L’accordo riguarda una superficie di 175 mila chilometri quadrati nel mare di Barents e riserve potenziali di 10 miliardi di barili di petrolio. L’intesa siglata questo mese stabilisce la linea di confine tra i territori appartenenti alle due nazioni, aprendo la strada allo sfruttamento delle enormi quantità di gas e petrolio presenti nell’area. In gioco c’è anche lo sfruttamento economico di un’area su cui insistono anche Usa, Canada e Danimarca. «Questo è un esempio pratico di come tutte le dispute concernenti l’Artico debbano essere risolte tramite negoziati sulla base del diritto internazionale vigente», ha commentato il Cremlino.
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