Foto: Ria Novosti
Ogni anno il 23 febbraio nel cielo di Mosca rimbombano i fuochi di artificio come scoppi di artiglieria. Nelle orecchie degli anziani il ronzio degli spari forse è ancora nitido, nonostante il ricordo della guerra e delle sue vittime riporti contorni sfumati dal tempo.
Se c'è un giorno in cui vengono celebrati l'uomo, il suo valore e il suo coraggio, questo giorno è proprio il 23 febbraio: in Russia è la festa dei difensori della Patria. Di coloro che hanno servito lo Stato e che sarebbero disposti a servirlo ancora oggi.
Nata inizialmente come giornata commemorativa del reclutamento di massa avvenuto a Mosca e San Pietroburgo nel 1918 per riunire le forze dell'Armata Rossa (esattamente il 15 gennaio, secondo il vecchio calendario), negli anni la ricorrenza si è tramutata in una vera e propria festa dell'uomo, in risposta all'8 marzo. In memoria anche di chi ha difeso la Russia dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
E così, in una giornata che non ha niente a che vedere con la festa del papà, le città della Federazione si ricoprono di bandiere e coccarde svolazzanti nell’aria ancora gelida dell’inverno, mentre per le strade sfilano parate di militari in divisa.
Ma se da un lato la ricorrenza risveglia il patriottismo più profondo, talvolta eccessivo, delle masse, dall’altro rischia di riaprire le fragili ferite di chi forse stenta a capire il senso stesso di questa giornata: in molte famiglie russe manca infatti il padre, la figura maschile, il simbolo stesso di questa festa. E così i bambini si ritrovano disorientati, confusi al punto tale da spingere alcune scuole ad evitare qualsiasi tipo di celebrazione.
Tra le mura di casa la tavola resta comunque sempre imbandita, in una festa intima che dai salotti si sposta poi nei parchi e sulle piste di pattinaggio sul ghiaccio. Per capire quanto sia sentita questa ricorrenza, basta dare un occhio ai numeri elaborati da un sondaggio riportato da Ria Novosti che, citando Superjob.ru, sostiene che il 10 per cento dei lavoratori russi è disposto a prolungare la festa a proprie spese fino al 24, per godere di un lungo ponte.
Nel frattempo Mosca si illumina con i fuochi d’artificio previsti per la serata del 23, allestiti in dodici diverse postazioni dislocate da Est a Ovest della città. Il palco d’onore? Le colline Vorobevy, uno dei punti più alti di Mosca, da dove sarà possibile godere di una visuale privilegiata (da lì saranno visibili sei o sette punti da dove verranno sparati i fuochi).
Diciotto pezzi di artiglieria accompagneranno la danza di luce sopra i tetti del Cremlino e al di là delle case dormitorio alla periferia della capitale. Dieci minuti di botti per un totale di 4.500 scariche che scuoteranno il cuore di un Paese che con questo spettacolo commemora le sue vittime e ringrazia i propri uomini.
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