A woman wearing pink pussy protest hat poses for a photograph during the Women's March on Washington, following the inauguration of U.S. President Donald Trump, in Washington, DC, U.S. January 21, 2017.
ReutersUna ragazza sfila per le strade di Washington alla "Women’s march", 21 gennaio 2017. Fonte: Reuters
Centinaia di migliaia di donne sono scese nelle piazze di tutto il mondo per dire no al sessismo e alla xenofobia. Il giorno dopo l’insediamento di Donald Trump come 45esimo Presidente degli Stati Uniti, in diversi Paesi sono state organizzate manifestazioni per promuovere i diritti delle donne, degli immigrati, dei disabili e delle comunità omosessuali. E anche Mosca il 22 gennaio ha avuto il suo “Women’s march”, al quale però ha partecipato una sola persona: l'organizzatrice. Così come si vede sulla pagina internet dell’iniziativa, l’appuntamento era stato fissato per le due di notte sul lungofiume Moscova. E la marcia, ovviamente, è passata inosservata.
A spiegare a Rbth le ragioni di un appuntamento così bizzarro è stata l’organizzatrice della manifestazione, Marie Loretta. “Io avevo scritto alle 10 del mattino. Non ho idea di come sia cambiato l’orario – ha raccontato -. Alla fine nessuna delle ragazze che mi avevano contattato è venuta. Così all’appuntamento si è presentata una sola partecipante: io. Ho fatto una passeggiata per Vorobyovy Gory e ho scattato qualche foto”.
Marie ha cercato di raccogliere adesioni attraverso i social network, senza però aspettarsi particolare entusiasmo. Tra l’altro, ha spiegato, non prevedeva nemmeno una vera e propria marcia, ma una semplice “passeggiata” per la città in segno di solidarietà.
“Ho avuto l’idea di organizzare la 'Women’s march' in segno di solidarietà con le donne di tutto il mondo. Sapevo che a Mosca sarebbe stato difficile – ha detto -. Io sono di Singapore e ho vissuto diversi anni a Pechino, perciò conosco bene le restrizioni che ci sono sulle manifestazioni”, (in Russia tuttavia non ci sono restrizioni sulle manifestazioni di protesta, ma per il loro svolgimento è necessario ottenere con anticipo il permesso da parte delle autorità, ndr).
Marie Loretta sul lungofiume di Mosca nella sua solitaria marcia in difesa dei diritti delle donne. Fonte: Facebook
I commenti
Nel frattempo si rincorrono sui social network i commenti sulla manifestazione. E a chi chiede “Dov’è la Russia?”, l'utente Sergej Marchenko risponde: “L’estetica di questa marcia non mi appartiene per niente. Io ho tutt’altra formazione”.
Anche gli organizzatori delle manifestazioni di protesta del 2011 hanno deciso di non prestare attenzione all’evento. E su Twitter l'esponente dell'opposizione Aleksej Navalnyj scrive: “Una Marcia da mezzo milione di persone e nemmeno un poliziotto. A Mosca quando si svolgono i grandi meeting la città sembra in stato di assedio”.
Contatta da Rbth, la celebre femminista russa Maria Arbatova cerca di spiegare questo fenomeno: “Abbiamo una storia diversa. Se nell’America degli anni Sessanta il movimento femminista è andato di pari passo con la difesa dei diritti degli omosessuali e degli immigrati di colore, la Russia ha una storia diversa. Ed è per questo che la società non si riconosce. Non è possibile fare alcun tipo di paragone. In Russia il movimento femminista non si è mai consolidato”. Secondo Arbatova, poi, nemmeno l’opposizione politica si è mai preoccupata dei diritti delle donne e degli omosessuali in Russia.
E un altro utente su Facebook commenta: “Cosa ha fatto di male Trump alle donne? Soprattutto in decine di Paesi del mondo?”. E ancora: “A cosa servono queste manifestazioni dopo le elezioni? Il risultato del voto ormai non cambia”.
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