La copertina del libro
L'amore che lega Carlo Fredduzzi alla Russia dura ormai da quasi mezzo secolo. È un amore di quelli indissolubili, un amore che lui stesso non nega e che lo porta, anzi, a definire la Russia “una seconda patria e l'anima del popolo russo complementare alla sua italianità”.
Ed è, indirettamente, di questo amore che parla nel libro "La Russia che verrà" (scaricabile e consultabile online su calameo.com), in cui Fredduzzi, che è il direttore dell'Istituto di Lingua e Cultura Russa di Roma, ripercorre gli ultimi decenni della politica e dell'economia russa grazie anche, e soprattutto, a ricordi di incontri personali avuti con alcune importanti personalità della scena politica e intellettuale.
La particolarità e l'originalità di questo libro è da ritrovare proprio in questi dieci camei attraverso i quali l'autore parla di incontri avvenuti con personaggi del calibro di Gorbaciov ("Il più pregnante") o di Putin con cui trascorse una mezz'oretta a San Pietroburgo: “Un tipo volitivo, che sapeva esattamente quello che voleva. Mi ha fatto una grande impressione”.
Raccogliendo il materiale scritto nel corso degli ultimi anni, Fredduzzi ha deciso di dare la sua opinione sulla “Russia che verrà, sulle idee, su come si potrebbe evolvere la Russia”, partendo da un'idea che gli “è venuta pensando alle elezioni del 4 marzo 2012, per vedere se le mie idee funzionano anche in base al voto del 4 marzo e soprattutto dopo le elezioni parlamentari di dicembre 2011”.
Non condividendo sempre le osservazioni di analisti italiani e stranieri, l'autore ha pensato di scrivere proprio lui qualcosa sulla Russia del futuro e “all'interno ho messo dei miei incontri con dei personaggi della storia, intellettuali, economisti. Ho voluto introdurre questi aspetti personali in un libro che però avrebbe il compito di dire la mia sul futuro della Russia un po' contrariamente a quello che scrivono i giornali.”
Secondo Carlo Fredduzzi sono i giovani la salvezza della Russia. Quei giovani che oggi protestano in piazza, proprio come quelli che in qualche modo cercavano di contestare l'Unione Sovietica. I giovani “hanno bisogno più di tutti di maggiore libertà, democrazia. E siccome i giovani russi per certi aspetti sono molto preparati, credo che la Russia sia nelle loro mani”. Proprio per questo anche Putin “terrà conto delle proteste, delle opposizioni e lentamente sarà costretto, o vorrà, allentare la stretta e concedere maggiore libertà e democrazia”. Per la Russia che verrà il direttore crede sia fondamentale, inoltre, la stabilità. Per questo a parer suo due mandati di Putin e Medvedev potrebbero garantire fino al 2035 alla Russia quella stabilità di cui ha bisogno.
“La Russia è un Paese a parte; oggi Putin e Medvedev garantiscono la stabilità con poca democrazia, se per caso oggi dessimo alla Russia tanta democrazia, e ne avrebbe pure bisogno, non so se rimarrebbe così stabile e per noi in Occidente è importante”.
La scrittura di Carlo Fredduzzi è scorrevole e armoniosa ed è testimonianza evidente della grande passione che l'autore nutre per la terra degli zar.
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