Foto: Alberto Caspani
La Yakutia è per
sempre. Con una superficie pari a un quinto della Russia (circa 3.1 chilometri
quadrati), il record della città abitata più fredda al mondo e un mosaico
etnico di oltre 26 nazionalità, la remota repubblica siberiana brilla come un
diamante nello scenario del turismo russo.
“Oggi quasi il 20 per cento dei nostri turisti è rappresentato da italiani – conferma Ekaterina Kormilitsyna, ministro allo Sviluppo turistico della Repubblica di Sacha – dal momento che dei 5mila arrivi internazionali registrati nel 2011, oltre mille sono ascrivibili proprio all’Italia, su un totale di 150mila visitatori. Il graduale abbassamento dei prezzi sulle tratte aeree, al pari di una maggior differenziazione dell’offerta ricettiva, sta infatti contribuendo al rapido affermarsi della destinazione”.
L’entrata sul mercato delle compagnie Transaero e S7 ha permesso di tagliare i costi sui voli di collegamento, scesi negli ultimi tre anni da una quota media di 1.300 euro a circa 520 (per un viaggio andata/ritorno sulla tratta Mosca-Yakutsk), moltiplicando la disponibilità degli scali. Non a caso sono oggi in corso i lavori d’ampliamento dell’aeroporto di Jakutsk, mentre entro il 2014 dovrebbe essere completato l’allacciamento della città con la tratta alta della ferrovia russa, grazie all’arrivo dei treni nei pressi di Nizhny Bestyakh, ad appena 10 chilometri dalla capitale.
Sul fronte ospitalità, agli hotel a 4 o a 5 stelle si stanno aggiungendo soluzioni alberghiere tradizionali, in virtù delle quali il costo del soggiorno è destinato a scendere rispetto all’attuale base di circa 200 dollari, inclusivi, però, di servizi turistici organizzati.
“Una delle opere di più ampio respiro – aggiunge Egor Cherepanov, collaboratore del Ministero allo Sviluppo Turistico e titolare dell’operatore Planet Yakutia – si conferma il progetto Northern World. Grazie ad un fondo di circa 182 milioni di dollari, sono state avviate la costruzione sul permafrost di una pista da discesa indoor, di due complessi museali denominati The World Mammoth Center e The World of Permafrost, insieme al parco etnografico Northern Mosaic e a uno spazio pubblico ricreativo. Entro i prossimi sei anni questa struttura dovrebbe generare un giro d’affari di circa 1 miliardo e 39 milioni di dollari”.
Se la città di Oymyakon resta una delle attrattive maggiori, per via della festa che i tre “ambasciatori natalizi” Santa Klaus, Ded Moroz e Chiskhan celebrano nel polo del freddo, la compagnia Arosa consente invece di navigare il fiume Lena sino allo sbocco sul Mar Artico (fra luglio e agosto) o in prossimità dei suoi pinnacoli cambrici, dichiarati Patrimonio Unesco anche per la presenza di antichissimi petroglifi.
La miniera abbandonata di Mirny – dal diametro di più di un chilometro – dà poi modo di realizzare tour in cerca di diamanti: chi dovesse trovarne uno, può poi acquistarlo col 60% di sconto, durante la Settimana dei Diamanti.
Numerosissimi sono anche i campi etnografici degli allevatori di renna, Ytyk Khaya, Chochur Muran o il complesso architettonico Druzba, sempre che non si preferisca prendere parte al festival Ysyakh il 24 e il 25 luglio, quando oltre 10mila persone si riuniscono per celebrare la natura attraverso danze e riti sciamanici.
Si può andare in cerca delle zanne di mammuth, così come raccogliersi spiritualmente fra i pilastri magmatici delle montagne Kihilekh. Imperdibile, infine, l’appuntamento dei giochi sportivi “Children of Asia”, ospitati nel 2012 proprio nella meravigliosa repubblica siberiana dal 4 al 6 luglio. Yakutia, un’opportunità da mettere al dito.
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