Come si viveva nei Paesi dell'Est durante il socialismo? Chi era davvero l'uomo dell'Est? Com'era l'Urss che non arrivava in Italia dai consueti canali d'informazione? Appassionato di storia, ma non soddisfatto dalle notizie a volte discordanti che i libri contenevano, Luca Del Grosso - per rispondere a questi e altri quesiti che l'attanagliavano da quando appena 12enne conobbe quel mondo - ha deciso di raccogliere le storie di 14 italiani che in tempi e per motivi diversi hanno visitato la Germania e l'Urss nel libro “Viaggi pianificati. Escursioni nel socialismo reale europeo e sovietico”, pubblicato a proprie spese e acquistabile on line.
Quello per i Paesi dell'Est è “un interesse maturato leggendo libri di storia e geografia e giornali e vedendo che quello che c'era scritto non corrispondeva alle storie che mi venivano raccontate su quei posti da chi all'epoca aveva potuto visitarli”. C'erano delle discordanze e partendo “dall'intenzione di andare a fondo è nata l'idea di scrivere l'Est socialista attraverso i ricordi di chi da straniero l'aveva vissuto e ne era rimasto impressionato, nel bene e nel male”.
Fonte: Archivio di Luca Del Grosso
Così è nato questo libro, che Del Grosso per tanto tempo ha cercato in libreria, con l'intento di aprire un nuovo orizzonte su quel passato, attraverso gli occhi di cittadini italiani che hanno visitato i Paesi dell'Est senza interessi giornalistico o politico-professionale.
Storie prive di condizionamenti, se non quelli intimi e personali. Storie che in alcuni casi si somigliano per le sensazioni e le emozioni trasmesse, ma anche per i ricordi che le accomuna come il sapore ferroso dell'acqua o la carenza alimentare di quegli anni. Storie di uomini e donne come tanti, di tutte le età, che hanno oltrepassato il confine del blocco sovietico per motivi diversi e in luoghi e periodi diversi. E nello sguardo di queste persone Del Grosso ha ritrovato il bello e il brutto di esperienze che forse nessuno storico o intellettuale avrebbe potuto restituire.
La ricerca ha richiesto quasi due anni di lavoro e si è concretizzata inizialmente in un blog: "Non avevo l'intenzione di distribuire questo tipo di lavoro, volevo solo condividerlo. Così è nata l'idea del blog che contiene foto e commenti”. Il blog ha avuto un discreto successo tanto che “è conosciuto anche in Russia ed è linkato da un sito che si occupa di cultura italiana, curato da un russo appassionato dell'Italia e dell'italiano”.
Inizialmente la particolarità del blog era il fatto che l'autore pubblicasse ogni settimana un pezzetto di ogni storia, dividendo i racconti in parti e inserendo anche “degli aspetti buffi e citazioni” tratte da libri di storia ed economia. L'intenzione dell'autore era proprio quella di “parlare di un argomento difficile rendendolo simpatico”. E la stessa azzeccata formula si ritrova oggi tra le pagine del libro.
Un sottofondo di delusione c'è un po' in tutte le storie. Ma, come spiega Del Grosso, “è una delusione differente rispetto a quella a cui siamo abituati. È un taglio diverso. Vedevo le persone in faccia mentre mi raccontavano i loro ricordi e brillavano loro gli occhi mentre parlavano”.
Un documento unico, insomma, nel suo genere, che propone, strappando anche qualche sorriso, una riscoperta del socialismo e della vita di tutti i giorni in Urss, di quel mondo che era così vicino ma che spesso era sentito così lontano e inarrivabile e che oggi non esiste più.
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