Washington ha sospeso i negoziati con Mosca sulla Siria. Nella foto, il segretario di Stato Usa John Kerry (a sinistra) e il ministro russo degli Esteri Sergej Lavrov.
: ReutersIl Dipartimento di Stato americano lunedì ha annunciato che cesseranno i contatti bilaterali con la Russia sulla Siria, accusando Mosca di violare gli impegni nell'ambito dell'accordo sul cessate il fuoco. Dal canto suo il Ministero russo degli Esteri ha incolpato Washington di voler “siglare un patto col diavolo” - gli estremisti islamici - se non altro per ottenere un cambiamento di regime a Damasco.
Rbth ha analizzato come potrebbero evolvere gli eventi dopo lo stop del dialogo tra Stati Uniti e Russia sulla questione siriana.
Questa eventualità, insieme al desiderio di evitarla, sono al centro del dibattito tra i dipartimenti di politica estera di Stati Uniti e Russia sulla Siria, ha detto Aleksandr Perendzhiev, politologo militare dell'Università russa di economia Plekhanov. Questo è l'obiettivo principale perseguito dai due poteri, poiché non hanno altri punti di contatto sulla Siria. In queste circostanze, considerando l'ultima mossa di Washington, ha detto l'esperto, è possibile un conflitto militare tra Russia e Stati Uniti in Siria. "Tanto più perché si è indirettamente già verificato: gli americani hanno sparato e bombardato alcune unità delle forze governative siriane dove si trovavano i nostri consiglieri militari; i russi hanno bombardato i terroristi, tra i quali si trovavano degli americani", ha detto il politologo all’agenzia di stampa russa RIA Novosti. Nel primo caso, Perendzhiev si riferisce al recente bombardamento aereo delle truppe di coalizione statunitense del Presidente siriano Bashar Assad; nel secondo caso, pare, alle dichiarazioni di un attacco russo alla base militare britannico-americana in Siria.
Tuttavia, lo scenario del confronto militare tra Mosca e Washington in Siria rimane improbabile. Pur troncando l’interazione con la Russia sulla Siria, l'esercito americano ha lasciato aperti i canali di comunicazione al fine di evitare conflitti tra i velivoli militari dei due Paesi, ha sottolineato in un'intervista a Rbth Vladimir Sotnikov, dell'Istituto di Studi Orientali dell’Accademia russa delle scienze. Così gli Stati Uniti stanno cercando di evitare un qualunque scontro tra i militari dei due Paesi.
A un "Piano B" aveva già accennato il Segretario di Stato americano John Kerry, pensandolo come un’alternativa al processo di pace in fase di stallo. Come dichiarato a Rbth da Aleksandr Shumilin, direttore del Centro per l'Analisi dei conflitti in Medio Oriente presso l'Istituto degli Stati Uniti e del Canada, ora il "piano B" prevederebbe "il rafforzamento dell’opposizione anti-Assad e anti-IS". Di questo si occuperebbero le monarchie arabe e la Turchia in accordo con Washington. Allo stesso tempo, afferma l'analista, sarebbero fornite armi anche a gruppi come il Fronte al-Nuṣra, riconosciuto dalle Nazioni Unite e dagli Stati Uniti come terroristico. In altre parole, sarebbero mobilitate tutte le forze che si oppongono al Presidente Assad. Questo, naturalmente, porterebbe solo a un aumento dei combattimenti e a pesanti perdite, poiché gli alleati di Assad, in primo luogo la Russia, non avrebbero intenzione di ritirarsi. Il portavoce del Presidente russo Dmitrij Peskov ha dichiarato che dopo la decisione di Washington, Mosca non rinuncerà alla lotta contro il terrorismo e al supporto delle autorità siriane.
Sotto lo stesso scenario, Washington potrebbe cercare di effettuare un cambio di regime nella presidenza siriana con la forza, impiegando l’aviazione proprio come in Libia nel 2011, quando il colonnello Gheddafi perse il potere e venne ucciso. Tuttavia, in questo caso sarebbe inevitabile lo scontro diretto con l’aviazione russa, che sta garantendo protezione aerea all'esercito siriano, come dichiarato in un'intervista a Rbth da Mikhail Vladimirov, del Centro di ricerche politico-militari dell’MGIMO. Ciò renderebbe questa opzione improbabile, vista la riluttanza da parte di Washington di assumersi rischi: sono ovvie le conseguenze imprevedibili di simili scontri tra due potenze nucleari. Allo stesso tempo, secondo l’esperto, anche riempire di risorse i nemici di Assad non porterebbe a nulla, perché l'opposizione già ora ha bisogno di poco o niente, ricevendo armi e denaro a sufficienza. Ulteriori aiuti non sarebbero in grado di cambiare l'equilibrio delle forze nel conflitto finché lo spazio aereo è dominato da aerei russi che distruggono le forze ribelli.Liberate dai vincoli degli accordi di pace in seguito alla decisione di Washington, le truppe di Assad supportate dalla Russia potrebbero ottenere significativi successi, respingendo i suoi avversari da Aleppo nonostante gli aiuti da parte di Washington e dei suoi alleati. Raggiunto il controllo sulla più importante città siriana, sostiene Vladimirov, l'esercito siriano inizierebbe l’offensiva verso la provincia di Idlib. La vittoria di Assad sarebbe determinata dalla posizione dei gruppi sunniti. Se almeno una parte di essi, visto il successo di Damasco, concludesse con Assad un accordo di pace, il conflitto si esaurirebbe presto; in caso contrario, si andrebbe a creare uno stato di "guerra latente" che potrebbe durare decenni.
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