Al centro, Irina Viner, allenatrice della nazionale russa di ginnastica artistica
Ruslan Shamukov/TASSAi Campionati del mondo di Ginnastica artistica, che si tengono a Stoccarda fino al 13 settembre, le atlete russe sono le principali favorite. Le stelle attuali, Yana Kudriavtseva e Margarita Mamun, continuano la tradizione vittoriosa di Alina Kabaeva, Irina Chashchina e Evgenya Kanaeva. Rbth ha cercato di capire qual è il segreto del loro successo.
La competitività all’interno della squadra
La nazionale russa di ginnastica artistica ha sempre avuto ottime riserve in panchina. Le leader della squadra sono sempre riuscite ad assicurarsele. L’esempio più eclatante di “spirito di squadra” e al tempo stesso di sana competizione sportiva si è avuto alle Olimpiadi di Sidney del 2000. La maggior pretendente all’oro nel pentathlon, Alina Kabaeva, fece scivolare il cerchio e si dovette accontentare del bronzo, ma a conquistare il titolo di campionessa fu un’altra russa, Yulia Barsukova.
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Quando cominciano ad allenarsi sotto la guida della capo allenatrice della squadra, nonché presidente della Federazione Russa di ginnastica artistica, Irina Viner, devono apprendere subito una regola.
“Se un’atleta soffre di manie di grandezza ed è ossessionata dalla celebrità, questo incide negativamente su tutti e sulla disciplina stessa”, spiega Irina Viner a Rbth. “Non si otterrà mai nessun progresso. Finché stai sul piedistallo, sei favolosa, meravigliosa. Poi scendi, ti dimentichi dei tuoi trionfi e ti metti a lavorare col doppio delle energie”.
La mia principale avversaria, me stessa
Benché le russe manifestino un grande rispetto verso le concorrenti degli altri paesi, durante la gara cercano di competere non tanto con le avversarie quanto innanzitutto con sé stesse.
È ciò che aveva affermato tra l’altro durante la Coppa del Mondo l’ex campionessa mondiale Amina Zaripova, la cui allieva Margarita Mamun ha conquistato numerose vittorie nel pentathlon e anche un oro nelle gare individuali con cerchio, clavette, palla e nastro.
“Ho molto apprezzato come ha gareggiato Margarita a Kazan durante il mondiale, e anche la sua forma psicologica”, commenta Amina Zaripova, secondo quanto riferisce l’agenzia Tutto sport. La sua principale avversaria è lei stessa. Deve imparare a superare le sue paure e la sua insicurezza, non per riuscire a battere Yana Kudriavtseva o altre avversarie quanto sé stessa.
Margarita Mamun durante la finale dei campionati mondiali a Kiev (Foto: Reuters)
Dare il massimo
Le ginnaste russe cercano sempre di dare il massimo. Da leader sono loro a sforzarsi di dare il tono sia nelle gare individuali che di gruppo. Persino quando la composizione della squadra viene radicalmente cambiata. Ai mondiali nelle gare di gruppo la Russia è rappresentata da Anastasia Maksimova, Diana Borisova, Daria Kleshcheva, Maria Tolkacheva, Sofia Skomorokh e Anastasia Tatareva. Di queste sei giovani ginnaste l’unica ad avere fama ed esperienza è Anastasia Maksimova che è stata tre volte campionessa del mondo. Ma anche con una simile formazione la coreografa bulgara Lucy Dimitrova ha concepito per le russe un programma estremamente complesso “con trucchi fenomenali e un ritmo indiavolato”. E l’allenatrice Tatiana Sergaeva ne ha spiegato i motivi. “Noi non scegliamo mai la strada più facile. La nazionale russa è una squadra leader e deve sovrastare le altre. Bisogna allenarsi duramente e poi esibirsi in modo che tutte le avversarie possano esclamare che la ‘Russia si trova a livelli siderali, irraggiungibili’”.
Un’allenatrice con la maiuscola
Quando ai giochi europei di Baku i giornalisti hanno chiesto per l’ennesima volta a Yana Kudriavtseva come riuscivano le “artiste” russe a primeggiare e vincere praticamente tutti gli ori nelle gare importanti, la sua risposta è stata: “La nostra è la migliore squadra di ginnastica artistica del mondo e ha costruito tutte le condizioni necessarie per la vittoria e la crescita professionale. In Russia abbiamo a disposizione tutti i comfort, alloggi, vitto, palestre”.
Margarita Mamun aggiunge che è tutto merito di Irina Viner che sa davvero come trattare le ragazze.
“Il 70% del mio lavoro è di tipo psicologico”, spiega la Viner. “Questo approccio non può essere sostituito né dall’esercizio fisico, né dalle esibizioni brillanti. Io cerco di spiegare, con degli esempi, quali sono gli standard più elevati da conseguire. È un metodo giusto, positivo, un esercizio basato sull’amore; una sorta di “flusso” energetico dove non è il tempo a dominarti e i problemi tecnici passano in secondo piano”.
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