Foto: Olga Shubina
I russi presi per la gola. Il meglio della tavola mondiale è racchiuso tra gli stand di Prodexpo 2011, la più grande fiera di prodotti alimentari dell’Est Europa, giunta alla 18esima edizione, in corso a Mosca dall’8 all’11 febbraio presso l'Expocentre a Krasnaya Presnya. Oltre 2.000 espositori provenienti da 55 Paesi fanno a gara per presentare il meglio dei loro prodotti nazionali da mettere sulle tavole russe.
Così, tra il sempre crescente numero di padiglioni nazionali, dall’Argentina alla Thailandia, dalla Turchia al Giappone, spicca la cosiddetta "Zona Italiana", che con i suoi sapori e i suoi colori può vantare ogni anno il titolo di stand più popolare. D’altronde si sa che i cibi dal soleggiato Belpaese hanno grande successo in Russia e i nuovi espositori con i loro nuovi prodotti italiani suscitano sempre l'interesse dei compratori. E qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta, tra bottiglie d’olio e di vino, mozzarelle, salumi e pasta.
Uno dei primi che ha portato in Russia il cibo italiano autentico è Vasco Succi, fondatore e proprietario di "Grosseto Eurofood", società, con sede nella capitale russa, leader nella distribuzione di vini e prodotti gastronomici italiani di qualità e consulente dell'ICE di Mosca. Il suo stand è uno dei più grandi e festosi della fiera. Molti visitatori vogliono saperne di più sui prodotti importati, per poi diventare un giorno partner di Succi.
Russia Oggi ha visitato lo stand di "Grosseto Eurofood". A farci da cicerone uno dei manager della società, Giancarlo Succi. “Partecipiamo a questa importante vetrina – racconta – ormai da 13 anni e la Russia continua a dimostrarsi un mercato interessante per il Made in Italy da mangiare, dal momento che è uno dei pochi Paesi al mondo in forte espansione”.
Sono una quarantina le aziende provenienti da tutte le regioni italiane, di cui la Grosseto Eurofood cura l'import a Mosca. Chiediamo a Succi quanti contatti diventano poi partner commerciali. “Circa il 5% dei contatti trovati in fiera – spiega – diventa nostro partner. Secondo me, è ancora poco, ma molto dipende dalla posizione dello stand: se è nella sala 1 o 2, è visitato da tanti. Se invece si è nella sala 3, di gente ne arriva molto meno. Questo è il motivo per cui prevediamo di arrivare a quel 5% di successo. Comunque sia, la fiera è una bella esperienza per tutti, per i visitatori e per gli espositori”.
Tra i banchi italiani incontriamo anche chi partecipa alla Prodexpo per la prima volta. Come, ad esempio, Giulia Di Sipio, venuta fin qui a presentare i vini della cantina di suo zio. La sua piccola azienda agricola è situata nella zona più centrale e più ricca di bellezza naturali d'Italia, l’Abruzzo. Da lei vogliamo sapere perché il mercato russo è così attraente per il produttore italiano. “La nostra azienda Nicola Di Sipio si trova a Ripa Teatina, un paesino in provincia di Chieti, – racconta -, tra il mare Adriatico e la Maiella. E’ abbastanza recente ed è a gestione familiare. I nostri vini sono presenti in Russia da tre anni, soprattutto a Mosca, e avendo ottenuto finora un buon riscontro, abbiamo deciso di partecipare a questa fiera per rafforzare i rapporti con i nostri clienti e allargare le intese commerciali. Pensiamo che il mercato russo, e in primis quello di Mosca, sia ottimo per i nostri prodotti e per il vino in generale”.
Ma cos’è che contraddistingue il vostro vino? “Da un’agricoltura biologica – sottolinea - produciamo le nostre uve, Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo, Pecorino e Falanghina, dalle quali, poi, otteniamo vini tradizionali, espressione della nostra terra, originali e unici, ottima sintesi vitigno-territorio e mano dell’uomo”. Così dalle uve Montepulciano si ottengono vini rossi strutturati, dal colore rosso intenso, persistenti nei profumi, fruttati e speziati allo stesso tempo “e un vino rosato – aggiunge - unico per il suo leggero passaggio in legno che lo rende adatto a ogni occasione: fresco, fruttato e floreale, con delle note speziate nel finale”.
“Dalle altre uve bianche – continua - otteniamo un Igt Colline Teatine in due diverse versioni, una classica, acciaio e bottiglia, e una molto particolare: grazie a un affinamento di due anni in barrique, procedura rara per un vino bianco, arriviamo ad avere un vino caldo, morbido e strutturato come un vino rosso, ma fresco e gradevole, con note fruttate e floreali caratteristiche di un buon calice di bianco”.
Ma potrà il vino abruzzese competere in Russia? “Si usa di solito associare ai Paesi caldi, come ad esempio il Brasile, bevande fresche, dissetanti e leggere come la birra – risponde Giulia Di Sipio -. In Russia il consumo della birra è particolarmente diffuso ed elevato perché credo sia legato a un fatto culturale e di tradizione. L’uva ha esigenze che mal si adattano al territorio russo, così la produzione di vino non si è mai diffusa a tal punto da far sì che questo prodotto entrasse nelle case delle persone come bevanda da consumarsi quotidianamente”.
“Grazie però alla globalizzazione – conclude - credo che il vino possa entrare a far parte delle bevande che normalmente accompagnano i pasti della popolazione russa. La cucina russa, a base di zuppe con legumi, pollo, pesce alla griglia, affumicato non avrebbe difficoltà a venire accompagnata con dei vini, anzi ne verrebbe esaltata. Se poi volessimo andare a fare delle ulteriori considerazioni, le basse temperature che si raggiungono durante i mesi invernali, invoglierebbero notevolmente il consumo di un buon bicchiere di vino rosso al posto di un boccale di birra”.
Prodexpo è un turbinio di assaggi e incontri. Tanti espositori e visitatori si conoscono già; ogni anno si ritrovano qui a Mosca. Dal settore italiano arrivano voci allegre: qualcuno si sta organizzando, tra uno stand e l’altro, per passare la serata insieme. “Questa fiera – ci assicurano in tanti - è diventata un posto dove si trovano non solo partner commerciali, ma anche amici”.
Foto: Olga Shubina
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