Amore e vendetta danzano a Torino

La tournée del Balletto Mariinskij registra il tutto esaurito sotto la Mole, catalizzando l’attenzione degli appassionati provenienti da tutte le regioni d’Italia e dall’estero

Tre settimane di spettacolo, ventidue recite, sei titoli: ha numeri imponenti la tournée del Balletto Mariinskij al Teatro Regio di Torino, che nell’Anno degli scambi culturali tra Italia e Russia ha aperto la stagione con la danza anziché con l’opera. Scelta premiata visto l’entusiasmo del pubblico, in arrivo da tutta Italia e dall’estero, e il sold out di quasi tutte le repliche.

Di ritorno nel capoluogo piemontese dopo sette anni di assenza, la compagnia pietroburghese si presenta con un programma che lusinga gli amanti del balletto imperiale quanto delle avanguardie del Novecento, il grande pubblico come gli esperti ballettomani.

L’inaugurazione si è svolta nel segno rapinoso dei Ballets Russes di Djagilev, tra le tinte turgide delle scenografie e l’acceso orientalismo che caratterizza le partiture. Quattro i titoli in scena, tutti del coreografo riformatore Mikhail Fokin: “Le Danze polovesiane” dell’opera di Borodin, impetuosamente pagane; “Le Spectre de la rose”, poetica rêverie di una fanciulla al primo ballo; “La Morte del cigno”, squisita miniatura modernista; “Shéhérazade”, traboccante erotismo sulle note incalzanti di Rimski-Korsakov.

Il gusto per l’esotismo dell’epoca imperiale si è ritrovato lussureggiante nel balletto “La Bayadère”. Il maître de ballet francese Marius Petipa lo trasse da una leggenda indiana di amore, tradimento e vendetta, incastonandovi il suo capolavoro classicista: l’atto delle Ombre. Ipnotico con le 32 ballerine in tutù bianchi che entrano lentamente in scena, in una lunga fila a serpentina, sulla cullante musica di Minkus. Resta ancora una manciata di recite per ammirare «Il Lago dei cigni» (fino al 6 novembre): la versione sovietica del Mariinskij, rielaborata dall’originale di Petipa-Ivanov, è forse la più ammaliante e lirica, in accordo con il sinfonismo di Tchaikovsky. Innumerevoli le ballerine che si alternano nel doppio ruolo di Odette-Odile nelle ben dodici recite al Regio, dive acclamate e giovani promesse. Una pleiade di stelle del Mariinskij illumina le recite torinesi: Uliana Lopatkina, Viktoria Tereshkina e Alina Somova, Vladimir Shkliarov, Evgeni Ivancenko e Igor Kolb tra gli altri, ma ogni ritorno in Italia della compagnia è anche un’occasione per scoprire i suoi nuovi talenti.




 

Un’artista sottile e sinuosa


NAZIONALITÀ : Russa
ETÀ : 28
OCCUPAZIONE: BALLERINA


Tra le Prime ballerine del Teatro Mariinskij, Viktoria Tereshkina spicca per l’abbagliante virtuosismo: «Amo i balletti classici russi, quelli che richiedono grande tecnica, come Il Lago dei cigni, La Bayadère, Il Corsaro» conferma la ballerina insignita del premio “Miss Virtuosa”.


«Ma ultimamente sono molto attratta da ruoli d’interpretazione, come Giselle e Giulietta. Per affinare il personaggio, quando sono in scena cerco di percepire le reazioni del pubblico e di creare la migliore intesa con il mio partner».


Figura sottile e sinuosa, l’affascinante Viktoria rivela dagli occhi, grigi con taglio asiatico, le origini siberiane: «Ho iniziato a quattro anni con la ginnastica artistica, nella mia città, Krasnojarsk, ma pensando a una carriera più lunga ho optato per la danza. Durante un concorso a San Pietroburgo mi è stato offerto di entrare all’Accademia Vaganova, dove mi sono diplomata».


Al Mariinskij, dove ha ottenuto da subito ruoli da protagonista, è molto legata: «Mi piace danzare da guest con altre compagnie, magari in un gala, ma non ho mai pensato di lasciare il mio teatro, anche perché non riesco a restare a lungo lontana da casa».


“Vika” infatti confessa di amare le cose semplici, come riposarsi nella dacia insieme al marito, circondata dai suoi animali, un gatto e un cane.


V.B.

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