Fonte: AFP/East News, Reuters/Vostock-Photo, Michael Fomichev/RIA Novosti,
Getty Images/Fotobank, Corbis/FotoSA, Alamy/Legion Media, PhotoXPress,
Itar-TASS, Ilya Varlamov
L’inverno
russo non scherza: nel novembre del 2010, le temperature sono scese nel giro di
24 ore da valori sopra lo zero a -20 gradi. Il 2009 è stato ancora più duro: il
termometro ha evidenziato una media di -28 gradi a gennaio, un record negli
ultimi 60 anni. A Mosca l’inverno dura quasi quattro mesi. E sono circa 50 i
giorni in cui la neve fresca imbianca la città.
Ogni notte cadono fino a 40 centimetri: una dura sfida per il servizio invernale cittadino. Quando iniziano le precipitazioni, entrano in azione i mezzi spazzaneve. “Tre o cinque centimetri di neve fresca non rappresentano alcun problema, sono la normalità per noi”, dice Piotr Birukov, direttore del reparto economico della città di Mosca che mette a punto il servizio invernale. Solo con precipitazioni più forti e prolungate la situazione diventa più complicata e gli spazzaneve passano senza sosta. Con interventi ogni dieci minuti.
Un mezzo
sgombera quasi dodici chilometri l’ora con un effetto collaterale meritevole:
registra i buchi dell’asfalto e comunica elettronicamente la loro posizione
all’ufficio tecnico per la manutenzione delle strade. Gli spazzaneve spingono
la neve verso il margine della strada dove i mucchi vengono caricati su camion
ribaltabili e portati a uno dei 200 “scongelatori”. Un impianto di questo tipo
è in grado di trasformare in acqua fino a 300 tonnellate di materiale al
giorno. Il mantenimento delle squadre di spazzaneve costa alla città più di
dodici milioni di euro l’anno.
L’ inverno costa quindi caro agli automobilisti russi: tutti gli pneumatici sono chiodati e a questo si aggiungono enormi quantità di liquido per i tergicristalli, il cui consumo giornaliero durante i mesi di gelo ammonta a cinque litri, con le taniche che si comprano agli angoli delle strade. Alcuni autisti risolvono il problema diversamente: inserendo un serbatoio extra per l’acqua nella macchina.
I russi non soltanto sfidano la neve e il ghiaccio. Ci si divertono pure. Quella del 19 di gennaio è una notte speciale: secondo la fede dei cristiani ortodossi di Russia, il battesimo di Gesù avvenne in quelle ore. Ogni anno alcune migliaia di persone aspettano verso la mezzanotte che i preti benedicano fiumi e laghi per poi buttarsi nell’acqua gelida, con l’obiettivo di temprare i muscoli. I sanitari del servizio di soccorso, intanto, sono pronti per intervenire in caso di emergenza, ma è molto raro che si verifichino dei malanni.
Bisogna ovviamente conoscere le regole: immergersi tre volte, asciugarsi strofinando rapidamente il corpo e poi coprirsi bene o visitare la banja, l’altra attività invernale prediletta dai russi. La particolarità della banja (una sorta di sauna locale) consiste nella presenza di temperature comprese tra gli 80 e i 100 gradi e di un’elevata umidità. È vero che la banja viene usata tutto l’anno, ma la visita fatta dopo il bagno nell’acqua ghiacciata provoca brividi speciali. Una sensazione assolutamente da provare, qualora si presentasse l’occasione.
Se i bambini in inverno giocano con le slitte e i pattini, gli adulti si incontrano sulla pista di sci di fondo nel bosco. E, mentre nella vita di tutti i giorni i nuovi ricchi - con le loro Maybach - superano a velocità doppia i pensionati alla guida delle Lada - sulla pista di fondo sono tutti uguali: spesso sono i pensionati sui loro sci di legno sovietici a staccare senza sforzo i più giovani con i loro sci in fibra.
Di solito si usa portare un thermos pieno di t è fumante, ma anche una fiaschetta con bevande alcoliche a volte può essere uno strumento utile contro il freddo.
Gli uomini della Federazione in cerca di riparo dalla frenesia quotidiana si ritrovano sui laghi ghiacciati: con trapani speciali per il ghiaccio cercano una via d’accesso all’acqua. Incappucciati, spesso e volentieri relegati anche in tenda, aspettano nel gelo e nella neve per ore davanti a buchi larghi 20 centimetri, sperando che alla fine un pesce si svegli dall’ibernazione e abbocchi l’esca. Ma attenzione se passate nei paraggi: i pescatori sono decisamente poco loquaci, e questo vale in particolar modo per quelli che attendono invano per ore nel ghiaccio.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email