Vinzavod (Foto: Ruslan Sukhushin)
Il termine inglese loft, che letteralmente significa “sottotetto”, viene utilizzato da anni per indicare vecchi edifici industriali trasformati in abitazioni, uffici e gallerie d’arte. Negli anni '50 nei loft si concentrava la vita bohèmienne di New York, ma il vero picco di popolarità di questi spazi industriali recuperati per fini artistici si è avuto negli anni '60, quando a Manhattan è comparsa la famosa “ The Factory” di Andy Warhol.
Oggi questa moda è approdata anche in Russia. I capannoni dell’ex fabbrica del vino di Mosca, “Vinzavod”, e i locali della fabbrica di cioccolato, “Krasnyj Oktjabr’”, sono diventati un punto di riferimento per la promozione della cultura russa. A San Pietroburgo questo nuovo trend ha preso piede più di recente, anche se negli ultimi anni è stato un autentico boom. I corrispondenti del giornale Ogonek hanno visitato i migliori loft della capitale culturale della Russia e hanno parlato con le persone che hanno contribuito a dare nuova vita a questi spazi.
"I muri ci aiutano"
Anna Shumilova, presidente di Rizzordi Art Foundation (Raf) di San Pietroburgo: "Il loft Raf occupa gli ultimi due piani della vecchia fabbrica di birra Stepan Razin, costruita nel 1876 dall’architetto Emmanuel Jurgens. I quattromila metri quadrati dello stabilimento sono ora adibiti a sale espositive, e in futuro si progetta di aprire anche una sala cinematografica, aule, laboratori artistici, una libreria, un bar, una mediateca e una biblioteca. Ho una laurea in storia dell’arte e nella mia carriera ho sempre cercato di promuovere gli studi sull’arte contemporanea e i musei d’arte contemporanea in Russia. La missione del centro Raf è semplice. Vogliamo mostrare l’arte contemporanea così come è presentata in Occidente. Nel corso dell’ultimo anno, ai nostri progetti hanno partecipato artisti occidentali, che, prima di noi, nessuno aveva importato in Russia. Nel giugno del 2011 nel nostro loft si è celebrata Total Contemporary, la prima mostra d’arte contemporanea a San Pietroburgo. Vogliamo non solo dare la possibilità agli artisti locali di esporre i loro lavori, ma anche cercare di superare una certa marginalità dell’arte russa, includendola in progetti internazionali”.
"La possibilità di essere ascoltati"
Viktor Gavrikov, amministratore della galleria Formula di San Pietroburgo: "Il Loft Proekt Etazhi è stato, nel 2007, il primo loft ad aprire a San Pietroburgo e rimane tuttora il più famoso della città. Disposto sui cinque piani della vecchia fabbrica del pane Smolninskij, nel distretto centrale di San Pietroburgo, la sede ospita varie gallerie d’arte, una libreria, un ostello e un bar, e organizza mostre, corsi d’artigianato e conferenze. L’obiettivo della nostra galleria è dare alle persone la possibilità di essere ascoltate, qualora nessuno le ascolti, e al pubblico di ammirare e conoscere cose in cui, in circostanze normali, non avrebbe l’opportunità di imbattersi. Il loft ha aperto cinque anni fa con la convinzione che sulle macerie di una delle più grandi imprese sovietiche potesse sorgere un centro dedicato a tutti gli appassionati di arte contemporanea. Le ampie stanze del complesso industriale, ariose e inondate di luce naturale, sono il luogo ideale per ospitare mostre”.
"Abbiamo mantenuto ogni singolo mattone"
Ksenija Jurkova, direttrice per lo sviluppo dello Spazio creativo Tkaci di San Pietroburgo: "Il Loft Spazio creativo Tkaci si trova all’interno dell’ex fabbrica tessile Petr Anisimov, costruita nel 1846 su modello delle fabbriche inglesi. I lavori di ristrutturazione dell’edificio non sono ancora stati completati. Il Tkaci ospita mostre di artisti e conferenze. In progetto vi è la creazione di diversi studi di architettura, uffici di agenzie pubblicitarie, studi creativi di artisti, designer e fotografi. L’edificio possiede già un’aura e una storia tutta sua. Possiamo solo arricchirla con progetti e idee nuove. L’obiettivo di Ovental, la società che ha finanziato il progetto, è quello di creare uno spazio in cui realizzare progetti legati all’arte, alla cultura e all’istruzione. Vogliamo riunire sotto un unico tetto alcuni studi creativi e d’architettura, scuole di fotografia, centri teatrali e di danza, concept stores, negozi di designer specializzati in oggettistica, accessori e vestiti. Sarebbe però un peccato limitarsi a una sola città. Per questo, nell’ideare Tkaci, ci siamo concentrati su progetti interurbani e internazionali”.
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