Perché gli allenatori stranieri abbandonano la Russia

Viktor An, pattinatore di short track sudcoreano naturalizzato russo, celebra la vittoria della medaglia d'oro alle Olimpiadi di Sochi.

Viktor An, pattinatore di short track sudcoreano naturalizzato russo, celebra la vittoria della medaglia d'oro alle Olimpiadi di Sochi.

: Vladimir Smirnov / TASS
Ai Giochi Olimpici di Sochi del 2014 i tecnici provenienti dall’estero avevano fatto guadagnare agli atleti russi una serie di vittorie. Ma a distanza di due anni da quei trionfi la Russia non ha più mezzi per ingaggiarli

Alle Olimpiadi disputate in casa, a Sochi nel 2014, la Russia si era aggiudicata una convincente vittoria nella gara a squadre, conquistando 13 ori, 11 argenti e 9 bronzi. Questi notevoli risultati non erano dovuti solo al talento degli atleti, ma anche al lavoro di numerosi esperti stranieri invitati in Russia.

Così l’allenatore svizzero di sci di fondo, Reto Burgeymaster, ha portato i suoi atleti Aleksandr Legkov e Ilya Chernousov alla conquista di un oro e di un bronzo per la 50 km Ts Mass Start. Il francese Sébastien Cros ha convinto i russi ad amare lo short track, una disciplina fino ad allora quasi ignorata dai tifosi locali. Sotto la sua guida la carriera del sudcoreano naturalizzato russo Victor An, che a Sochi ha conquistato tre ori e un bronzo, è resuscitata. Il capofila coreano ha trascinato l’intera squadra maschile che si è aggiudicata l’oro nella staffetta.

Gli allenatori stranieri hanno lasciato la loro impronta anche sul bob e sullo skeleton: il canadese Pierre Lueders è riuscito a riconciliare il miglior pilota russo, Aleksandr Zubkov, con il suo rivale, Aleksej Voevoda, grazie alle due medaglie d’oro conquistate a Sochi, mentre l’allenatore tedesco di skeleton, Willy Schneider, ha trasformato Aleksandr Tretyakov in un campione olimpico e fatto vincere un bronzo a Elena Nikitina.

I soldi sono finiti

Tuttavia, due anni dopo le vittorie di Sochi, è stato necessario separarsi dagli allenatori di questi campioni. Il primo a concludere la sua attività in Russia la scorsa primavera per ragioni di ordine finanziario è stato Cros. Poi è emerso che da parecchi mesi non erano più stati corrisposti gli onorari a Lueders, Burgeymaster e alla fisioterapista Isabelle Knaute, che collaborava con loro, e infine anche di Schneider. Quest’ultimo, pur non avendo ricevuto compensi per un intero anno per il suo lavoro, ha dichiarato di essere disposto a mantenere il suo incarico se il debito nei suoi confronti fosse stato estinto.

I tagli finanziari sono stati così dolorosi che il Comitato olimpico russo è dovuto intervenire in aiuto delle federazioni piene di debiti, corrispondendo una parte delle somme dovute agli esperti stranieri. Malgrado ciò, restano ancora problemi finanziari da appianare.

Riusciranno gli allenatori russi a tenere alta l’asticella?

I professionisti russi hanno sostituito gli stranieri che se ne vanno. Dopo la partenza di Cros, l’esperto locale Andrej Maksimov è diventato il capo allenatore del team russo di short track. Analoghi cambiamenti dovrebbero avvenire con ogni probabilità anche nel bob: il 6 ottobre il presidente della federazione, Aleksandr Zubkov, che ha appena terminato la sua carriera, ha annunciato il definitivo abbandono di Lueders.

Anche in altre discipline sportive si ricorrerà alle proprie risorse finanziarie e ai propri allenatori locali. L’unica eccezione è costituita dallo sci di fondo dove molto dipende dal lavoro individuale degli atleti con i loro allenatori. È il caso del campione di Sochi Aleksandr Legkov che effettua i suoi allenamenti individuali con il tedesco Markus Kramer.

Non si sa se gli allenatori russi riusciranno a tenere alta l’asticella come gli allenatori top stranieri. Ivan Skobrev, pluripremiato campione di pattinaggio ai Giochi Olimpici di Vancouver, ha dichiarato che ai suoi tempi in alcune discipline sarebbe stato impossibile ottenere delle soddisfazioni sportive senza la presenza di allenatori stranieri. Tuttavia, oggi, a suo avviso, la situazione è cambiata.

“Gli obiettivi assegnati agli allenatori stranieri sono stati conseguiti. Ora i ragazzi che hanno lavorato sotto la loro guida hanno la possibilità di far vedere quanto valgono. Fino alle prossime Olimpiadi c’è tutto il tempo. L’esito di questa stagione potrà confermare se abbiamo competenze e cervelli adeguati, oppure no. A mio giudizio, li abbiamo”, ha affermato Skobrev.

Svetlana Zhurova, campionessa olimpica di pattinaggio, ha puntualizzato che in futuro bisognerà chiamare solo gli allenatori stranieri che sono disposti a formare degli allenatori locali. “È tempo di capire che quando un allenatore straniero non condivide con gli altri i suoi metodi, non rivela i suoi segreti e non lascia niente alla squadra, alla fine non serve poi a molto”, ha spiegato la Zhurova. “Se i nostri allenatori riescono ad apprendere i metodi stranieri e a combinarli coi loro per creare qualcosa di assolutamente originale allora sì che si ottengono dei risultati positivi”.

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie