini; poi cancellavo sulla mappa i posti in cui ero già stato. Era un processo piuttosto laborioso ma che alla fine ha dato i suoi frutti". Tre sono gli ingredienti che Antoschenkov ritiene necessari per realizzare dei buoni scatti: gambe, pazienza e occhi.
L’immagine di San Pietroburgo che emerge dalle sue foto non è quella ufficiale, cerimoniosa, bensì quella di una città dai mille volti, vicina alle persone comuni, con i suoi cortili, alberi, grondaie, automobili, gru, ponti, navi, linee elettriche e tubi di sfiato. La città è la vera protagonista, gli abitanti vi compaiono solo in qualità di componenti del paesaggio urbano. Nella mostra infatti sono completamente assenti i ritratti di persone. In compenso vi sono molti "ritratti" di cose e "nature morte cittadine": nei quartieri residenziali e industriali e nelle fabbriche (funzionanti e in disuso), Antoschenkov riesce a immortalare macchinari, utensili e apparecchiature incredibili che, a detta del fotografo, potrebbero benissimo essere esposti come capolavori nei musei di arte moderna.
Il particolarepunto di vista dell’architetto emerge in tutti i suoi lavori. Si tratta di opere grafiche, misurate dal punto di vista compositivo, pervase da ritmo e geometria. Ad Antoschenkov piace ricercare il contrasto tra il vecchio e il nuovo,prestare attenzione allafacciata di un palazzo, dove magari da un bassorilievo classico spunta un’antenna con dei cavi elettrici. Molte foto puntano a suscitare un effetto umoristico, ricreato mediante un titolo bizzarro o attraverso combinazioniinaspettatedi oggetti provenienti daepoche diverse. Un esempio è la foto" Feldmarshal – prorab" (Feldmaresciallo –direttore di cantiere), dove il monumento di un condottiero viene ritrattoaccanto a una gigantesca gru edile elo scatto, studiato con cura, trasforma la statua del soldato nel responsabile del cantiere.
Al momentoil fotografosta lavorandoal progetto "Artefakty" (Artefatti). La suacollezione vanta già piùdi una dozzina dialbum dedicati alla suacittà natale: "Architektura Peterburga. XX vek" (L'architetturadi San Pietroburgo del XX secolo), "Poezija Peterburga" (La Poesiadi SanPietroburgo),"Zhizn skultury v gorode" (La vita della scultura in città),"Zhizn rastenij v gorode" (La vita delle piantein città),"Kryshi Peterburga" (I tettidi San Pietroburgo), e "Nesereznyj Peterburg" (La frivolaSan Pietroburgo).
La mostra"Petersburg. Urban Classic" resterà esposta al Centro "Fratelli Lumière" di Mosca fino al 16 settembre 2012.
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