La Russia fa gola alle aziende

Foto: Photoxpress

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Un convegno organizzato a Milano ha illustrato le carte della Federazione russa per attirare le imprese straniere. Tra un'economia al galoppo e agevolazioni fiscali, ma anche burocrazia e norme in itinere

L'economia in forte crescita, confrontata alla stagnazione dell'Europa occidentale. Il prossimo ingresso nel Wto, che favorirà il calo dei dazi. Il processo in atto per combattere il peso della burocrazia e creare zone a fiscalità agevolate. Tre ragioni che spiegano l'interesse crescente delle aziende occidentali verso la Federazione Russa.

Un tema al centro del convegno "How western businesses can establish manufacturing in Russia?" organizzato da Ernst & Young a Milano, con la presenza di numerose aziende che hanno effettuato investimenti diretti nel Paese. Come Lindab Buildings, società svedese specializzata nella produzione di edifici in acciaio presente in Russia con un proprio stabilimento dal 2009, situato a Yaroslavl, vicino Mosca.

"Per noi la Federazione rappresenta una grande opportunità, visto che il settore retail nel quale operiamo sta conoscendo un grande sviluppo in Russia, superiore a quello del resto d'Europa”, ha spiegato Calin Anton, key accounts sales manager della società.

"Se si decide di operare in questo mercato, però, bisogna armarsi di pazienza e determinazione visto che non è affatto facile ottenere  le approvazioni per costruire. Inoltre, le normative sulle costruzioni sono ancora in fase di sviluppo e quindi non si può fare affidamento su delle leggi fisse. È necessario, insomma, riuscire a trovare un compromesso con le norme locali, rispettando, ad esempio, quelle sull'ambiente".

Una posizione condivisa da Julia Stefanishina, senior manager di Ernst & Young: "Per chi decide di avviare una produzione in Russia sono infatti necessarie una serie di approvazioni e, inoltre, nella scelta del luogo fisico in cui localizzare l'attività occorre considerare anche una serie di fattori strategici, come la vicinanza a fornitori e consumatori e alle infrastrutture tra cui, ad esempio, ospedali o università da cui reclutare forza lavoro specializzata".

Ha raccontato la sua esperienza sul campo anche Gabriel Gantner, director di Dega Group, società svizzera specializzata nella consulenza sui progetti di investimento immobiliari nella Federazione presente in Russia dal 2004: "Molte compagnie vorrebbero lanciarsi sul mercato russo ma sono spaventate dai rischi. Questo perché la Federazione è un Paese ricco di contraddizioni; ad esempio dispone di grandi quantità di elettricità e gas ma per le aziende è difficile ottenere l'allacciamento alla rete. Noi quindi aiutiamo i nostri clienti a superare queste difficoltà anche perché il Paese sta vivendo un periodo di profonda crescita e ammodernamento e il trend è attualmente molto positivo per gli investimenti nel real estate", ha spiegato.

Riflessioni che trovano conferme nei numeri: nel terzo trimestre 2011 l'economia russa è cresciuta del 4,8% rispetto allo stesso periodo del 2010, il progresso più elevato tra i Paesi aderenti al G8. Per fare un confronto, la Germania – che si piazza al secondo posto – ha limitato il progresso al 2,6%, mentre gli Stati Uniti non sono andati al di là del +1,6% e l'Italia ha addirittura registrato un andamento negativo (-0,2%).

Nuove prospettive si aprono, inoltre, alla luce dell'ingresso della Federazione nel Wto. Secondo le stime della Banca mondiale, questa svolta garantirà alla Russia un aumento della crescita economica in media del 3% all'anno.

Per quanto riguarda il Belpaese, gli investimenti diretti di aziende italiane in Russia sono in costante crescita negli ultimi anni e riguardano in primo luogo il settore energetico, seguito dalla tecnologia e dalle tlc,  ma in termini assoluti rimangono limitati (poco meno di 800 milioni di euro). A pesare sono innanzitutto i timori sulle garanzie agli investimenti effettuati sul regime dei visti e dei permessi di lavoro e soggiorno, le questioni doganali e l'affidabilità del sistema giuridico.

"Per questo - ha sottolineato Stefanishina - il Governo ha creato una figura che si occupa in maniera specifica di attrarre e sviluppare gli investimenti esteri in Russia, anche attraverso la ricerca di partnership locali".

Oltre alla creazione di diverse aree a fiscalità agevolata  - come Lipetsk, dove è presente un distretto di aziende italiane come Merloni e Imer, Tatarstan con De Longhi e Samara con la Pietro Barbara - e a interventi normativi per facilitare l'arrivo di personale qualificato (visti più rapidi per gli stranieri in possesso di competenze tecniche). Infine, per le aziende straniere sarà presto operativo un portale Internet in cui verranno presentate le regioni russe con le relative opportunità di investimento.

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