Nacque in Russia, ma scelse come seconda patria l’Alto Adige. Il conte Aleksei Alekseevic Bobrinskoj, etnografo, studioso d’arte, ricercatore, autore di numerosi testi sui popoli dell’Asia Centrale e della Russia, in Italia ha vissuto molti anni, e ora viene ricordato in occasione del 150esimo anniversario della sua nascita.
A celebrare questo personaggio singolare e interessante è il libro “Il conte Bobrinskoj: il lungo cammino dal Pamir alle Dolomiti”, che uscirà a breve edito da Raetia. Il volume è stato realizzato a sei mani da Bianca Marabini Zoeggeler, presidente dell’Associazione culturale Rus’ di Bolzano, Davlat Khudonazarov, scrittore e regista di origine tagica e Mikhail Talalay, storico pietroburghese.
L’opera, realizzata in tre lingue diverse (italiano, tedesco e russo) è frutto di un lavoro approfondito e rappresenta la prima biografia completa sullo studioso.
Bobrinskoj, figlio di una delle famiglie più in vista della Russia, vanta tra i suoi trisnonni l’imperatrice Caterina II e il suo favorito Grigorij Orlov, il cui figlio fu il capostipite della stirpe dei Bobrinskoj. Cresciuto a Mosca, alla fine dell’Ottocento organizzò una serie di spedizioni nelle zone sconosciute del Pamir, raccogliendo un ricchissimo e originale materiale etnografico. Gli oggetti raccolti divennero il nucleo di una collezione entrata a far parte del Museo Etnografico Russo di San Pietroburgo.
Dopo la Rivoluzione russa, il conte Bobrinskoj lasciò la patria per stabilirsi definitivamente con la seconda moglie a Siusi allo Sciliar (Bolzano), località altoatesina che frequentava fin dal 1907 e dove aveva acquistato una villa. Anche qui, all’ombra delle amate montagne, continuò la sua attività scientifica, innamorandosi di questo quieto angolo di Italia.
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