A Mosca improbabili sculture in marmo di Carrara

Foto: Itar-Tass

Foto: Itar-Tass

Dieci opere del giovane artista italiano Fabio Viale, già molto noto in Russia, sono esposte fino al 1° agosto 2011 al Centro di cultura Garage

Nonostante sia ancora abbastanza giovane, l'artista italiano Fabio Viale torna ad esporre a Mosca, con alle spalle una lunga storia di relazioni con la Russia. Nel 2008 Viale ha partecipato alla biennale moscovita “Fermo! Chi va là?”. L'anno successivo il loft-project Etazhi di San Pietroburgo ha presentato una sua mostra personale. Adesso, a distanza di due anni, dieci delle sue opere sono esposte al Centro di cultura contemporanea “Garage” di Mosca.

 

Fabio Viale ha 36 anni. É originario di Cuneo, in Piemonte, ed è qui che ha iniziato a fare lo scultore. Ha continuato la sua carriera a Torino, anche se per molti anni il suo è stato più che altro il lavoro di un artigiano, o al massimo un divertimento. Il suo ingresso nel mondo dell'arte contemporanea l'ha fatto cinque anni fa, quando ha fatto navigare sulle acque di Torino una barca a motore: Ahgalla pesava circa 300 chili ed era stata ricavata da un unico pezzo di marmo di Carrara. L'artista ha portato la sua barca a Venezia e Roma, mentre per la mostra di San Pietroburgo è stato realizzato appositamente un duplicato sul quale Viale ha circumnavigato la Fortezza dei Santi Pietro e Paolo. Ahgalla sarà anche al Garage, anche se non in acqua, ma nell'atrio d'ingresso.

Tutti i lavori successivi di Viale sono stati realizzati in marmo di Carrara, utilizzato in modo assolutamente improprio. Ad esempio per modellare centinaia di piccoli aerei di carta, ottenendo per ognuno di essi il millimetrico spessore che si addice alla carta. Scolpisce nel marmo un rotolo di carta igienica che si svolge nell'aria o dei copertoni da automobile, che non solo da vedere sono del tutto identici a quelli veri, ma fanno anche odore di gomma.

E poi riproduce in marmo il volto della Gioconda come se fosse fatta di polistirolo. Ricopre le forti mani del David con uno spesso e sporco strato di tatuaggi da galeotto russo (li ha copiati dal corpo dell'osseta Niko, conosciuto a Mosca). Una delle sue opere più famose, “Souvenir”, è una copia della Pietà di Michelangelo, nella quale il corpo di Cristo rimane abbandonato per terra, senza il sostegno della sua Maria. “Souvenir” è legata a una storia realmente accaduta: nel 1972, uno squilibrato di origine ungherese riuscì a entrare nella cattedrale di San Pietro e a rompere un paio di pezzi della statua di Michelangelo, che da allora è stata messa sotto vetro. Dei turisti che si trovavano in quel momento lì vicino, si sono dati da fare per prendersi dei frammenti del capolavoro come souvenir. E' come se l'artista qui riproducesse l'atto di vandalismo altrui fondendolo nel marmo. E questo è un momento molto importante per l'arte di Viale.

L'opera di Viale è, in buona parte, dadaismo al contrario, la rivincita della bellezza tradizionale sul territorio dell'antiestetico, del brutto, una confutazione monumentale di qualsiasi dissacrazione. E non si sa come rapportarsi ad essa in modo onesto. Forse è un po' vuota, e senza dubbio antidemocratica. Ma anche, senza dubbio, altrettanto interessante, sia dal punto di vista del funzionamento dei meccanismi culturali che del lavoro dello scalpello, o di tutti quegli altri strumenti che usa lui.

Centro di Cultura Contemporanea “Garage”, Mosca, dal 2 luglio al 1° agosto 2011

Articolo originale in russo

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie