Da Torino a Mosca, solo andata: “Qui le occasioni di business non mancano”

Foto di Sergei Savostianov, RG

Foto di Sergei Savostianov, RG

L’avventura di un imprenditore italiano nella Federazione e la scommessa, riuscita, di sfondare nel mercato locale. “La burocrazia è allucinante – confessa - ma questo Paese può ancora darmi molto”.

A volte il destino pone di fronte a delle scelte che cambiano radicalmente il corso della vita. È quello che è successo a Gianmario Grignolio, 53 anni, imprenditore torinese, che da sei anni vive e lavora Mosca. Grignolio ha viaggiato e lavorato in molti Paesi prima di approdare in Russia. Fin da giovane ha avuto la vocazione imprenditoriale e lavorava nel campo dell'elettronica e dell'informatica. Poi negli anni ’90 decise di tornare in Italia per stare accanto al padre anziano, così finì prima come direttore dell'IT e responsabile della sicurezza informatica in un colosso assicurativo, poi in una multinazionale francese. Ma nel 2004 capitò l'occasione di andare a lavorare in Russia e non se la fece sfuggire. “Sono uno curioso nei confronti della vita – spiega Grignolio -, non è stata la mia azienda a dirmi di andare in Russia, sono io che ho cercato un'occasione per andare oltre l'Italia e oltre la Francia. In quel momento la prima occasione possibile era la Russia. E mi sono detto: interessante”.

L'interesse per l'Est europeo e la Russia in particolare nasce da un'amicizia. “Avevo un amico a Torino – racconta – di dieci anni più grande di me, un Messner che ha fatto di tutto e di più nella sua vita. Era un ingegnere e si occupava di problemi ecologici e qui in Russia era stato chiamato tramite l'università di Bologna. Poi, grazie ai suoi contatti, aveva messo in piedi varie aziende in diversi settori. Quando veniva in Italia restava due o tre mesi e nei nostri incontri mi trasmetteva questo amore per la Russia, mi spiegava le possibilità, le occasioni di business, i progetti che si potevano fare insieme. Purtroppo il destino ha voluto separarci proprio quando finalmente sono arrivato in Russia perché lui è scomparso nel 2006. È stato lui a infondere in me questo interesse per la terra degli zar che mi ha aperto nuove prospettive.”

Grignolio arrivò a Mosca nel settembre del 2004 in “viaggio esplorativo” per conto della sua azienda e poi vi si stabilì definitivamente nel 2005. Il primo impatto è stato difficile, per via delle difficoltà linguistiche, ma anche ricco di sorprese e aneddoti simpatici. “Per me è stato strano, non me l'aspettavo così – ricorda -. Non ero mai stato in Russia e ricordo che a fianco a me, in aereo, c'era una donna russa che parlava inglese, con cui ho attaccato bottone. Le ho chiesto delle cose talmente stupide che mi vergogno, come se l'elettricità fosse a 220 volt come da noi”. “Ricordo – aggiunge - la grossa difficoltà di comunicazione, nel farmi capire anche per le attività più basilari. Ancora non conoscevo la lingua russa e l'impatto con questo Paese è stato difficile e troppo fuori dagli schemi europei. In Russia ho trovato gli sguardi delle persone diversi dai nostri, un modo completamente nuovo di esprimersi e di gestire i rapporti interpersonali. Ho lavorato anche in Brasile e posso dire che questi due popoli sono agli estremi. Dei russi però mi hanno colpito molto l'estrema curiosità per il mondo e l'intelligenza”.

Iniziò a studiare il russo con un'insegnante pagata dall'azienda, poi con l'aiuto di Tatiana, una sua collega russa che diventerà sua moglie. A metà del 2007 decise di lasciare l'azienda francese e iniziò a guardarsi intorno. Andò a lavorare per una grande azienda russa per circa un anno e, infine, la decisione di tornare alla sua vecchia aspirazione e di aprire un'attività in proprio, di tentare la fortuna con una propria attività in Russia. La ditta, con sede a Mosca, è la Automa Vostok e si occupa di automazione industriale e di tutto quello che concerne la sicurezza aziendale. Questa azienda è nata a metà del 2009 e ha ottenuto subito consensi grazie all'esperienza maturata nel campo e alla fitta rete di relazioni che Grignolio è riuscito a instaurare nella Federazione.

Diversi sono stati gli ostacoli incontrati nell'aprire e gestire un'attività in Russia. La burocrazia è la cosa a cui dare la massima attenzione. “La cosa più allucinante che io abbia mai visto a Mosca – confessa Grignolio - è l'ufficio delle tasse. A volte ti capita di avere 600 persone davanti, è un formicaio. Per fortuna il fatto di essere italiano mi apre molte porte, è un qualcosa che attira tutti: per la nostra cultura, per lo stile di vita, per la nostra fama di gente che sa vivere. Qui c'è fame di Italia e sanno molto più loro di Italia di quanto ne sappiamo noi di Russia”.

Come la pensa un imprenditore italiano dei suoi colleghi russi? “Gli imprenditori russi – risponde - si possono dividere in due grandi categorie: ci sono i corretti, quelli che hanno anche un certo stile. Altri sono dei delinquenti senza scrupoli. Sono comunque rimasto sorpreso dal fatto che per far perdere la pazienza a un russo ce ne vuole”. Un'altra caratteristica dei russi è la testardaggine: “Se si mettono in testa qualcosa, cadesse il mondo la devono fare. Quindi mai mettersi a fare a testate con un russo perché si perde”.

Oltre all'Automa Vostok, Grignolio ha intrapreso altre due attività commerciali: la distribuzione di stoviglie e piatti artistici prodotti da una ditta di San Marino e la gestione della filiale russa di un'agenzia matrimoniale di Torino. “Se si fanno delle scelte poi bisogna avere il coraggio di andare fino in fondo – conclude -; io ho fatto la scelta della Russia e adesso sono qui perché ci credo. È stato difficile, ogni tanto si perde la pazienza, ma alla fine se questa è una scelta di vita bisogna riuscire ad adattarsi al contesto, perché penso che la Russia possa ancora darmi molto”.

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