Le verità e le accuse dietro la guerra del doping

Maria Savinova (Russia) dopo gli 800 metri ai Mondiali di atletica di Mosca.

Maria Savinova (Russia) dopo gli 800 metri ai Mondiali di atletica di Mosca.

Ria Novosti/Ramil Sitdikov
Nuovo terremoto nello sport russo. Con la stesura dello scottante documento redatto dall’agenzia mondiale antidoping e la richiesta dell’esclusione degli atleti dalle competizioni internazionali, si accende il dibattito su cosa ci sia dietro questo nuovo scandalo. Rbth ha cercato di far luce su cosa è veramente accaduto e sui rischi che corre il Paese

L'Agenzia mondiale antidoping (AMA) ha presentato il 9 novembre un rapporto sul doping in Russia. Il documento è stato realizzato da un’agenzia speciale, guidata da Dick Pound, che ha realizzato indagini durate undici mesi. Secondo il documento, in Russia sarebbe esistita rete che andava a coprire le “infrazioni” di doping da parte degli sportivi nelle discipline dell’atletica leggera. L'AMA richiede ora a gran voce sanzioni severe nei confronti degli atleti e dei funzionari russi.

Com’è iniziato?

Nel dicembre del 2014, il canale televisivo tedesco ARD mandò in onda un documentario dove si raccontava del ricorso sistematico al doping nel campo dell'atletica leggera russa. L'Agenzia mondiale antidoping ha avviato un’inchiesta dopo lo scandalo sollevato da questo filmato.

A sua volta anche l'agenzia antidoping russa RUSADA aveva svolto un’indagine. Come risultato, nel gennaio 2014 venne squalificato un intero gruppo di atletica leggera, fra cui un'intera squadra di marciatori.

All'inizio di novembre è stato arrestato il senegalese Lamin Diack, presidente della IAAF (Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera) dal 1999 al 2015. L'uomo era sospettato di aver ricevuto tangenti da parte della VFLA, la Federazione Panrussa di Atletica Leggera, in cambio del silenzio sulla questione dell'uso di doping da parte degli atleti russi.

Di che cosa è accusata la Russia?

L'accusa principale è rivolta al laboratorio antidoping moscovita, imputato di aver imbrogliato sui test antidoping degli atleti russi. In particolare, con riferimento a fonti anonime fra gli sportivi, risulta che il direttore del laboratorio antidoping di Mosca, Grigorij Rodchenkov, avrebbe distrutto gli esiti di 1.417 test antidoping. Sembra quindi che, con il permesso di IAAF e RUSADA, alle Olimpiadi di Londra siano stati ammessi atleti che facevano uso di doping.

Oltre a ciò, l’AMA sostiene che nella copertura delle prove risultate positive siano coinvolti anche i servizi speciali russi: l'FSB avrebbe introdotto i propri agenti nel laboratorio.

Quali rischi corre la Russia?

L'AMA chiede l’esclusione degli sportivi russi dalle principali competizioni internazionali, comprese le Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016. Si propone inoltre di allontanare a vita 5 atleti russi, fra cui la campionessa di Londra nella specialità degli 800 metri piani, Marija Savinova, nonché 5 allenatori per la violazione delle norme antidoping, e ancora di privare dell'autorizzazione il laboratorio antidoping moscovita. Tuttavia, come sostiene il capo della commissione antidoping dell'AMA, Dick Pound, tutto ciò non è che la punta dell'iceberg. “Esiste la possibilità che nel laboratorio di Mosca si trovassero test di rappresentanti di altre specialità sportive”, ha messo in evidenza Pound.

Le versione dei rappresentanti ufficiali

Il rapporto dell'AMA ha scatenato una reazione forte da parte dei rappresentanti ufficiali. Nel comunicato del Comitato Olimpico Internazionale si legge che “il dossier è assolutamente scioccante”. Nel caso di effettive violazioni delle norme antidoping, il Comitato Olimpico è deciso a “reagire, attuando una politica di tolleranza zero”. Il presidente della IAAF, Sebastian Coe, ha dichiarato che nella situazione attuale, sarebbe opportuno per la Russia richiamare volontariamente la propria squadra di atletica leggera.

Il ministro dello Sport russo Vitalij Mutko ha invitato ad un approccio più integrato nella lotta contro il doping. “Quando si verificano situazioni di accanimento isolato, è peggio per tutti. I problemi nella sfera dell'atletica leggera esistono non solo da noi. Non possiamo riversare tutti i problemi dell'atletica leggera sulla Russia”, ha dichiarato Mutko all'agenzia R-Sport. Inoltre, il ministro ha reso noto che il laboratorio moscovita era stato accuratamente controllato dall'AMA e che non aveva destato alcun tipo di sospetto.

“Prima delle Olimpiadi di Sochi, per circa sei mesi 30 specialisti dell'AMA hanno minuziosamente esaminato l'attività del laboratorio. A questo sono seguiti Giochi Olimpici spettacolari. Dopodiché, si è svolto il Campionato degli sport acquatici a Kazan, e anche qui abbiamo ricevuto voti molto positivi. Che cosa sia avvenuto in questi sei mesi, io non lo so”, ha dichiarato Mutko al canale televisivo “Rossija-24”.

Il direttore esecutivo di RUSADA, Nikita Kamaev, nell'intervista a TASS ha definito il rapporto dell'AMA “torbido”. “Leggo dichiarazioni prive di conferma. Attualmente tutte le accuse sono prive di fondamento”. Nel contempo, Kamaev ha annunciato che anche la sua organizzazione ha avviato una propria inchiesta interna

Che cosa pensano gli esperti

L'avvocato Artem Pacev ritiene che nelle accuse mosse dall'AMA siano visibili mosse politiche. “Per questo motivo tutte le informazioni sono date in forma di “raccomandazione”. Perché se fosse davvero stato necessario allontanare gli atleti, si sarebbero presi provvedimenti già da tempo, ha detto.

L'esperto inoltre è del parere che le radici del problema siano da individuare alla base dell'organizzazione dello sport nel paese. “Lo sport è molto apprezzato in Russia e ha un suo obiettivo politico. L'incarico è semplice: devi vincere e basta. Nessuno pensa in prospettiva. Il doping è la scelta più semplice: è la via più breve alla vittoria”.

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