Metro 2033 contagia tutti

Dmitri Glukhovsky (Fonte: Press Photo)

Dmitri Glukhovsky (Fonte: Press Photo)

Il bestseller russo diventa una saga. Anche l’italiano Avoledo partecipa al progetto con il suo nuovo romanzo post-apocalittico

Nel solitario palazzetto a due piani di un parco all’estrema periferia di Mosca, un giovane di bassa statura, in soprabito di pelle, con gli occhi fiammeggianti e in tono ispirato, illustra a un centinaio di giovani compagni il suo piano di conquista del mondo. Sulla soglia degli individui mascherati, col volto coperto  e fucili in mano sorvegliano l’ingresso. Non si tratta di una riunione di adepti di una setta segreta che vuole dominare il mondo, ma solo di un raduno di fan della saga post-capitalista Metro 2033, con il suo creatore, Dmitri Glukhovsky, e il suo epigono, lo scrittore britannico Grant McMaster.

Una decina di anni fa il corrispondente internazionale Dmitri Glukhovsky scrisse un bizzarro romanzo d’avventura, ambientato nel 2013, che raccontava le avventure di un gruppo di sopravvissuti al conflitto nucleare, ma gli editori esitavano a pubblicare l’opera fantasy di questo autore esordiente. A lasciarli perplessi era soprattutto il finale in cui l’eroe moriva, togliendo ogni speranza di un sequel per il futuro. Così Dmitri decise di pubblicare su Internet i 13 capitoli del suo romanzo e di proseguire la sua attività giornalistica.

A poco a poco il sito costruito da Glukhovsky cominciò ad avere successo. Ciò spinse Dmitri, ormai forte di un pubblico di migliaia di lettori virtuali, a riprendere in mano, due anni fa, il manoscritto e a rieditarlo per riproporlo alle case editrici. Il risultato superò tutte le sue aspettative: Metro 2033 non soltanto fu pubblicato, ma anche ristampato più volte in centinaia di migliaia di copie. “Se esisto è solo grazie a Internet” confessa Dmitri “Tutti i miei romanzi, e non solo Metro 2033, hanno un loro sito con una loro colonna sonora, una galleria d’immagini e sono scaricabili gratuitamente in Rete”.

I lettori erano ansiosi di leggere altre avventure ambientate nel metro e di lì a poco arrivò il sequel. Poi neppure questo bastò più: la saga nel mondo post-capitalista aveva conquistato un numero troppo vasto di lettori e così tre anni fa Glukhovsky, che all’epoca era già un famoso conduttore radiofonico e autore di romanzi di successo, ideò il progetto collettivo noto con il nome di Metro 2033. L’idea era semplice: autori di provenienza diversa avevano il compito di descrivere lo stesso ambiente. “Tutti i romanzi dovevano integrarsi a vicenda, senza limitazioni di genere: ad accomunarli era il setting e non il genere” spiega l’ideatore della serie. L’autore, inoltre, era tenuto a sapere solo ciò di cui il suo eroe era a conoscenza, mentre il resto doveva rimanere nebuloso.   

I romanzi di Dmitri, ambientati nelle profondità del metro di Mosca, sono già stati tradotti in 35 lingue e prossimamente usciranno in traduzione anche i romanzi degli altri autori della serie. Dmitri è stato recensito in tutto il mondo e ciò ha fatto sì che il progetto evolvesse in altre forme. “L’anno scorso mi ha contattato su Facebook lo scrittore britannico Grant McMaster”  e così nell’ambito del progetto Metro 2033 ha visto la luce il primo libro di uno scrittore non russo, cosa di cui Dmitri va estremamente fiero. Tanto più che a dare il loro apporto alla saga sul mondo post-nucleare sono autori provenienti dagli Usa e da India, Cuba, Italia, Giappone… “La nostra ambizione è conquistare il mondo intero!” dichiara, ridendo, Dmitri. Dopo la Gran Bretagna, sarà la volta del romanzo di Tullio AvoledoLe radici del cielo la cui azione si svolge in un’Italia post-nucleare, in particolare a Roma e a Venezia e che vede come protagonista un monaco cattolico, in viaggio per conto del conclave cardinalizio.

Dmitri ci assicura che non vuole che il progetto “si trasformi in un’operazione commerciale”, il che però non ha impedito a Metro 2033 di diventare un videogame e un gioco da tavolo. Sarebbe davvero auspicabile che questa infatuazione di massa per la tematica post-capitalista ispirasse almeno un senso di angoscia e di inquietudine per le sorti dell’umanità.  Ma Dmitri, che è l’artefice di questo marchingegno, non sembra preoccuparsi affatto per il futuro dell’umanità. A suo avviso, sarà  un “grande romanzo fantascientifico e futurologico, che descriverà la società tra 100-150 anni, senza disastri apocalittici, né catastrofi”.

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