SeverEnergia, l’asse energetico italo-russo

SeverEnergia vuole rispondere alla crescente domanda europeaFoto di Yury Lushi, RIA Novosti

SeverEnergia vuole rispondere alla crescente domanda europeaFoto di Yury Lushi, RIA Novosti

SeverEnergia, la joint-venture tra Gazprom, la società russa che detiene il monopolio delle esportazioni di gas, ed Eni ed Enel, le due maggiori aziende italiane produttrici di energia, mira a triplicare la produzione di gas entro i prossimi dieci anni e a diventare così uno dei più grandi produttori energetici europei.

Dopo aver mantenuto basse le tariffe energetiche per buona parte degli ultimi vent’anni nel tentativo di frenare l’inflazione, questo mese il Cremlino le aumenterà rapidamente sino a portarle all’80 per cento dei livelli europei entro il 2013 rendendo così il comparto molto più proficuo per le aziende. La joint-venture italo-russa andrà a regime a partire dal 2011 ed entro il 2020 produrrà dai 25 ai 30 miliardi di metri cubi l’anno, ossia 542mila barili di greggio al giorno, circa il 5 per cento della produzione complessiva russa di idrocarburi.

Eni ed Enel avevano rivelato una quota della divisione Gazprom Neft, ramo del gigante energetico russo, e di alcuni giacimenti di gas per un corrispettivo di 5,8 miliardi di dollari nel 2007 nell’ambito della contestata liquidazione da parte dello Stato del colosso petrolifero russo privato Yukos. A marzo Gazprom però ha ultimato il versamento di 1,6 miliardi di dollari per rilevare il 51% della quota pattuita nella joint venture italo-russa portando le quote di Eni ed Enel al 29,4 e al 19,6 per cento.



Preparativi nella baia di Portovaya in vista della cerimonia d’inaugurazione dei lavori di costruzione del gasdotto “Nord Stream”. Foto di Alexandr Kryakov, Kommersant

Enel ha intenzione di utilizzare la sua quota per rifornire la sua centrale energetica in Russia, Enel Ogk-5, nel momento in cui il mercato energetico è soggetto a una deregulation e a una liberalizzazione dei prezzi e in cui si prevede che in Europa la domanda di gas cresca mentre la produzione dovrebbe calare. Secondo previsioni indipendenti, le importazioni europee di gas saliranno a 415 miliardi di metri cubi l’anno entro il 2020 e a 500 entro il 2030. « Purtroppo - ha detto l’ad di Gazprom Alexei Miller - la crisi continua ad avere influenze negative sui consumi di gas. Mentre alla fine del 2009 e nel primo trimestre del 2010 abbiamo assistito a una crescita dinamica della domanda di gas nei Paesi dell’Ue, la situazione dei consumi a maggio modificherà al ribasso questo trend positivo».

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