Foto: Eastnews
Luisa Todini, 45 anni, imprenditrice italiana, ha ricevuto la medaglia “A.S. Pushkin”, riconoscimento riservato alle personalità russe e straniere che si sono distinte nel dare lustro all’estero alla cultura e alla civiltà del proprio Paese. La Todini è presidente di Todini Costruzioni (appartenente al Gruppo Salini), di Fiec (Federazione industria europea delle costruzioni) e del Comitato Leonardo. Inoltre è membro del comitato scientifico della Fondazione Italia-Usa.
Come ha accolto questo
prestigioso riconoscimento?
Sono molto orgogliosa: vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro come Foro di
Dialogo italo-russo delle società civili, di cui sono co-presidente. Lo
considero anche un premio per l’Italia.
Di cosa si occupa l’ente?
Il nostro scopo è favorire la reciproca comprensione e promuovere i rapporti
tra Italia e Russia,
attraverso un dialogo costante tra personalità di entrambi i Paesi sulle
questioni di interesse comune, in particolare quelle di carattere politico,
economico, sociale, religioso e culturale. Si tratta di un luogo di discussione
e proposte che si riunisce più volte nel corso dell’anno e non solo in
prossimità dei vertici che coinvolgono i due governi.
Come vede i rapporti economici tra i due
Paesi?
Molto bene. Nel 2008, prima della crisi, l’export tra l'Italia e la Russia aveva raggiunto il
picco, a quota 11 miliardi di euro. Poi c’è stata la recessione, ma già nel
2010 siamo tornati a quota otto. Un dato che potrebbe essere migliorato
quest’anno.
Quali sono i settori in cui ci sono i
maggiori margini di crescita?
La Russia è molto interessata alla tecnologia italiana e ci sono molte
manifestazioni di interesse per le nostre soluzioni. Penso, per esempio, al
campo delle energie rinnovabili e ai rigassificatori. Comparti in cui l’Italia
ha raggiunto posizioni di eccellenza a livello mondiale. Non possiamo certo
pensare di competere sul prezzo con gli asiatici. Ma i russi sono consapevoli del nostro valore quando
si cercano standard elevati in termini di prodotti e di servizi.
Dove sono le opportunità migliori per
gli imprenditori italiani interessati alla Russia?
La Federazione sta mettendo a punto un piano di profondo rinnovamento. Mosca e
San Pietroburgo restano le aree più importanti, ma il mio consiglio è di non
trascurare anche il resto della Russia, in particolare quelle regioni, e sono
numerose, che hanno messo a punto politiche di favore per attirare gli
investimenti dall’estero.
Molte grandi aziende italiane sono da
tempo in Russia, da Exor a Ferrero, da Cremonini a Buzzi Unicem, a Colussi.
Mentre per le Pmi è più difficile reperire le risorse necessarie.
Questo è vero, ma anche per le aziende di minori dimensioni la Federazione è
ricca di opportunità. Per questo è fondamentale unire le forze e le competenze
per crescere in un mercato che resta tra i più promettenti per gli anni a
venire.
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