Facebook è tra i siti internet stranieri che rischia di subire un rallentamento nella connessione in Russia.
: ReutersSecondo i media russi, il Parlamento potrebbe approvare degli emendamenti al testo di legge che consente di rallentare la velocità di accesso a determinati siti internet, tra cui Google, Facebook e Twitter. I rappresentanti delle autorità lo ritengono inattuabile, mentre a detta degli esperti si tratterebbe di uno scenario fattibile, che però non produrrebbe nessun vantaggio.
La sentenza
Le autorità russe sarebbero in possesso di un nuovo strumento per sanzionare i siti internet che violano la legge russa. A riferirlo il 13 marzo è il giornale economico Vedomosti che cita fonti anonime di società web e dicasteri pubblici. Secondo la sentenza approvata dal tribunale, le autorità potrebbero rallentare l’accesso a determinate risorse internet: i siti continuerebbero a funzionare, ma in modo assai lento e scomodo per gli utenti.
A detta delle fonti di Vedomosti, gli emendamenti al testo di legge potrebbero essere introdotti in primavera dai suoi realizzatori: il Servizio federale antimonopolio (Fas) e la Commissione russa di vigilanza, la struttura che monitora la cyber-sicurezza in Russia. I dicasteri si sono astenuti dal rilasciare commenti sui materiali citati da Vedomosti. Unica eccezione il Ministero delle Comunicazioni e dei Mezzi di comunicazione di massa (Minkomsvjaz) che attraverso il vice ministro Aleksej Volin ha commentato: “È assurdo. Non è tecnicamente realizzabile”. Ma non tutti sembrano essere d’accordo con lui.
Rallentare l'accesso ai siti
Gli esperti di tecnologia rilevano che rallentare l’accesso ai siti, anche se è molto difficile, è del tutto fattibile sul piano tecnico. Come scrive la testata Republic, a tale scopo è necessario dotarsi del Dpi (Deep Packet Inspection). Con il suo aiuto i provider potranno bloccare una parte delle domande degli utenti o delle risposte dei server del sito rallentato in modo che i sistemi siano costretti a “reinterrogare” e alla fine la pagina impiegherà qualche minuto a caricarsi, anziché qualche secondo.
Dotarsi di questa nuova tecnologia comporterà però costi elevati. Karen Kazarjan, analista capo dell’Associazione russa delle comunicazioni elettroniche ha spiegato a Kommersant che “per la realizzazione di un simile progetto è necessario dotarsi di un dispositivo speciale piuttosto avanzato che costa miliardi di dollari”.
Le pagine web più a rischio
Alcuni esperti ritengono che il nuovo strumento per la regolamentazione di internet colpisce in primo luogo i siti e i servizi stranieri più diffusi come Google, Facebook e Twitter. Questi servizi sono attivi in Russia, ma non rispettano le decisioni dei tribunali locali asserendo di osservare le leggi dei paesi in cui sono registrati.
Bloccare completamente dei siti così popolari risulterebbe pericoloso perché susciterebbe un malcontento di massa, ma fare in modo che risulti scomodo collegarsi senza che venga decretato ufficialmente il loro blocco è un’ottima modalità per esercitare delle pressioni, sostiene Maksim Kornev, docente della cattedra di tecnologie televisive, radiofoniche e del web presso l’Rggu di Mosca. “Rallentare i siti equivale di fatto a spegnerli - afferma Kornev intervistato da Rbth -. I funzionari statali vogliono dimostrare ai superiori che è tutto sotto controllo, anche i siti stranieri”.
Se diventerà più scomodo accedere ai siti stranieri, gli utenti opteranno per gli omologhi russi e così l’iniziativa delle autorità potrebbe anche rivelarsi un originale tentativo di promuovere la produzione nazionale, ritiene Sergej Ryzhikov, imprenditore e sviluppatore. “Si potrebbe creare una situazione scomoda per l’utente finale di questi scenari in modo da costringerlo a cambiare abitudini e dirottarlo sui servizi russi”, ipotizza Ryzhikov nell’intervista concessa a Business FM.
Le perplessità
Molti esperti ritengono che questo sistema potrebbe comportare uno spreco di denaro. Come prevede nell’intervista a Parlamentskaja gazeta German Klimenko, consigliere presidenziale per le questioni tecnologiche e di internet, gli utenti impareranno ad aggirare il problema del rallentamento dei siti così come ora aggirano il loro blocco totale con l’aiuto dei servizi Vpn che garantiscono l’anonimato. “Se ci sono delle persone che non hanno ancora imparato a utilizzarli, impareranno a farlo dopo il rallentamento dell’accesso ai siti”, ipotizza Klimenko.
Anche secondo Kornev il sistema potrebbe risultare inefficace. “Immagini, per esempio, che lo Stato essendo in conflitto con i produttori tedeschi di automobili costringa i loro proprietari a viaggiare a una velocità di 30 km orari o a passare alle auto di produzione russa. Cosa accadrebbe? I proprietari di auto russe cercherebbero di aggirare i posti di polizia e di continuare a viaggiare come prima”. “Aggirare i posti di polizia” in questo caso significherebbe aggirare le limitazioni esistenti nel web russo. “Per la natura stessa di internet risulta difficile introdurre delle limitazioni universali che non possano essere aggirate”, afferma l’esperto.
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