Europei, la Russia pronta a sorprendere

L'allenatore della Nazionale russa di calcio, Leonid Slutskij.

L'allenatore della Nazionale russa di calcio, Leonid Slutskij.

: Reuters
La Nazionale di Leonid Slutskij non parte certamente con i favori dei pronostici. Ma il talento non manca e le possibilità di diventare la rivelazione del torneo potrebbero essere dietro l’angolo. L’intervista al tecnico: “Superata la fase a gironi, cercheremo di giocare ogni partita di spareggio puntando alla vittoria”

La Nazionale russa potrebbe avere delle superstar, ma un gioco di squadra ben strutturato sarà utile per garantire una bella prestazione agli Europei di calcio 2016. L’intervista esclusiva all'allenatore Leonid Slutskij.

Secondo Lei la Nazionale russa è tra le favorite agli Europei 2016? Se no, chi lo è?

No, non siamo i favoriti del torneo. Intanto dobbiamo superare la fase a gironi. Se ci riusciremo, cercheremo di giocare ogni partita di spareggio puntando alla vittoria.

Credo che la favorita sia la Nazionale francese. Primo, perché sono i padroni di casa, secondo, perché hanno una squadra molto potente. Su ogni linea giocano campioni di primo livello. Lo abbiamo visto durante l'amichevole allo Stade de France. Inoltre, non dimentichiamo le Nazionali di Spagna, Germania, Belgio e Italia.

Nella Nazionale russa non giocano superstar. È un vantaggio o uno svantaggio?

Probabilmente uno svantaggio. È sempre bello sapere che la tua squadra ha un giocatore di fama mondiale. Ma abbiamo anche noi i nostri leader: Igor Akinfeev, Vasilij Berezutskij, Sergej Ignashevich, Roman Shirokov, Igor Denisov. Questi ragazzi giocano in Nazionale da tanto tempo, hanno partecipato a tornei importanti e sono in grado di dare ispirazione ai loro compagni di squadra.

Chi dei suoi ragazzi può essere considerato quello che potrebbe decidere la partita?

La Nazionale russa ha molti giocatori forti ed esperti. Siamo forti come squadra. Tra i giovani abbiamo Aleksandr Golovin, centrocampista del CSKA, che può davvero diventare un giocatore di alto livello, ma deve lavorare molto. Anche Oleg Shatov dello Zenit è molto forte.

Tra i russi migliori, solo Denis Cheryshev e Aleksandr Kerzhakov giocano all'estero. Cos'è meglio per un giocatore di calcio, giocare in patria o misurarsi in un campionato straniero?

Se un giovane giocatore riceve una buona offerta da un club straniero, dovrebbe accettarla. In Europa sei parte di un sistema competitivo molto duro e se sopravvivi, diventi un vero professionista.

In Russia puoi anche crescere e svilupparti, ma purtroppo non abbiamo l'infrastruttura adatta. Una cosa è passare attraverso la scuola di un grande club come il CSKA, lo Zenit, lo Spartak o la Dinamo. Un'altra è giocare in una squadra giovanile di provincia. Se non vieni notato dagli scout dei grandi club, le tue probabilità di diventare un campione sono molto basse. In quei posti non hanno le giuste strutture, allenatori forti o personale medico adeguato. L'Europa occidentale non ha di questi problemi: qui anche in una città di 60mila abitanti si trovano tutte le cose necessarie. Dobbiamo puntare a questo.

La Nazionale russa di Gus Hiddink ha vinto il bronzo agli europei del 2008. Questo successo è da considerarsi un caso o una regola?

A quel tempo avevamo la Nazionale più forte della storia contemporanea russa. La squadra giocò particolarmente bene e arrivò in semifinale. Si tratta della vittoria più importante per la nostra Nazionale. Ricordo perfettamente la partita con l'Olanda (i quarti di finale in cui la Russia vinse 3-1, ndr) e l'emozione dopo il fischio finale, una felicità infinita. Vorrei provare la stessa cosa da allenatore.

Ma perché i leader di quella Nazionale, Andrej Arshavin, Roman Pavlyuchenko, Yurij Zhyrkov, non espressero il loro potenziale al 100%?

Ogni giocatore ha le sue ragioni. Arshavin, credo, si espresse in maniera eccellente nell'Arsenal, ha segnato ottime statistiche ed è stato il leader della squadra per lungo periodo.

Anche Pavlyuchenko ha fatto molti goal mentre giocava nel Tottenham e forse ha avuto troppa fretta di tornare in Russia. Stando alle sue parole, l'allenatore degli Spurs' (Harry Redknapp, ndr) era interessato a lui.

Zhyrkov diceva spesso che Andre Villas-Boas aveva provato a convincerlo a rimanere nel Chelsea. Ma tutti volevano tornare a casa. Erano andati all'estero in età matura con un livello di lingua inglese piuttosto basso. È stato difficile adattarsi.

Negli ultimi 10 anni, prima del suo arrivo, la Nazionale russa è stata allenata da stranieri. Qual è la sua valutazione di quel periodo, nel contesto della storia del calcio russo?

È stato un periodo molto fortunato, di successo e in una certa misura rivoluzionario. Gli stranieri hanno raggiunto molti risultati importanti. La squadra ha regolarmente partecipato ai Mondiali e agli Europei. La filosofia dei giocatori è cambiata. Hanno capito di avere tanto potenziale.

Quale filosofia di allenatori top contemporanei la colpisce più di tutte?

Ammiro molto il gioco del Bayern e del Barcellona. Queste squadre creano miracoli in campo. Fanno un gioco ben strutturato, tantissimo movimento, un'alta percentuale di passaggi precisi. Tuttavia, difficile stabilire il ruolo dell'allenatore in tutto questo successo.

Lei non ha praticamente mai giocato come professionista. Pensa ci siano differenze tra il suo approccio e quello di allenatori che sono stati anche giocatori professionisti?

Tutto si ottiene con l'esperienza. All'inizio è stato difficile per me lavorare con dei professionisti, ma poi ci sono riuscito. Forse per un ex giocatore è più facile diventare un allenatore. Tuttavia, non dovremmo neanche dimenticare il degrado professionale. Una cosa è giocare con grandi allenatori e imparare qualcosa, un'altra è essere gestito da mentori che giocano un calcio "kick-run".

Ha convocato il giocatore brasiliano naturalizzato russo Guilherme Marinato. Pensa che potrà diventare portiere titolare della squadra?

Guilherme è un portiere esperto, proviene da una scuola eccellente. La naturalizzazione per me non è assolutamente un problema. Questa è una pratica normale in tutto il mondo. I tedeschi, gli spagnoli, gli italiani naturalizzano giocatori di calcio provenienti da altri paesi. Perché noi non dovremmo?

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