Il caffè, che passione. Non solo a Napoli, dove è liturgia, sorsi di letteratura in tazzina ma anche in Russia. Tutti pazzi per l'espresso napoletano, la miscela classica, sapore cremoso, intenso in poche gocce. Un amore sbocciato negli ultimi mesi, per un mercato immenso, quello della Federazione Russa che offre grandi opportunità di crescita, anche per le aziende campane. Le capsule, più delle cialde, per il caffè nelle macchinette, negli uffici, nei negozi, nei cinema, anche in casa, una bevanda calda e nuova. Per una rivoluzione culturale, prima ancora che del gusto, per i russi. “Un successone – spiega Giuseppe Salvati, segretario regionale di Confazienda, Ente su Commercio, Turismo, Artigianato – abbiamo appoggiato l'iniziativa di alcuni imprenditori napoletani, l'anno scorso in esposizione nella quarta missione in Russia delle eccellenze partenopee con i loro prodotti all'Hotel Aurora di San Pietroburgo(sede del primo Soviet post Rivoluzione d'Ottobre presieduto da Lenin, ndr), i 500 presenti si sono letteralmente avventati sul caffè napoletano. Da lì è partita la corsa del caffè verso la Russia”. E l'espresso napoletano è stato il primo attore:, nove persone su dieci dei presenti alla missione napoletana lo piazzavano al primo posto nell'indice di gradimento. Un banco di prova che ha convinto alcune aziende napoletane a investire su questo business in un mercato aperto, approfittando della capacità del prodotto a essere inviato e conservato facilmente in Russia. Puntando anche sull'export delle macchinette da caffè, per proporre un pacchetto finito, ai russi toccherebbe solo l'acquisto delle capsule. E a costi accessibili, lontani dalla cifre che in passato piazzavano la Russia tra i Paesi in cui la bevanda costava tanto per le tasche dei cittadini.
E tra le aziende napoletane di caffè che hanno fatto colpo in Russia, il Caffè Borbone e soprattutto il Gruppo Toraldo, che l'anno scorso inviava la gamma dei suoi prodotti a San Pietroburgo. Il titolare, Mario Toraldo, una vera istituzione della tazza di caffè a Napoli e in Campania spiega il segreto dell'inatteso successo, con il caffè espresso fino a qualche tempo fa sconosciuto agli abitanti della Federazione Russa, abituati a quello lungo, americano.
Inatteso non per la qualità del prodotto o per le consuetudini dei russi ma per le difficoltà organizzative e per le sanzioni economiche imposte dall'Unione Europea alla Russia, che in parte bloccano il Made in Italy: “La miscela classica, l'espresso napoletano fa la differenza. È stato subito apprezzato, anche per le persone che lo provavano per la prima volta nella vita. E negli altri campioni di prodotti inviati in Russia, per stabilire relazioni commerciali, c'era qualcosa che andava incontro al gusto dei russi, proponendo i sapori napoletani, partenopei in un format più leggero, arabico, più adatto al gusto orientale. Ci sono stati primi ordinativi ma quello che ci incoraggia sono i contatti che si stanno trasformando in rapporti di lavoro, il caffè napoletano in Russia ha un presente e soprattutto un gran futuro”.
Dunque, un caffè meno carico, meno spinto, con il tipico aroma targato Napoli: “Abbiamo fissato relazioni commerciali con Mosca, San Pietroburgo, contatti anche in Ucraina. Ma il nostro obiettivo è organizzare una Fiera agrolimentare a Mosca, portare di nuovo il caffè in Russia per poter arrivare più facilmente alla grande distruzione. Bar, alberghi, ristoranti, per servire ai russi in una tazzina il sapore e il calore di Napoli”.
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