La cantante russa Alla Pugachyova e Pippo Baudo durante il festival di Sanremo del 1987
screenshot da YouTubeLe strade delle città iniziarono improvvisamente a svuotarsi, quando le televisioni sovietiche iniziarono a trasmettere il Festival di Sanremo. Nell’Urss degli anni Ottanta, una simile popolarità la poteva vantare solo il campionato di hockey, o la proiezione del film “Ironii sud'by” (Ironia della sorte). Al giorno d’oggi, il successo del più moderno festival Eurovision non è nemmeno lontanamente paragonabile al furore ottenuto da Sanremo in quegli anni.
Come tutto ebbe inizio
Alla fine degli anni Settanta, in Unione Sovietica l’Italia veniva associata a uno stile di vita leggero e spensierato. Impensabile, in quel periodo, accendere la televisione e pensare di trovare un po’ di diversione. Ma fu proprio all’inizio degli anni Ottanta, subito dopo le Olimpiadi di Mosca, che tutto cambiò. Alla trasmissione “Melodie e ritmi dai Paesi stranieri” iniziarono a essere mandati in onda spezzoni di Sanremo: “Felicità” di Al Bano e Romina Power, “Storie di tutti i giorni” di Riccardo Fogli, oltre alle canzoni di Pupo e molti altri. La trasmissione però veniva trasmessa la sera tardi. E non tutti riuscivano a vederla.
Il 20 giugno 1984 il Festival venne trasmesso quasi per intero. Fu allora che milioni di telespettatori iniziarono a conoscere Toto Cutugno, Pupo, Riccardo del Turco, Al Bano e Romina Power, Claudio Villa, Flavia Fortunato, Bobby Solo e Randy Crawford. Al pubblico sovietico, tutt’altro che preparato, questi assaggi di Sanremo apparvero come l’ottava meraviglia del mondo.
E fu proprio da quel momento che il Festival di Sanremo si convertì in Russia in un evento tanto atteso come le Olimpiadi. Si trasformò in un evento colossale, simbolo di un altro mondo. La musica di Sanremo risuonava nei chioschi, nelle discoteche per giovani all’aria aperta e nei pub.
Un altro indizio della popolarità di Sanremo in Urss fu il gran numero di parodie trasmesse sulla tv sovietica: tra le più esilaranti, quella mandata in onda nella trasmissione “La posta del mattino”, dove gli attori Aleksandr Abdulov e Semen Farad interpretarono una divertente esibizione sul palco dell’Ariston, cantando canzoni in italiano. Ovviamente senza senso.
Musica e censura
Dopo aver mandato in onda la trasmissione nel 1984, nella redazione della Televisione Centrale iniziò ad arrivare una pioggia di lettere da parte dei telespettatori. Tutte chiedevano a gran voce di continuare a trasmettere il programma. Il 30 settembre 1984, infatti, si convertì in una data storica.
Curioso il fatto che il vincitore della sezione “Voci emergenti” di quell’anno, Eros Ramazzotti, non venne trasmesso in Urss: i jeans strappati e il braccialetto di pelle con i quali si presentò in scena non erano adatti. Nemmeno Mario Castelvecchio riuscì a superare la censura sovietica.
Dopo la replica di “Sanremo 84” sulla televisione sovietica, iniziò qualcosa di incredibile. Nella notte di capodanno del 1985 l’esibizione di Toto Cutugno venne trasmessa per la terza volta in sei mesi. Nonostante in quegli anni in Urss fossero ben pochi i programmi musicali, in radio e in televisione, le canzoni dei partecipanti di Sanremo vennero trasmesse diverse volte alla settimana.
Gli italiani in Russia
Il 1985 fu l’anno del trionfo dei Ricchi e Poveri, che vinsero il primo premio a Sanremo. Nel 1986 vennero invitati in Urss, dove tennero 44 concerti fra Leningrado e Mosca, dove parteciparono oltre 780mila persone. Un anno dopo a Sanremo salì sul palco Alla Pugacheva in qualità di ospite.
Sull’onda della Perestrojka, moltissimi artisti italiani arrivarono in Urss per tenere concerti. Fu il trionfo di Gianni Moranti, dei Matia Bazar, della figlia di Adriano Celentano Rosalinda e di molti altri. Le sale concerto si affollarono di fan.
Negli anni Novanta e Duemila Sanremo fu praticamente dimenticato. L’Eurovision, al quale partecipano molti artisti russi, ha praticamente spodestato il festival italiano. Tuttavia nel 2001 il Palazzo del Cremlino di Mosca ha ospitato il concerto “Sanremo al Cremlino”: il primo di una serie di appuntamenti che hanno portato nuovamente in Russia ospiti vecchi e nuovi del Festival più famoso del Belpaese.
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