Secondo uno studio, la percentuale di russi che sogna di trasferirsi all’estero oggi oscilla tra l’8 e il 23%.
: Artyom Geodakyan/TASSNegli ultimi cinque anni quasi 600mila russi hanno fatto le valigie e sono emigrati nei Paesi dell’Europa occidentale, negli Stati Uniti e in Israele. Lo rileva uno studio del Centro demoscopico liberale, guidato dall’ex ministro delle Finanze Aleksej Kudrin. Secondo l’indagine si tratta di un numero in aumento, che coinvolge perlopiù persone con un alto livello di istruzione: un fenomeno che potrebbe quindi causare una grava “perdita di capitale demografico, socio-economico e intellettuale” per il Paese.
Attraverso questa indagine gli esperti mettono in discussione le statistiche ufficiali sull’emigrazione, affermando che i numeri ufficiali sarebbero stati ridotti di 2-3 volte. Nella comunità di esperti sono in pochi a contestare che le statistiche siano state elaborate sulla base di cifre inferiori a quelle effettive, ammettendo la difficoltà di elaborare dei calcoli esatti sul numero dei migranti. Al contempo viene rilevato che pur non essendo del tutto attendibili, le statistiche ufficiali riflettono comunque le dinamiche del trend emigratorio attuale. “Non si può dire che siano avvenuti cambiamenti radicali nella dinamica del processo dell’emigrazione. Questo è un fatto inconfutabile. Tuttavia, pur non riuscendo a stabilire le dimensioni del fenomeno, le statistiche ufficiali registrano perlomeno le dinamiche di tale processo”, ha spiegato a Rbth Vladimir Mukomel, direttore del Centro di studi etno-politici e territoriali dell’Istituto di Sociologia dell’Accademia delle Scienze russa.
Fonte: Centro demoscopico liberale
Tuttavia secondo gli esperti oggi risulta impossibile ricavare delle cifre attendibili in merito all’emigrazione. “Nessuno sa dire con cognizione di causa quale sia il numero di persone che lasciano la Russia”, sostiene Viktoriya Ledeneva, direttrice del Centro di Studi sulle politiche migratorie dell’Accademia presidenziale di Economia nazionale e Amministrazione Pubblica.
A detta di Viktoriya Ledeneva, il problema non è serio. A riprova delle sue affermazioni l’analista cita un’indagine sociologica, effettuata lo scorso anno dalla sua accademia, dalla quale emerge che a manifestare l’intenzione di emigrare per sempre dal Paese sarebbe solo una quota dell’1,5% degli intervistati (mentre nel 2013 la percentuale era all’incirca il doppio, vale a dire il 3,2%). C’è poi una quota del 6% degli intervistati che desidererebbe espatriare, ma non ha la possibilità di farlo. In tal modo, secondo l’esperta la quota di chi pensa di emigrare raggiungerebbe presumibilmente il 7-8%. Nel rapporto redatto dal Comitato di iniziativa civica, tuttavia, questa quota di persone “fortemente motivate a emigrare” oscilla tra l’8 e il 23%.
A detta di Mukomel, in un segmento della società russa, quello dei giovani, si registra almeno in parte una crescita delle “motivazioni migratorie”. A motivarla, nella visione dei giovani, è la mancanza di giustizia sociale nella società russa e l’assenza di prospettive di sviluppo individuale, fattori provocati dal fatto che il cosiddetto ascensore sociale ormai non è più in grado di funzionare.Tuttavia, questi desideri migratori non sono tipici solo di una parte dei giovani. Secondo Viktoriya Ledeneva, tra coloro che emigrano, pur essendo difficile stabilire il loro numero esatto, vi è comunque una quota di persone con un elevato livello di istruzione, compresa nella fascia di età tra i 30 e i 45 anni. Costoro abbandonano la Russia perlopiù per motivi di natura socio-economica: insoddisfazione per gli stipendi troppo bassi, tasse troppo esose e corruzione. A giocare un ruolo importante è anche la crisi economica degli ultimi anni. Malgrado ciò, l’esperta rileva anche un trend contrario: cominciano a far ritorno in patria i russi che erano emigrati dopo la dissoluzione dell’Urss all’inizio degli anni Novanta.
Chi emigra dalla Russia sceglie in prevalenza i Paesi dell’Europa occidentale (la Germania, in particolare), gli Stati Uniti e Israele. Gli esperti rilevano che a queste mete tradizionali dell’emigrazione russa se ne sono aggiunte altre un tempo più esotiche per i cittadini russi, vale a dire Australia e Nuova Zelanda.
Allo stesso tempo la Russia è al terzo posto nel mondo per numero di immigrati. Secondo i dati in possesso dell’Onu, attualmente risiedono in Russia con regolare permesso di soggiorno 11,6 milioni di immigrati.
A detta di Vladimir Mukomel, però, tali stime sarebbero solo in parte attendibili. A suo avviso, la quota di 11,6 milioni include gli stranieri che si trovano temporaneamente in territorio russo, sia i turisti sia gli stranieri che vi sostano in transito. Secondo le sue stime, gli immigrati per lavoro sarebbero all’incirca 6,5 milioni.
Questi immigrati proverrebbero soprattutto da tre repubbliche ex sovietiche: Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan e costituirebbero oltre il 70% degli stranieri residenti nella Federazione. Tra gli immigrati si registra anche un numero piuttosto elevato di ucraini. Secondo Viktoriya Ledeneva, in Russia è presente anche un flusso intenso di moldavi e di immigrati dai paesi del Sud-est asiatico, come, per esempio, il Vietnam.In larga misura si tratta di persone senza un elevato livello d’istruzione, benché sarebbe ingiusto considerarle prive di scolarità basandosi solo sul fatto che svolgono perlopiù lavori non qualificati. Come testimonia l’indagine effettuata da esperti dell’Alta Scuola di Economia di Mosca, il 17% di immigrati è provvisto di un titolo di studio di istruzione superiore. Un quarto di un diploma di formazione professionale specializzata o semispecializzata e il 75% di loro non supera i 40 anni d’età.
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